CRV – Iniziato l’esame del Piano faunistico venatorio 2022- 2027
18 Gennaio 2022 17:04
Il Consiglio regionale del Veneto ha iniziato la discussione in ordine al Progetto di Legge regionale n. 77, ‘Piano faunistico venatorio regionale 2022 – 2027’, già licenziato a maggioranza dalla Terza commissione e relazionato oggi in aula dal Relatore, Gianpiero Possamai (Lega/LV), e dal Correlatore, Cristina Guarda (Europa Verde).
È stato acquisito il parere favorevole del CAL – Consiglio delle Autonomie Locali – e quello della Prima commissione consiliare in merito alla clausola di neutralità finanziaria: la proposta normativa non determinerà nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio della Regione.
Il Progetto di Legge n. 77 ridetermina il periodo di validità del Piano: avrà una durata quinquennale, con decorrenza dal 1° febbraio 2022.
Viene modificata in alcuni punti la L.R. 9 dicembre 1993, n. 50, ‘Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio’. Inoltre, la cartografia avrà una suddivisione per provincie.
Il PFVR ha conosciuto un articolato percorso istruttorio e normativo, svolto dapprima dalla Giunta regionale, cui compete la presentazione della proposta di Piano, quindi dalla Terza commissione consiliare, competente in materia. Si è tenuto conto della normativa comunitaria, in particolare degli adempimenti funzionali alla Valutazione Ambientale Strategica dello strumento di piano e alla Valutazione di incidenza, con riferimento ai siti della Rete Natura 2000.
Il Piano si compone dei seguenti documenti: Regolamento di attuazione, compresi Statuti tipo di Ambiti territoriali di caccia e Comprensori Alpini; cartografie che individuano la conterminazione della Zona faunistica delle Alpi e del territorio lagunare e vallivo, gli Ambiti territoriali di caccia e i Comprensori Alpini; Relazione al Piano faunistico venatorio regionale, comprensiva di cartografie identificative degli istituti di protezione della fauna selvatica, corredate da report analitico e da tabella di sintesi recante l’individuazione del territorio agro silvo pastorale e la percentuale di protezione della fauna selvatica; Report analitico che individua il territorio agro silvo pastorale e la percentuale di territorio di protezione della fauna selvatica; due volumi (uno per le Zone di Ripopolamento e Cattura e uno per le OASI) contenenti le cartografie di ciascuna OASI e ZRC (corredate di cartografie a livello provinciale), con indicazione delle relative dimensioni in ettari; un terzo volume con cartografie su base provinciale degli altri istituti protetti (parchi, riserve, foreste, valichi); Rapporto ambientale; Rapporto ambientale – Valutazione di incidenza ambientale; Rapporto ambientale – sintesi non tecnica; parere della Commissione regionale Valutazione Ambientale Strategica n. 152 del 1° luglio 2021, corredato da relazione istruttoria tecnica per la valutazione di incidenza, datata 1° luglio 2021, e da Scheda con il parere relativo alle osservazioni.
Nel suo intervento, il Relatore Possamai ha in particolare sottolineato che “il Piano faunistico venatorio è un importante strumento di pianificazione regionale che regola l’attività della caccia, orientata a finalità ecologiche, ambientali e sociali. Coordina e armonizza gli interventi di pianificazione nel settore faunistico venatorio: sotto questo aspetto, abbiamo garantito un perfetto equilibrio e contemperamento tra i diversi interessi in gioco”.
Il Correlatore Guarda ha innanzitutto ricordato “i tanti rischi che minacciano l’ambiente, dovuti anche al fattore umano. Il Piano deve porsi quindi la fondamentale missione di conservare e aumentare il numero di mammiferi e uccelli che vivono naturalmente i nostri territori, regolamentando l’attività venatoria nel rispetto delle esigenze ecologiche. Ed è qui che colgo il grave vulnus del Piano: rifiuta purtroppo la sua funzione faunistica, riguardo alla quale è gravemente carente, scegliendo la priorità, prettamente politica, di dedicarsi esclusivamente alle esigenze dei cacciatori. La pianificazione regionale si concentra solo sugli aspetti venatori, lanciando un messaggio pericoloso. Invece, dobbiamo modificare l’approccio: è necessario tutelare la nostra fauna e flora, cambiando abitudini. Credo che sia prioritario riequilibrare i due aspetti portanti, quello faunistico e quello venatorio. Dobbiamo, da una parte penalizzare duramente chi infrange le norme venatorie, dall’altra premiare chi rispetta la legge. Abbiamo presentato una corposa manovra emendativa, volta da un lato a tutelare la fauna selvatica, dall’altro a perfezionare il regolamento e gli statuti, per correggere gli errori perpetrati dal mondo venatorio, che hanno avuto gravi ripercussioni anche sotto l’aspetto sociale. Senza voler penalizzare i cacciatori, chiediamo solo che chiunque abbia dei precedenti non possa esercitare l’attività venatoria all’interno dei nostri territori. Va assolutamente tutelata la fauna selvatica autoctona che impreziosisce il nostro territorio”.
Durante la discussione generale, il consigliere Andrea Zanoni (Pd), pur riconoscendo che “questo Piano arriva finalmente all’esame del Consiglio regionale, sia pure accusando un grave ritardo, e che dunque è stato fatto un passo in avanti”, tuttavia ha denunciato “la grave carenza sotto l’aspetto della tutela delle aree protette, raggiungendo la percentuale del 25 percento, ma solo grazie al lavoro svolto in commissione. E manca uniformità all’interno del territorio regionale, tra le diverse province. Trovo inoltre grave aver posto dei limiti stringenti al legittimo diritto dei proprietari di terreni di vietare la caccia all’interno dei propri possedimenti”. “Non vedo assolutamente quell’equilibrio tra gli opposti interessi in gioco rivendicato dal Relatore”, ha concluso Zanoni.
Per Francesca Zottis (Pd) “è un tradimento del Piano faunistico venatorio dividere il mondo in due elettorati: da una parte i cacciatori, dall’altra i paladini dell’ambiente. I nostri emendamenti, invece, mirano ad armonizzare le diverse esigenze”.
Elena Ostanel (Veneto che Vogliamo) ha sottolineato come “il Piano, per essere veramente tale, deve contemperare i diversi interessi, economici, sociali e ambientali. Anche tutelando i legittimi diritti di chi non vuole che si cacci vicino alle proprie proprietà. L’attività venatoria va pianificata anche garantendo pari rappresentanza delle associazioni venatorie, agricole e ambientaliste”.
Jonatan Montanariello (Pd) ha evidenziato come “tutti, qui in Consiglio regionale, lavoriamo per fare gli interessi del popolo veneto: dobbiamo essere più severi e punire chi non rispetta le regole, siano essi cacciatori o ambientalisti, non è importante. Non dobbiamo criminalizzare il cacciatore, che ricopre un ruolo fondamentale per l’equilibrio del nostro ecosistema. Ma chi sbaglia e caccia a ridosso delle abitazioni va punito”.
Sono invece intervenuti in appoggio del Piano faunistico venatorio i consiglieri Joe Formaggio (FDI), “non deve passare il messaggio che i cacciatori siano dei mostri votati a distruggere il territorio. Bisogna armonizzare gli interessi di tutte le persone che vivono i nostri habitat, in piena democrazia”; Giuseppe Pan (Lega/LV), “i cacciatori hanno rispetto per l’ambiente e lo difendono: in questo senso, c’è una tradizione storica che vede in chi caccia una figura rassicurante. È dannosa la contrapposizione ideologica tra cacciatori e la componente ambientalista. Al contrario: serve collaborazione e questo Piano rappresenta, sotto questo aspetto, un buon punto di partenza”; Marco Andreoli (Lega/LV), presidente della Terza commissione consiliare, ha ricordato “il percorso intenso fatto in commissione, di cui dobbiamo andare orgogliosi. Ringrazio tutti i colleghi, di maggioranza e minoranza, perché abbiamo lavorato sui punti di contatto rispetto a un provvedimento indubbiamente divisivo, nel rispetto dell’ambiente. Se non c’è ambiente non c’è caccia, perché non c’è fauna: va punito chi sbaglia, è vero”; Raffaele Speranzon (FDI), che ha riscontrato “un senso di responsabilità da parte di tutti, senza posizioni preconcette e ideologiche, ma avvalendosi di esperienze personali. Non c’è contrapposizione tra uomo e ambiente, né dunque tra cacciatore e ambiente. Come gruppo di Fratelli d’Italia abbiamo presentato alcuni emendamenti per migliorare un Piano comunque già valido”; Alberto Bozza (FI), “il mondo dei cacciatori è complesso ma pieno di appassionati che rispettano profondamente l’ambiente. Questo Piano mette ordine e fa chiarezza, a beneficio di chi caccia e di chi è chiamato a far rispettare le regole. Ma non deve essere un punto di arrivo: va migliorata la sua efficacia rendendo più completa la pianificazione e raggiungendo un equilibrio tra caccia e rispetto per l’ambiente”.
La seduta è stata interrotta alle 16.50. Ora la Terza commissione consiliare esaminerà i 250 emendamenti depositati.
I lavori riprenderanno alle 19.
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