Chiusura centenario suore della Provvidenza: “Della mia vita non cambierei nulla”
20 Marzo 2022 20:54
“Della mia vita non cambierei nulla, ma nulla davvero”. Suor Albina Dal Passo aveva diciotto anni quando è entrata in convento. Oggi ne ha ottantuno, sta in prima fila in Duomo mentre le sue consorelle portano le bandiere dei Paesi in cui le suore della Provvidenza per l’infanzia abbandonata di monsignor Torta sono presenti: l’Italia, l’Etiopia, il Kenya, l’Uganda, la Tanzania e il Vaticano.
“Sono sempre stata contenta della mia scelta – spiega la madre generale Albina – anche nei momenti più complessi non ho mai avuto ripensamenti o dubbi”. Sta qui la forza di una congregazione nata 101 anni fa per volontà di monsignor Francesco Torta: un anniversario importante dunque che ieri si è concluso con la messa in Cattedrale presieduta dal vescovo della diocesi di Piacenza-Bobbio Adriano Cevolotto alla presenza di diversi sacerdoti (molti della comunità pastorale di Castel San Giovanni) e di tanti piacentini, fra cui il sindaco Patrizia Barbieri e l’assessore Federica Sgorbati, oltre alle autorità militari della città.
Oggi la comunità conta dodici suore: “Prima eravamo molto presenti in Italia – spiega la madre generale – poi alla fine degli anni Sessanta abbiamo capito che il nostro carisma non era solo quello”.
“Vogliamo vivere questa conclusione di centenario in un momento in cui è ancora più attuale la necessità di prendersi cura di chi è abbandonato: delle vittime della guerra, della fame, di chi è più debole – sottolinea il vescovo – un anno fa abbiamo dato inizio alle celebrazioni per una congregazione nata all’indomani della fine della guerra: una guerra che si porta dietro ogni forma di violenza e che da sempre produce distruzione e morte, genera orfani e superstiti, porta dentro di sè delle speranze interrotte. Anche sotto i nostri occhi oggi passano le immagini di tanti uomini, donne, bambini che cercano riparo, rifugio, ospitalità, custodia, speranza”.
FOTOGALLERY MAURO DELPAPA
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