Pnrr, spazio alle idee: “Treni a idrogeno a Piacenza”. Nessun progetto da tre Comuni

29 Marzo 2022 12:42

A Bobbio si progetta la valorizzazione dell’ex seminario e il recupero del monastero di San Francesco. A Caorso si punta alla realizzazione di una pista ciclabile fra il centro e la frazione di Muradolo. Il capoluogo Piacenza, tra le altre cose, ambisce alla costruzione di un collegamento ciclabile con il polo logistico per cinque milioni e 300mila euro e l’abbattimento delle barriere architettoniche a palazzo Farnese per due milioni e 500mila euro.

Ammontano complessivamente a 357 milioni di euro le opere pubbliche che i comuni piacentini vorrebbero candidare ai bandi del Pnrr, il piano di ripresa economica post-Covid. I progetti, presentati stamattina nella sala provinciale di corso Garibaldi, sono 335: solo una parte, però, otterrà i finanziamenti richiesti. “E’ un percorso importante – commenta Patrizia Barbieri, presidente della Provincia – che punta a una piena ricognizione delle esigenze territoriali per garantire una buona sintesi”. Intanto, in queste settimane, alcuni progetti piacentini sono già stati approvati per un totale di 140 milioni di euro – lo fa sapere la Regione.

CHI RESTA FUORI – Qualche comune, però, rischia di non cogliere l’opportunità del Pnrr. Si tratta di Ottone, Zerba e Podenzano. “In certi casi – spiega il sindaco di Zerba Pietro Rebolini – i parametri dei bandi sono assurdi, perché svantaggiano i piccoli comuni con pochi abitanti”. A Podenzano il primo cittadino Alessandro Piva precisa che “in futuro non si esclude di preparare uno o più progetti da candidare al Pnrr”.
In base al censimento della Provincia, anche i comuni di Cerignale e Corte Brugnatella – commissariati in seguito all’indagine sulla corruzione negli appalti pubblici – non avrebbero presentato alcuna manifestazione d’interesse.

L’elenco delle progettualità dei Comuni, presentato questa mattina e pubblicato sul sito istituzionale dell’ente, rappresenta una fotografia di quello che è stato segnalato alla stessa Provincia. Non è ovviamente escluso che ci siano progetti già presentati dai Comuni su bandi Pnrr non ricompresi in questo censimento perché non segnalati, così come non è escluso che le amministrazioni possano depositarli nei prossimi mesi

LE IDEE – Piacenza (80 milioni circa), Rivergaro (30 milioni) e Alta Val Tidone (25 milioni) sono i comuni che hanno abbozzato le progettazioni più ampie e costose. Anche l’amministrazione di Castel San Giovanni vorrebbe potenziare le corsie per le biciclette, soprattutto in direzione della località di Campo d’Oro: un milione e 200mila euro. Altrettanto importo con cui Fiorenzuola sogna l’abbellimento del parco Lucca. Gragnano propone la riqualificazione di piazze e giardini per un milione 200mila euro.

TUTTI I PROGETTI DEI COMUNI

Spazio, poi, ai progetti ideati da Ausl e soggetti privati. Anche in questo caso, un “libro dei sogni” che potrebbe trovare un orizzonte concreto in base all’esito dei bandi del Pnrr. Da parte di Enrica Gambazza, in rappresentanza del tavolo di lavoro su digitalizzazione e cultura, l’esortazione a investire sull’applicazione delle nuove tecnologie per monitorare il rischio idrogeologico. Secondo Claudio Bassanetti, coordinatore del gruppo impegnato su industria e imprese, è necessaria “la costruzione di una stazione ferroviaria a idrogeno in città e l’implementazione del polo ferroviario di Piacenza per trasformarlo in uno scalo europeo, puntando anche sulla sua rilevanza logistica”.

“RICOGNIZIONE SBAGLIATA” – “Nella sua ricognizione – incalza il sindaco di Cortemaggiore Luigi Merli – la Provincia ha compreso anche progetti che non sono stati candidati ai bandi del Pnrr, che non hanno i requisiti per essere proposti, oppure che sono solo titoli con una stima sommaria del valore, senza un documento di fattibilità tecnico-economica approvato. Al momento, a Cortemaggiore – prosegue Merli – abbiamo candidato un progetto relativo alla riqualificazione culturale, sociale e turistica del borgo storico, uno per la riqualificazione dei giardini e un altro per la realizzazione di un nuovo polo per l’infanzia”.

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