CRV – Sesta commissione – Illustrata relazione conclusiva sulle attività 2021 di Veneto Lavorot
15 Giugno 2022 16:33
La Sesta commissione permanente del Consiglio regionale del Veneto, nel corso della seduta odierna, ha iniziato l’esame del Parere alla Giunta regionale n. 155, ovvero della relazione conclusiva sulle attività svolte nel 2021 da Veneto Lavoro – illustrata dal direttore Tiziano Barone -, ovvero l’ente strumentale che ha come mission fondamentale il miglioramento del funzionamento del mercato del lavoro e che si pone come soggetto intermedio tra domanda e offerta di lavoro tramite i servizi pubblici per l’impiego e che offre i servizi riguardanti le politiche attive per il lavoro regionali, come – a titolo esemplificativo – gli assegni per il lavoro e di ricollocazione, Garanzia Giovani Veneto, esperienze di formazione e tirocinio in azienda, sostegno all’occupabilità dei soggetti svantaggiati. I dati relativi all’andamento del mercato del lavoro nel 2021 – in linea di massima coerenti con il quadro di ripresa economica del post-emergenza Covid – sono stati messi a confronto anche con i primi dati del 2022 pubblicati nell’ultimo numero della Bussola di Veneto Lavoro – disponibile nel sito istituzionale dell’ente strumentale – che espone la situazione occupazionale del lavoro dipendente in Veneto (contratti a tempo indeterminato, determinato e di apprendistato del settore privato) fino allo scorso maggio, periodo in cui il saldo tra assunzioni e cessazioni è di +57mila unità (nel 2021 il dato era di +39mila nel 2021, mentre nel 2019 il dato era superiore a +61mila unità): il bilancio positivo si compone di +16mila posizioni a tempo indeterminato, +40,9mila a tempo determinato e +300 in apprendistato. Particolare attenzione è stata posta al fenomeno della reperibilità di lavoratori qualificati come camerieri e cuochi, nonché alla disoccupazione nel 2021: a tale ultimo proposito, l’Istat individua 116mila disoccupati (il 60% dei quali, peraltro, non ha competenze digitali), ai quali però andrebbero aggiunti i 125mila cosiddetti inattivi che possono essere considerati forze-lavoro potenziali e che andrebbero a comporre un più ampio perimetro di disoccupazione, dati che, allo stato attuale, peraltro, non sembrano ancora risentire delle più recenti crisi internazionali. Altro aspetto affrontato nel corso dell’illustrazione del provvedimento, il fenomeno delle dimissioni dei lavoratori con contratto a tempo indeterminato, attestate su quasi 52mila unità, dato superiore di oltre un terzo sia rispetto al 2021, sia rispetto al 2019; a tale proposito si registra la ricollocazione entro 7 giorni dalle dimissioni, spesso nel medesimo settore lavorativo. L’esame del provvedimento, particolarmente complesso, proseguirà nel corso delle prossime sedute della Commissione che affronterà anche gli altri punti all’ordine del giorno della seduta odierna.
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