CRV – A palazzo Ferro Fini presentato il libro del prof. Zecchi
11 Febbraio 2022 14:35
“Il mio desiderio era di testimoniare la realtà di una guerra che non è finita nel ‘45 e la tragedia patita dalle popolazioni che furono mandate via dalla propria terra. È la tragedia di una guerra perduta, che vide non solo lo scontro tra fascismo e antifascismo e la tragedia delle foibe, ma anche quello che considero il vero scandalo di quell’epoca, ovvero l’esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati, una tragedia consumata dalla Repubblica italiana, un esodo che ha seguito la strada della sofferenza, del dolore e del non riconoscimento dei nostri connazionali. Con questo libro, e non solo con questo, ho cercato di dare un contributo a una pagina drammatica della nostra storia, con l’impegno a non rimanere inerti”. È questa, in sintesi, la testimonianza di Stefano Zecchi che ha presentato oggi a Venezia, presso palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, il volume “Una Vita per Pola – Storia di una famiglia istriana” (ed. Ferrogallico), la trasposizione a fumetti (adattamento di Federico Goglio, disegni di Giuseppe Botte) del romanzo “Quando ci batteva forte il cuore”, scritto dal filosofo veneziano e dedicato alle vicende istriane del secondo dopoguerra.
La presentazione del volume è inserita nel quadro delle celebrazioni del Giorno del Ricordo, la solennità civile italiana istituita con la legge del 30 marzo 2004, n. 92, con la quale il 10 febbraio di ogni anno si rinnova “la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
L’intervento del professor Zecchi – scrittore e ordinario di Estetica presso l’Università degli Studi di Milano, presidente del MUSE, il Museo delle Scienze di Trento – è stato preceduto dall’intervento del Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti che ha sottolineato l’importanza del romanzo attraverso il quale l’autore “Dimostra una capacità narrativa e una lingua straordinaria nel raccontare una storia intima proiettata sullo sfondo della tragedia istriano-dalmata: ‘Nel mentre il mondo festeggiava la pace e viveva la liberazione dalla guerra, per gli istriani e i dalmati iniziava una sofferenza ancora più atroce’ e per i protagonisti di questo libro un difficile viaggio di rinascita: il piccolo Sergio, protagonista e narratore, mutuando il titolo di un bellissimo libro di Pontiggia, nasce due volte e quando sua madre, strenua difenditrice dell’identità polese e istriana, lo affida al padre, (pressoché sconosciuto al bimbo perché appena tornato dalla guerra), in realtà vuole salvarlo dandogli una nuova vita tutta da conquistare: tra padre e figlio si stabilisce un’alchimia di sentimenti, alla ricerca di un nuovo equilibrio in un mondo dove tutto pare perduto e tutto è da costruire ex novo. Con questo lavoro, il professor Zecchi continua la notevole letteratura dei narratori dell’esodo istriano-dalmata, ponendosi tra le voci più autorevoli assieme a Fulvio Tomizzo, Enzo Bettiza, Marisa Madieri, Nelida Milani, Anna Maria Mori, Guido Miglia e via dicendo fino al gradense Biagio Marin e alle sue elegie istriane a testimonianza della condivisione del dolore dei veneti con gli istriani, i dalmati, la comunità di Fiume e del Quarnaro”.
Dopo la lectio magistralis del professor Zecchi, il prof. Davide Rossi dell’Università degli Studi di Trieste ha tratteggiato il contenuto di altri due volumi: “Il Ministero per le Terre Liberate dal Nemico tra tensioni politiche e crisi istituzionali” curato da Davide Lo Presti e dallo stesso Davide Rossi (ed. Franco Angeli), che esamina l’attività del dicastero cui fu affidato il compito di coordinare l’attività delle amministrazioni pubbliche dei territori annessi all’Italia nel primo dopoguerra riguardo alla ricostruzione del sistema economico e produttivo, e alla soluzione del problema dei 630.000 profughi di guerra; e gli Atti del Convegno del Giorno del Ricordo 2021 dedicato al tema “L’autonomia delle terre venete, uno sguardo tra passato e presente: a centosessant’anni dalla Dieta del Nessuno” (curato dal Consiglio regionale del Veneto), l’Assemblea convocata a Parenzo nell’aprile del 1861 e che, chiamata a votare per individuare i deputati da mandare al Parlamento di Vienna, espresse la volontà di non designarne, indicando ‘Nessuno’ sulla scheda elettorale, in segno di contestazione nei confronti dall’impero asburgico e come espressione del sogno degli istriani di tornare all’antica ‘Dominante’.
All’evento hanno partecipato, inoltre, i rappresentanti delle associazioni degli esuli, ovvero il Vicepresidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Alessandro Cuk, che ha ricordato l’importanza del lavoro nelle scuole, anche tramite l’Ufficio scolastico regionale, per ricordare un argomento ‘proibito’ per decenni, e il Presidente Nazionale del Comitato 10 Febbraio Emanuele Merlino, che ha anticipato la prossima uscita di un testo dedicato alla figura di Nazario Sauro.
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