CRV – ‘Storie di vittime innocenti di Mafia’, a cura di Valeria Scafetta e Avviso Pubblico
21 Giugno 2022 17:18
È stato presentato oggi a palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, il libro ‘Storie di vittime innocenti di Mafia’, a cura di Valeria Scafetta e Avviso Pubblico, con la collaborazione di Giulia Migneco, illustrazioni di Dorilys Giacchetto e fumetti di Elleni, Becco Giallo Editore. Il volume, finanziato della Regione del Veneto, in prefazione presenta gli interventi del Presidente della Giunta e del Consiglio regionale.
L’opera racconta le storie di sedici giovani vite spezzate dalla violenza mafiosa, sedici vittime innocenti, come Cristina, Matteo, Marco, Mariangela, Antonio, Annalisa, Claudio, appartenenti a famiglie senza alcun legame con organizzazioni criminali. Ma non è una pubblicazione incentrata sul dolore e la memoria, ma parte dalla sofferenza e dal ricordo dei familiari per diffondere nella società e, in particolare, tra i giovani, i semi della legalità, con l’obiettivo di far crescere comunità più giuste e sane.
Il Presidente del Consiglio regionale del Veneto ha moderato la presentazione e ha sottolineato “la necessità di contrastare le mafie, con l’Italia che deve farsi guida a livello europeo nella lotta contro l’infiltrazione e il radicamento della criminalità organizzata, presente soprattutto nel Nord del Paese. La piovra mafiosa ha esteso i propri tentacoli ormai ovunque, in particolare nei settori del narcotraffico, della prostituzione, della tratta di esseri umani, nel riciclaggio: Cosa Nostra, Camorra, Ndrangheta e Sacra Corona Unita traggono benefici da appoggi esterni. La mafia oggi indossa i panni dell’imprenditore insospettabile pronto ad andare incontro alle persone che si trovano in difficoltà economica, offrendo loro una scorciatoia per aggirare le difficoltà della vita. Ma è solo apparenza. Per questo, è fondamentale l’impegno di tutti per diffondere la cultura della legalità, tenendo sempre alta la soglia dell’attenzione, consapevoli che contro il cancro della criminalità organizzata non si fa mai abbastanza. Soprattutto i nostri giovani devono capire che per sconfiggere le mafie non è sufficiente il pur encomiabile impegno profuso dalle Forze dell’ordine e dalla Magistratura: come scriveva Pier Paolo Pasolini, ‘la lotta più dura si combatte all’interno delle coscienze, nell’impegno quotidiano di ciascuno di noi’. Il libro di Valeria Scafetta racconta le storie di tante vittime innocenti di mafia, ma ha il grande pregio di trasformare l’amarezza e il dolore in un segno di speranza, nella consapevolezza di dover difendere i nostri diritti e lottare per la nostra libertà”. “E’ quanto mai opportuno seminare nelle scuole la cultura della legalità come antidoto per contrastare la criminalità organizzata: questo è il senso della pluriennale e proficua collaborazione che la Regione Veneto intrattiene con Avviso Pubblico”, ha concluso il Presidente del Consiglio.
L’autrice, Valeria Scafetta, ha spiegato che “il libro è frutto di un lavoro di squadra. Raccoglie le storie delle famiglie che me le hanno raccontate. Vuole sensibilizzare soprattutto i ragazzi delle scuole sul tema della responsabilità e dell’impegno civico. Pur partendo dal dolore e da un dato negativo, le tante vittime di mafia senza alcuna colpa, cerca di dare una speranza, raccontando il dopo, il percorso che si è fatto all’indomani della morte di questi giovani. Testimonia l’impegno delle loro famiglie, delle associazioni nel ricordare le vittime innocenti, trasformando la sofferenza in semi di legalità, in qualcosa di luminoso, in grado di riaccendere la speranza nei cuori di ciascuno di noi. Il libro ha fatto un lungo viaggio, partendo da Palermo, da una libreria per ragazzi, in ricordo di Claudio Domino, un bambino di solo nove anni, vittima innocente di mafia; ha portato nelle scuole del nostro Paese preziose testimonianze con un linguaggio semplice e un’illustrazione accattivante, anche grazie alla graphic novel; alla fine, un fumetto racconta la mafia del Brenta in modo concreto e serio. Troviamo quindi le storie di ragazzi veneti come Cristina Pavesi, vittima della banda Maniero, e di Matteo Toffanin, ma anche di Silvano Franzolin, che dal Veneto ha trovato la morte a Palermo, indossando la divisa di Carabiniere di cui andava fiero; di Domenico Gabriele e Rossella Casini, e di altri giovani stranieri uccisi in Italia”.
Stefania Bonduan ha ricordato l’impegno dell’Associazione ‘Gens Nova O.d.V’, di cui è consigliere nazionale e delegato in Veneto. “Siamo volontari che lavoriamo sul territorio nazionale affiancando le istituzioni nella lotta contro ogni forma di violenza: di genere, bullismo e cyberbullismo, contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa; il nostro impegno è a 360 gradi, sviluppato su più livelli. Crediamo nell’importanza di fare rete, instaurando un dialogo continuo tra istituzioni, cittadini e ragazzi delle scuole. Solo la cultura e la coscienza, alimentate da una corretta informazione e formazione, potranno sconfiggere le mafie. Questa presentazione rappresenta una importante occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di contrastare le organizzazioni mafiose, ma è anche un prezioso momento di conoscenza e di presa di coscienza di cosa sia realmente la violenza esercitata dalla criminalità organizzata. Michela Pavesi e i familiari delle vittime innocenti di mafia hanno saputo fare delle loro esistenze un impegno quotidiano per diffondere la legalità. Abbiamo il dovere di ricordare tutte le vittime innocenti, che continuano a vivere grazie alle parole e al lavoro delle persone che le hanno conosciute: è questa la forza del libro di Valeria Scafetta”.
Pierpaolo Romani, Coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, ha evidenziato come “il libro è nato dal lavoro di tante persone che si sono messe in gioco per coniugare memoria e impegno: grazie alla ‘Giornata regionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie’, promossa dalla Regione del Veneto e realizzata da Avviso Pubblico, in sette anni abbiamo coinvolto cinquemila ragazzi delle scuole che hanno iniziato a ragionare sul fenomeno della criminalità organizzata e mafiosa, supportati da persone competenti e da quasi duecento insegnanti. Aveva ragione il Giudice Caponnetto nell’affermare che ‘la Mafia teme la Scuola più della Giustizia’: dobbiamo rafforzare la cultura, ovvero la corretta conoscenza della mafia, che anche in Veneto è fortemente radicata da almeno trent’anni, favorita dalla consapevole connivenza di chi ha voluto intrattenere affari con essa, mettendo in pericolo la nostra libertà, la nostra sicurezza, lo sviluppo della nostra società. Credo quindi che la mafia sia innanzitutto un problema culturale perché si presenta come una facile e pronta soluzione ai problemi quotidiani. Fondamentale è fare prevenzione, a partire dai giovani, creando una Rete di Legalità organizzata che coinvolga Regione, scuole e Istituzioni locali. Il libro è un prezioso strumento per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissi. Ma serve l’impegno di tutti per sconfiggere le mafie, a iniziare da una buona Politica e da una buona amministrazione del bene pubblico”.
Toccante la testimonianza finale di Michela Pavesi, che ha ricordato la nipote Cristina, figlia del fratello maggiore, studentessa universitaria trevigiana, “una ragazza caparbia e determinata, piena di sogni che purtroppo non ha potuto trasformare in realtà. Ma la sua morte non è stata inutile, ha uno scopo: portare a tutti i ragazzi un seme di speranza, spronandoli ad andare diritti verso i loro sogni che hanno tutto il diritto di realizzare. Cristina vive nelle coscienze dei giovani, delle persone che ho incontrato: no, la sua vita non è stata inutile, ma continua in loro portando luce e conforto. Mia nipote vive anche nel lavoro che facciamo ogni giorno, nell’impegno dei nostri amministratori per diffondere la cultura della legalità e difendere i sogni dei nostri ragazzi”.
Il libro si conclude con l’elenco alfabetico delle giovani vittime della criminalità organizzata: Alfredo Manzoni, Andrea Bonforte… Bartolo Pesce…Vittorio Maglione
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