Il riscatto dell’olio di ricino: “Biocarburante perfetto per i camion, -90% di emissioni”

09 Marzo 2022 05:02

Da strumento di tortura fisica e psicologica durante il ventennio fascista a biocarburante in grado di abbattere fino al 90% le emissioni di anidride carbonica.
L’olio di ricino potrebbe vivere finalmente il suo riscatto.
“Grazie a tecnologie innovative – ha spiegato il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani – una volta trattato, l’olio potrebbe infatti sostituire anche il ben più inquinante diesel come carburante per i camion, risultando perfettamente compatibile con i motori attuali”.
La novità trova spazio nell’ultimo decreto bollette varato dal governo.
“Tra gli interventi – ha chiarito Cingolani – c’è anche un investimento un po’ più tecnologico sui biocarburanti, soprattutto quelli in purezza, da filiere sostenibili”. Alcuni dei quali vengono appunto proprio dall’olio di ricino.
L’obiettivo è arrivare ad “una emissione di 200mila tonnellate nel 2023 e una progressione annuale di 50mila tonnellate ogni anno”, che consentirebbe anche di raggiungere la percentuale richiesta dalla nuova direttiva Ue, cioè il 16% di biocarburanti entro il 2030.
L’olio di ricino, ottenuto dalla spremitura dell’omonima pianta, trova in realtà già oggi moltissimi impieghi, come lubrificante in meccanica, fluido idraulico in circuiti frenanti, nella produzione di inchiostri e pigmenti, ma anche nell’industria farmaceutica e della cosmetica, come fortificante per capelli, ciglia e unghie. L’ultima frontiera sarebbe dunque quella dell’autotrazione.

L’INVESTIMENTO DI ENI
Il colosso energetico Eni, con l’obiettivo di abbandonare del tutto entro il 2023 il ricorso all’olio di palma, ha da tempo avviato una sperimentazione in Tunisia per la coltivazione del ricino in zone semi-desertiche. La pianta è, infatti, in grado di crescere con poca acqua, anche non potabile, senza sottrarre spazio ai terreni agricoli ed evitando la competizione con il settore alimentare.
E più recentemente, all’inizio del 2021, Eni ha stretto accordi con altri Paesi africani, Angola, Kenya, Benin e Repubblica del Congo, proprio per lo sviluppo degli agro-biocarburanti.
Nella stessa direzione va anche l’alleanza siglata a novembre dello scorso anno con Bonifiche Ferraresi per lo sviluppo, questa volta in Sardegna, di prodotti agricoli sostenibili per la produzione di biocarburanti.
La bioraffinazione dovrebbe avvenire nelle due raffinerie convertite dal gruppo, a Gela e a Porto Marghera.

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