CRV – In Aula la legge che disciplina la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra
05 Luglio 2022 18:28
Il Consiglio regionale del Veneto, nel corso della seduta odierna, ha iniziato l’esame del Progetto di legge n. 97 rubricato ‘Norme per la disciplina per la realizzazione di impianti fotovoltaici con moduli ubicati a terra’ illustrato in Aula dal primo firmatario, il Consigliere Roberto Bet (Lega-LV), correlatore l’esponente del Partito Democratico Andrea Zanoni.
Come ricordato dal Relatore, il Consigliere Bet, il quadro normativo di riferimento della materia è costituito dalle disposizioni di origine europea, nazionale e regionale sulla transizione energetica, indirizzate alla decarbonizzazione entro il 2050, e alla riduzione della dipendenza energetica, elemento – quest’ultimo – reso più evidente dalle recenti evoluzioni del quadro internazionale e dei relativi centri di crisi. In particolare, nel 2013, il Veneto, tra le prime Regioni in Italia, si è dotato di uno strumento giuridico di disciplina delle modalità di autorizzazione di impianti fotovoltaici con moduli ubicati a terra. A tal proposito, sono stati ricordati alcuni valori, aggiornati agli ultimi mesi: in Veneto ci sono 147mila impianti fotovoltaici, per una potenza installata di 2mila megawatt e una produzione lorda di 2.500 gigawattora; il Veneto si colloca alle spalle della sola Lombardia per numero di impianti e di potenza. Assieme, queste due Regioni concentrano il 30% degli impianti installati sul territorio nazionale. Gli impianti a terra in Veneto costituiscono il 18% degli impianti presenti, mentre l’82% degli impianti è sui tetti. In questo quadro si inserisce la legge quadro nazionale n. 199/2021 che, in sintesi, richiede alle Regioni di individuare aree idonee e non idonee, di semplificare le procedure autorizzative, ossia, in sostanza, favorire l’installazione di impianti fotovoltaici tenendo nel dovuto conto alcuni principi di tutela; non risultano peraltro emanate le linee guida ministeriali in materia. Nella proposta di legge, vi è quindi l’individuazione di aree che presentano indicatori di non idoneità presuntiva e aree con indicatori di idoneità, rispetto alla realizzazione degli impianti fotovoltaici con moduli ubicati a terra. L’individuazione è frutto di un bilanciamento di interessi tra l’uso di fonti rinnovabili nella produzione di energia e la tutela dell’ambiente, del paesaggio, del patrimonio storico-artistico, delle tradizioni agroalimentari locali e della biodiversità. La legge, inoltre, prevede una serie di definizioni: gli impianti fotovoltaici convertono la radiazione solare in energia con moduli fotovoltaici piani e le relative infrastrutture; tali impianti vengono distinti tra quelli con moduli fotovoltaici posizionati a terra, ossia posati o infissi attraverso supporti sul terreno, e impianti agro-voltaici, in cui i moduli vengono elevati da terra su terreni mantenuti in coltivazione. Inoltre, per gli impianti di potenza uguale o superiore a 1 megawatt, la realizzazione è ammessa come impianto agro-voltaico, ma con moduli a terra purché le aree classificate agricole dagli strumenti urbanistici comunali asservite (recuperando un istituto risalente agli anni ’80 in relazione all’edificazione in area agricola) all’impianto siano almeno pari a 20 volte l’area occupata dall’impianto stesso. Tra le aree che invece presentano indicatori di idoneità all’installazione di impianti fotovoltaici, le aree a destinazione industriale, artigianale, per servizi e logistica, ivi incluse quelle dismesse, terreni agricoli abbandonati o incolti; superfici di strutture edificate come capannoni industriali e parcheggi; le aree interessate da discariche o lotti di discarica chiusi e ripristinati, da miniere, cave o lotti di cave non suscettibili di ulteriore sfruttamento. A margine dell’illustrazione del provvedimento sono intervenuti anche i Consiglieri Elisa Venturini (Forza Italia), Giuseppe Pan e Marco Zecchinato (Lega-LV) e per Fratelli d’Italia, Raffaele Speranzon ed Enoch Soranzo, che hanno ulteriormente evidenziato diversi aspetti fondamentali del provvedimento legislativo, auspicandone la più rapida applicazione. Sul tema, e sull’iter approvativo del Pdl, è intervenuta Silvia Rizzotto (Lega-LV), Presidente della Seconda commissione permanente del Consiglio, ove il Pdl era incardinato, che ha ricordato le numerose sedute di Commissione dedicate sia all’esame della proposta, sia all’ascolto dei portatori di interesse, e quindi anche all’approfondimento della materia, aspetto sottolineato anche dall’Assessore regionale di comparto Cristiano Corazzari, che ha sottolineato a sua volta il fatto che la disciplina complessiva della materia è ancora ‘in divenire’.
Di seguito, il Correlatore, il Consigliere Zanoni, ha sottolineato come il Pdl sia entrato all’ordine del giorno dei lavori dell’Aula un anno e mezzo dopo la presentazione della prima proposta legislativa, di seguito modificata, un arco di tempo nel corso del quale si è verificata una sorta di “Rincorsa all’accaparramento delle autorizzazioni con la presentazione di decine di progetti presso gli uffici dei comuni del Veneto”. Un tema particolarmente delicato, alla luce dei 788 ettari di territorio (dati Arpav) occupati da impianti fotovoltaici a terra. Secondo un nostro studio, commissionato all’Università di Padova, servirebbe una superficie di circa 12mila ettari – lo 0,65% del territorio regionale – per conseguire l’autonomia energetica: “Ma dove reperire queste superfici?” è la domanda posta dal Correlatore, sottolineando la necessità di trovare un equilibrio tra una norma che limiti la corsa al consumo di suolo col fotovoltaico a terra e le norme che delineano l’interesse pubblico rispetto a questo tipo di impianti. L’utilizzo di indicatori presuntivi, non da obblighi, può costituire un elemento di incertezza relativamente all’impianto generale della legge, e tuttavia sul punto, le pronunce della Consulta impediscono di configurare dei divieti attraverso questa normativa. La Legge quindi rappresenta un tentativo di ridurre i danni e anche se con ritardo mette alcuni paletti che prima non c’erano e che tornerà utile. Di seguito, sono intervenute le Consigliere Cristina Guarda di Europa Verde e Elena Ostanel de Il Veneto che Vogliamo, che hanno evidenziato rispettivamente alcuni aspetti legati alla definizione di agri-voltaico e la necessità di tutelare il paesaggio non solo in occasione della disciplina degli impianti fotovoltaici, ma anche in altre circostanze, con il rischio di perdere un’occasione di disciplinare in maniera completa la materia, aspetto quest’ultimo ribadito anche dal Consigliere Arturo Lorenzoni che, nel corso del suo intervento, ha ripercorso il lungo iter della legge approdata in Aula, sottolineando la necessità di un diverso coinvolgimento degli enti locali, in particolare province e comuni (aspetto a proposito del quale il Consigliere ha paventato la sussistenza di margini di incostituzionalità, tema sul quale peraltro, e successivamente, è intervenuto nuovamente il Relatore Bet, evidenziando invece i margini di tenuta costituzionale del provvedimento) nel corso della fase applicativa della disciplina.
L’esame del progetto di legge proseguirà nel corso della prossima seduta del Consiglio, dopo la fase di valutazione degli emendamenti presentati dai Consiglieri.
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