“Sono io il loro garante, anche a livello psicologico”. Così agiva l’infermiera

03 Febbraio 2022 07:22

“Vi faccio stampare che oggi siete stati trovati positivi, ok? E così avete il punto di partenza. Lunedì, quando chiamate il medico gli dite che da quattro, cinque giorni avevate mal di testa, raffreddore e balle varie”.

E’ lo stralcio di una conversazione intercettata a inizio gennaio, durante la quale parla l’infermiera arrestata perché avrebbe iniettato soluzioni fisiologiche al posto del vaccino anti-Covid e avrebbe fatto risultare positivi i tamponi antigenici per garantire fasulli Green pass ad amici e conoscenti no vax. E ancora: “Alla fine praticamente di questi dieci giorni, dal momento che parte la segnalazione, fate un altro test che ovviamente verrà fuori negativo, perché voi siete negativi”.

Emergono nuovi dettagli, riportati dall’Ansa, sull’indagine condotta dalla procura di Piacenza che ha portato all’arresto, per falso e corruzione, di una infermiera 50enne che prestava servizio all’Ausl di Piacenza, e un complice agli arresti domiciliari accusato di averle procurato i clienti che pagavano circa 250 euro per avere il Green pass dopo le vaccinazioni simulate. Sono 25 gli indagati in tutto.

La donna, secondo quanto emerge dall’ordinanza del Gip, diceva di essere “garante” per alcuni no vax che aveva convinto a farsi vaccinare. In pratica l’infermiera andava nel centro vaccinale, dove aveva prestato servizio da volontaria, raccontando di aver persuaso conoscenti restii a vaccinarsi, che avrebbero accettato le iniezioni solo da lei: così facendo, convinceva i vaccinatori a farsi da parte, lasciandola da sola. In alcuni casi avrebbe iniettato soluzione fisiologica, in altri avrebbe semplicemente gettato via il vero vaccino, mettendosi di spalle e coprendo le sue “manovre” in modo che le telecamere dell’hub non potessero riprenderla.
In un’intercettazione ambientale del 19 dicembre, si sente la donna dire a una collega: “Sono delle persone no vax che, con dei canali… reclutiamo, poi si convincono. La procedura è che io faccio solo per loro, io sono il garante, in qualche modo, pure a livello psicologico”.

Quando ormai non era più autorizzata a fare le vaccinazioni all’hub (poi risultate finte) per l’intensificarsi dei controlli e dei sospetti, l’infermiera aveva escogitato un altro piano per ottenere soldi facendo ottenere i Green pass ai no vax.
In pratica, è emerso dalle indagini, avrebbe chiesto ai suoi “clienti” di presentarsi in una farmacia dove li avrebbe fatti risultare positivi a un finto tampone e poi, passati 10 giorni, negativi a un secondo: in tal modo sarebbero risultati guariti.

Le indagini sono ancora in corso, per stabilire il numero “senz’altro superiore a quello finora emerso” degli episodi penalmente rilevanti contestabili all’infermiera e dei soggetti implicati. Secondo il Gip che ha disposto la custodia cautelare in carcere, inoltre, “dovranno essere approfonditi i ruoli degli infermieri vaccinatori che hanno lasciato la 50enne agire indisturbata e le modalità da questa adottate per ottenere un tale risultato”, cioè operare finte vaccinazioni per far ottenere super Green pass a conoscenti no vax. Nel fascicolo altri tre infermieri risultano indagati a piede libero, in concorso con la donna. In un passaggio dell’ordinanza il giudice li definisce “imprudenti colleghi”.

“Ci sentiamo profondamente traditi e, se da una parte il sistema ha funzionato benissimo, dall’altra proviamo grande rabbia e amarezza per quella che definisco una “mela marcia” che ha rovinato il lavoro dei tanti vaccinatori che hanno operato onestamente in questi due anni” – sono le parole del direttore generale dell’Ausl di Piacenza Luca Baldino.

Sulla vicenda è intervenuto anche l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini: “Se i fatti fossero confermati, saremmo di fronte ad un comportamento di assoluta gravità, inaccettabile per un’intera comunità che da due anni sta affrontando la pandemia, con tutto il carico di dolore per le perdite dei propri cari, per i sacrifici personali, sociali ed economici”.

“Se i fatti saranno confermati saremo inflessibili – spiega Maria Genesi, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Piacenza -. Si tratterebbe di condotte che comporterebbero una evidente violazione delle norme deontologiche e dei principi fondamentali posti alla base della professione infermieristica. Una notizia che, se confermata, risulterebbe essere oltre che scandalosa, inaccettabile per le responsabilità dell’infermiera coinvolta”.

https://youtu.be/KxjnXAwuBkI

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