CRV – Regione Veneto premia tesi di laurea su antisemitismo e Shoà
13 Luglio 2022 12:27
“Il Veneto è la regione che ha registrato il maggior numero di ebrei stranieri internati. Far conoscere le loro storie di partecipazione attiva alla vita sociale, culturale, economica, politica e anche militare del paese, e l’orrore della discriminazione, dell’internamento e dell’annientamento, è una scelta di civiltà, un processo doveroso di ricostruzione della memoria e della verità”. Così la presidente della commissione Cultura del Consiglio veneto Francesca Scatto e il capogruppo dell’intergruppo Lega-Liga veneta Alberto Villanova hanno salutato la premiazione pubblica della tesi di laurea di Antonio Spinelli “Vite sospese. Gli ebrei stranieri in provincia di Padova (1933-1945), discussa all’ateneo di Padova nel 2020 e ora pubblicata dalla casa editrice Il Poligrafo.
Lo studio del professor Spinelli riguarda i 1400 ebrei stranieri presenti in Veneto nel primo ventennio del Novecento, ai quali il regime fascista riservò un trattamento diverso rispetto a quanto accadde agli ebrei italiani: mentre gli ebrei italiani subirono le nefaste leggi razziali ma, se non in pochi casi, non furono condotti nei campi di concentramento, gli stranieri venivano quasi tutti internati e da lì deportati nei campi di concentramento. Un destino che a Padova ha annientato docenti e studenti universitari, politici e amministratori, intere famiglie della borghesia intellettuale, imprenditoriale e professionale del Veneto.
La consegna del premio regionale, per mano dell’assessore alla cultura Cristiano Corazzari, è avvenuta nell’emblematica cornice del Museo della Padova Ebraica, l’ex sinagoga di rito tedesco di Padova bruciata dai fascisti del 1943, restaurata alla fine degli anni Novanta e diventata ora lo scrigno della cultura, delle tradizioni e della memoria della presenza ebraica a Padova e nel suo territorio. La premiazione del documentato lavoro storico di Spinelli rappresenta il primo evento pubblico, nel territorio veneto, in attuazione della legge regionale 5/2020 dedicata alle ‘iniziative per il Giorno della memoria’ e a favorire “la consapevolezza della shoà e il contrasto all’antisemitismo con la promozione della conoscenza della cultura ebraica”. Alla cerimonia hanno partecipato il presidente della Comunità ebraica di Padova Gianni Parenzo, Gina Cavalieri, presidente della Fondazione per il Museo della Padova Ebraica, Davide Romanin Jacur, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei), Giorgio Romanin Jacur, vicepresidente della Fondazione per il Museo della Padova ebraica. Il Consiglio regionale è stato rappresentato anche dalla consigliera Elisa Cavinato (Lega-Lv).
Della legge Villanova e Scatto sono stati rispettivamente il primo firmatario e la fautrice del suo ulteriore potenziamento per raggio di azione e disponibilità economiche: “La prima legge di valorizzazione della memoria della Shoà in una regione italiana – sottolineano – sta producendo frutti significativi, a partire dalle scuole. Non si limita a promuovere la riflessione su una data e un evento storico, ma è diventata un impegno collettivo per approfondire la storia e la cultura ebraica, nelle sue multiformi espressioni, nelle sue tante storie individuali e collettive, e nel suo profondo legame con la terra veneta. Siamo convinti che la conoscenza sia il primo vaccino nei confronti dell’antisemitismo, delle discriminazioni e dei rigurgiti del pensiero negazionista. Conoscere la storia è il modo migliore perché le sue tragedie non abbiano a ripetersi. Pubblicazioni come quella di Antonio Spinelli sollevano il velo su storie dimenticate o poco note facendole diventare un monito per le coscienze contemporanee. Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario’, ci ha insegnato Primo Levi. È una esortazione a leggere a cuore aperto ciò che ci ha insegnato il passato e a non banalizzare o sottovalutare segnali di odio e di esclusione. La riscoperta del contributo e della ricchezza della cultura ebraica alla storia e alla vita delle nostre comunità è la miglior risposta all’oblio a cui leggi razziali e macchina dello sterminio volevano condannare la presenza e la tradizione ebraica”.
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