Frena la richiesta di energia elettrica: cala la produzione nucleare, aumenta il carbone

21 Luglio 2022 05:00

Domanda di elettricità mondiale in crescita nel 2022, ma con una brusca frenata rispetto all’anno scorso a causa dell’indebolimento della crescita economica e dell’impennata dei prezzi dell’energia in seguito all’invasione della Russia in Ucraina.
È quanto emerge dall’ultimo report dell’Agenzia internazionale dell’energia sul mercato dell’elettricità, secondo cui la domanda dovrebbe crescere del 2,4% nel 2022, dopo l’aumento del 6% dell’anno scorso, allineandosi al tasso di crescita medio dei cinque anni precedenti la pandemia da Covid.
Sebbene si preveda che la domanda di elettricità continui a crescere in modo simile fino al 2023, le prospettive sono offuscate dalle turbolenze economiche e dall’incertezza sul modo in cui i prezzi dei combustibili potrebbero influire sul mix di generazione.
Le forti aggiunte di capacità sono destinate a far crescere la produzione globale di energia da fonti rinnovabili di oltre il 10% nel 2022, sostituendo parte della produzione da combustibili fossili.
Nonostante il calo del 3% del nucleare, la generazione a basse emissioni di carbonio è destinata ad aumentare complessivamente del 7%, con un calo dell’1% della generazione totale basata sui combustibili fossili. Di conseguenza, le emissioni di anidride carbonica (Co2) del settore elettrico mondiale sono destinate a diminuire nel 2022 rispetto al massimo storico raggiunto nel 2021, anche se di meno dell’1%.

IL PREZZO DEL GAS
Nella prima metà del 2022, i prezzi medi del gas naturale in Europa sono stati quattro volte superiori a quelli dello stesso periodo del 2021, mentre i prezzi del carbone sono stati più che triplicati, con il risultato che i prezzi dell’elettricità all’ingrosso sono più che triplicati in molti mercati.
L’indice dei prezzi dell’Aie per i principali mercati globali dell’elettricità all’ingrosso ha raggiunto livelli doppi rispetto alla media del primo semestre del periodo 2016-2021.
A causa dei prezzi elevati del gas e dei vincoli di fornitura, il carbone sta sostituendo il gas naturale per la produzione di energia elettrica nei mercati con capacità inutilizzata di impianti a carbone, in particolare nei Paesi europei che cercano di porre fine alla loro dipendenza dalle importazioni di gas russo.
Per garantire l’approvvigionamento energetico dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, alcuni Paesi europei hanno ritardato i piani di eliminazione graduale del carbone e hanno revocato le restrizioni precedentemente imposte al carbone.
A livello globale, si prevede che l’uso del carbone per l’energia elettrica aumenterà leggermente nel 2022, poiché la crescita in Europa è bilanciata dalla contrazione in Cina, a causa della forte crescita delle fonti rinnovabili e di un aumento solo modesto della domanda di elettricità, e negli Stati Uniti, a causa dei vincoli sull’offerta e sulla capacità delle centrali a carbone. L’energia elettrica da gas dovrebbe diminuire del 2,6%, poiché i cali in Europa e in Sud America superano la crescita in Nord America e in Medio Oriente.
“Il mondo si trova nel mezzo della prima vera crisi energetica globale, innescata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, e il settore elettrico è uno dei più colpiti”, ha dichiarato Keisuke Sadamori, direttore dell’Aie per i mercati e la sicurezza energetica. “Questo è particolarmente evidente in Europa, che sta vivendo una grave turbolenza del mercato dell’energia, e nelle economie emergenti e in via di sviluppo, dove le interruzioni delle forniture e l’impennata dei prezzi dei combustibili stanno mettendo a dura prova i fragili sistemi energetici e provocando blackout. I governi sono costretti a ricorrere a misure di emergenza per affrontare le sfide immediate, ma devono anche concentrarsi sull’accelerazione degli investimenti nelle transizioni energetiche pulite come risposta duratura più efficace alla crisi attuale”, ha concluso.

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