Giovani barman crescono…
Di Giorgio Lambri 22 Maggio 2022 18:18
Esiste un solo cocktail “sbagliato” che risulta ugualmente perfetto, si chiama ovviamente Negroni Sbagliato e fu creato nel 1972 da Mirko Stocchetto nel mitico Bar Basso di Milano. Mezzo secolo dopo “sbagliare” resta vietato. Soprattutto alla prova finale dei giovani aspiranti barman che hanno seguito i corsi di Abi professional organizzati da un professionista e insegnante di lungo corso come Andrea Usberti. A “La Corte” di Borgonovo undici aspiranti professionisti dello shaker si sono esibiti nelle loro prime creazioni, che sono finite al vaglio di una giuria degustativa di alto livello – Nicola Sicuro, Alessandro Amianto, Jonathan Repetti e Fabio Marinoni – ma sono stati anche controllati nelle modalità di esecuzione da Gian Mario Artosi, consigliere nazionale di Abi professional, e da Gabriele Leccacorvi. Alla fine ha vinto Fabio Chiapponi, 50 anni, borgonovese, con un malizioso long drink che ha chiamato “Coste” a base di Gine Triple Sec, due succhi – ananas e pompelmo – fruit de la passion (il frutto tagliato a metà e messo come guarnizione, da assaggiare assieme al cocktail con un cucchiaino). Ma vincere non era importante quanto convincere i propri insegnanti e i giudici di aver assorbito gli insegnamenti ricevuti. Alcuni dei partecipanti alla serata, tra l’altro, hanno confessato di non voler abbracciare la professione di barman e di aver frequentato il corso solo per curiosità e voglia di stupire gli amici Ad esempio Gianluca Egalini, 43 anni, che nel suo “Da Nord a Sud” ha sposato gin e succo d’arancia, ma anche basilico e latte di mandorla. Tiziana Cesena, 20 anni, ha proposto un cocktail estivo della categoria sparkling che ha chiamato “Mix Tix”: vodka alla pesca e vodka neutra, sciroppo alla violetta, prosecco e frullato di lamponi. Vehida Vukovic, 36 anni, bosniaca, titolare un bar a San Nicolò, ha portato il suo “Melon Bleau”, spettacolare intruglio servito in una piccola anguria, frutto che è anche l’ingrediente principale assieme a rum, zucchero di canna e foglie di menta. Bella anche la storia dell’affascinante diciottenne Pria Godora, originaria delle isole Mauritius, studentessa del Liceo di Scienze Umane di Castelsangiovanni, che assieme a una compagna di classe ha deciso di mettersi in gioco con questa sfida e a La Corte ha portato un after dinner – che ha chiamato Coco Berry – in cui ingrediente principale è la fragola e come decorazione cocco in polvere e crema di cacao. Nella mistura finiscono anche Baileys, Malibù e panna. Per la cronaca la compagna di classe è Maria Giulia Barraco, borgonovese, originaria della Sicilia, che per mestiere vorrebbe la psicologa criminale o l’insegnante ma non esclude di lavorare anche come barman, per diletto. Presenta un long drink di nome Chiara (che è la sua gemella) con rum chiaro, liquore a base di banana, sciroppo al maracuja, succo di ananas e succo arancia. Anna Maria Clapa, 30 anni, rumena, si “esibisce” in un cocktail esotico – “Exotic Paradise” – che mixa rum, Triple Sec, sciroppo di mango e succo d’ananas. Spiega che aveva una boutique ma ha deciso di cambiare strada ed ha comprato un bar in viale Dante, iscrivendosi poi al corso giusto per impratichirsi. Barman per puro diletto è invece Elia Messina, 33 anni, da Trevozzo, viso e fisico da tronista, che riscuote notevole successo con un cocktail aperitivo a base di vodka, Campari, succo di melograno e olio essenziale di limone. Si confessa appassionato di intrugli artigianali: a casa produce l’idromele, probabilmente la bevanda fermentata più vecchia del mondo a base di miele. Stefano Beretta, 20 anni, attualmente disoccupato, il barman lo vorrebbe invece fare di professione. Porta in gara il suo “Dress Rosa”, long drink da bere dopo cena a base di vodka, Triple Sec, liquore al maracuja, succo di arancia e succo di melograno. E infine Lorenzo Bersani, 32 anni, dipendente delle Poste con la passione per lo shaker, che inventa un cocktail digestivo che chiama “Il Sole Mio” con limoncino, gin, succo di pompelmo succo di arancia, e un nonnulla di Cointreau. “Per essere davvero bravi in questo mestiere – spiega ai giovani corsisti Gian Mario Artosi – dovete riuscire a dare qualcosa di voi attraverso i vostri cocktail. Questo è il mestiere più bello del mondo, ma solo per chi lo fa con passione”. Particolarmente soddisfatto dell’esito del corso (15 lezioni da tre ore l’una) è il patron della manifestazione Andrea Usberti, che ha iniziato a insegnare questo mestiere nel 1994: “I ragazzi sono stati tutti bravissimi anche se chiaramente per qualcuno c’era un po’ di emozione – spiega – alla fine hanno lavorato con scrupolo, anche nel dosaggio degli ingredienti. In questi ultimi anni si è risvegliata la passione per il nostro mestiere perché si è capito che servono professionisti seri e che dietro il bancone di un bar non ci si può improvvisare. Bisogna conoscere la tecnica di lavoro, ma anche la merceologia, perché non puoi aprire un bar o anche solo lavorarci senza conoscere le bottiglie che hai dietro il banco o i prodotti che servirai. Sarebbe come se un farmacista non conoscesse le medicine che somministra ai pazienti”. Chiude con un ricordo Usberti, al grande Medardo Casella “che dal cielo ci guardava e al quale il 7 giugno proprio qui a Borgonovo dedicheremo il concorso per barman Medardo Cocktail Race”.
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