“Scioperi nella logistica con intenti estorsivi”, sei arresti nei vertici Si Cobas e Usb
19 Luglio 2022 10:15
Otto indagati e sei arresti: quattro appartenenti al sindacato autonomo Si Cobas e due al sindacato Usb. E’ il bilancio di una operazione di polizia disposta dalla Procura di Piacenza scattata all’alba di martedì 19 luglio.
Gli esponenti sindacali finiti ai domiciliari sono Aldo Milani, Ali Mohamed Arafat, Carlo Pallavicini, Bruno Scagnelli, Abed Issa Mahmoud El Moursi, Roberto Montanari.
Oltre a loro sono indagati anche Elderdah Fisal, a carico del quale è stato emesso l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, e Zagdane Riadh, destinatario del divieto di dimora nel territorio piacentino.
Le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di numerosi reati, tra cui violenza privata, resistenza e violenza a Pubblico ufficiale, sabotaggio, interruzione di pubblico servizio.
“Nello specifico, a seguito di una articolata attività di indagine avviata dalla Digos con la collaborazione della Squadra Mobile della Questura di Piacenza – si legge nella nota della Questura -, è stato constatato, anche attraverso l’uso di intercettazioni telefoniche e riscontri patrimoniali, come, fin dal 2016, dietro lo schermo delle sigle sindacali, gli indagati avessero dato vita a due distinte associazioni per delinquere finalizzate ad introitare i proventi derivanti dalle sostanziose conciliazioni lavorative e dal tesseramento dei lavoratori impiegati nel settore della logistica piacentina a seguito dei conflitti che venivano artificiosamente creati dagli stessi. Infatti, dietro i numerosissimi picchettaggi e azioni di protesta apparentemente rivolte alla tutela dei diritti dei lavoratori, si celavano azioni delittuose finalizzate ad aumentare sia il conflitto con la parte datoriale sia tra le opposte sigle sindacali, al fine di aumentare il peso specifico dei rappresentanti sindacali all’interno del settore della logistica per ottenere vantaggi che esulavano dai diritti sindacali apparentemente tutelati. L’indotto economico ricavato serviva inoltre ai vertici dell’organizzazione, oltre che per un diretto guadagno personale, anche per alimentare le figure intermedie dei delegati, da tenere a libro paga del sistema, con la prospettiva di “carriera”. Le singole multinazionali o i datori di lavoro di volta in volta interessati, venivano sottoposti ad una condizione di esasperazione che li costringeva ad accettare le richieste economiche che gli venivano fatte”.
Nel provvedimento eseguito oggi l’Autorità Giudiziaria ha sottolineato la non sovrapponibilità tra le associazioni per delinquere formate dagli indagati e le sigle sindacali costituite in Provincia di Piacenza, evidenziando la liceità di queste ultime organizzazioni votate alla salvaguardia dei diritti dei lavoratori, diversamente dagli indagati, che si sono avvalsi delle loro posizioni all’interno dei sindacati per perseguire finalità di carattere strettamente personale, non esitando a mettere in pericolo l’incolumità dei loro adepti in proteste sempre più estreme, sfruttando anche mediaticamente le loro vicende giudiziarie, per perseguire obiettivi di potere ed arricchimento.
Gli otto indagati sono dunque risultati destinatari delle seguenti misure cautelari, disposte dal GIP del Tribunale di Piacenza su richiesta della Procura della Repubblica: 6 persone alla misura degli arresti Domiciliari per il reato di associazione per delinquere, abbinate all’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria per 5 indagati ed al divieto di dimora a Piacenza per il sesto indagato per i reati fine dell’associazione; per un settimo indagato del Divieto di Dimora in Provincia di Piacenza e per l’ottavo dell’Obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.
L’esecuzione delle misure cautelari è stata eseguita con la collaborazione delle Digos di Milano e Roma dove gli indagati, alcuni dei quali con cariche di rilievo nazionale, risiedono. Un ulteriore rappresentante sindacale è stato invece rintracciato dalla Digos di Messina sulle Isole Eolie.
Dopo la notizia degli arresti – che si era diffusa dalla mattinata, e alla quale hanno fatto seguito una comunicazione del sindacato SiCobas e un comunicato stampa del sindacato Usb (Unione Sindacale di Base), nel quale annuncia uno sciopero generale della logistica -un centinaio di manifestanti si è riunito nei pressi della questura per protestare.
IL COMUNICATO SICOBAS:
“All’alba di stamattina, su mandato della procura di Piacenza, la polizia ha messo agli arresti domiciliari il coordinatore nazionale del SI Cobas Aldo Milani e tre dirigenti del sindacato piacentino: Mohamed Arafat, Carlo Pallavicini e Bruno Scagnelli.
Le accuse sono di associazione a delinquere per violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale sabotaggio e interruzione di pubblico servizio. Tale castello accusatorio sarebbe scaturito dagli scioperi condotti nei magazzini della logistica di Piacenza dal 2014 al 2021: secondo la procura tali scioperi sarebbero stati attuati con motivazioni pretestuose e con intenti “estorsivi”, al fine di ottenere per i lavoratori condizioni di miglior favore rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale. Sul banco degli imputati figurano tutte le principali lotte e mobilitazioni condotte in questi anni: GLS, Amazon, FedEx-TNT, ecc. È evidente che ci troviamo di fronte all’offensiva finale da parte di stato e padroni contro lo straordinario ciclo di lotte che ha visto protagonisti decine di migliaia di lavoratori che in tutta Italia si sono ribellati al caporalato e condizioni di sfruttamento brutale. E altrettanto evidente il legame tra questo teorema repressivo e il colpo di mano parlamentare messo in atto pochi giorni fa dal governo Draghi su mandato di Assologistica, con la modifica dell’articolo 1677 del codice civile tesa a ad eliminare la responsabilità in solido delle committenze per i furti di salario operati dalle cooperative e dalle ditte fornitrici. Ci troviamo di fronte a un attacco politico su larga scala contro il diritto di sciopero e soprattutto teso a mettere nei fatti fuori legge la contrattazione di secondo livello, quindi ad eliminare definitivamente il sindacato di classe e conflittuale dai luoghi di lavoro.
Come da noi sostenuto in più occasione, l’avanzare della crisi e i venti di guerra si traducono in un’offensiva sempre più stringente contro i proletari e in particolare contro le avanguardie di lotta. Contro questa ennesima provocazione poliziesca, governativa e padronale il SI Cobas e i lavoratori combattivi, al di là delle sigle di appartenenza, sapranno ancora una volta rispondere in maniera compatta, decisa e tempestiva”.
IL COMUNICATO USB:
“Misure cautelari e perquisizioni contro l’Unione Sindacale di Base e le lotte di classe: USB proclama lo sciopero generale della logistica. Giù le mani da USB!
Da questa mattina all’alba è in corso un’operazione di polizia su input della Procura di Piacenza nei confronti di dirigenti sindacali dell’USB e del Si Cobas della logistica. Con ben 350 pagine di ordinanza si costruisce un vero e proprio “teorema giudiziario” sulla scorta di un elenco interminabile di “fatti criminosi” quali picchetti, scioperi, occupazioni dei magazzini, assemblee ecc. Numerosi i dirigenti sindacali posti agli arresti domiciliari e le perquisizioni. La logistica è uno degli snodi centrali dell’economia capitalista di nuova generazione, la circolazione delle merci è un ganglio determinante della catena del valore ed è lì che la contraddizione si esprime a livello più alto: sfruttamento della manodopera, per lo più straniera e ricattabile, utilizzo senza freni degli appalti e subappalti a cooperative anche con infiltrazioni, nemmeno troppo sotterranee, della malavita organizzata, diritti sindacali inesistenti e sistematicamente violati e quindi è lì che le lotte, il conflitto sono più dure e determinate e lì colpisce la repressione.
La USB è nel mirino del Ministero degli Interni e delle Procure di mezz’Italia ormai da troppo tempo, dalle denunce a raffica nei confronti di chi si oppone alla guerra e all’invio di armi, alle condanne per chi manifestava contro l’assassinio del nostro delegato proprio della logistica Abd El Salam durante un picchetto proprio a Piacenza per cui nessuno ha pagato, al “ritrovamento” di una pistola in un bagno della Federazione nazionale USB che si prova ad accollare ad un dirigente sindacale proprio della logistica. È quindi evidente il tentativo, questo sì criminale, di cercare di impedire che nei magazzini della logistica, nei luoghi della produzione e della commercializzazione delle merci cresca e si rafforzi il sindacato di classe, conflittuale, che non cede di un millimetro sui diritti dei lavoratori.
La USB proclama lo sciopero generale della logistica a partire dal turno di notte odierno e per 24 ore, lancia un appello a tutte le proprie federazioni perché attivino presidi di protesta in ogni città e sta valutando con i propri legali la controffensiva giudiziaria per smontare questo vero e proprio teorema antisindacale e le ulteriori iniziative di lotta”.
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