Il Covid e le incongruenze tra green pass e mascherine a macchia di leopardo
19 Febbraio 2022 00:03
Le disposizioni anti-Covid vedono una quotidianità ormai spezzettata da una moltitudine di regole che si differenziano in base ai differenti contesti, luoghi di lavoro, età, attività svolte. In diversi casi emergono però delle contraddizioni
Un paio di esempi: chi non può entrare in un ospedale già di suo rigidamente controllato si chiede perché in una discoteca sia possibile ballare senza mascherina a un paio di metri di distanza. O perché al cinema la mascherina è obbligatoria anche se in sala ci sono solo venti posti occupati e decine liberi.
Per non parlare dello stadio, dove già da questo fine settimana il pubblico può entrare al 75% e si deve indossare la mascherina Ffp2 ma la realtà – capienza a parte – è un’altra. Le incongruenze causate dal Covid non finiscono. Per mesi, all’interno dello stesso centro commerciale, a soli 14 passi di distanza un barista poteva lavorare normalmente perché il locale munito di un dehors all’esterno, l’altro barista, che ne era privo, era condannato all’asporto.
Il servizio di Filippo Lezoli su Libertà in edicola
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