Scontri e tensione ieri all’Ikea. In serata la tregua
02 Novembre 2012 18:44
Giornata di guerriglia quella di ieri all’Ikea. Di seguito la cronaca.
VENERDI’ 2 NOVEMBRE
AGGIORNAMENTO DELLE 18.10
Da tre ore prosegue il tavolo di confronto tra Cobas, istituzioni e cooperative a Palazzo Farnese. Aldo Milani dei Cobas ha dichiarato: “il picchetto è sospeso, ci hanno assicurato il reintegro di tutti i facchini con eventuali provvedimenti disciplinari che non condividiamo ma siamo disposti ad accettare purché non si tratti del trasferimento in altri siti. In tal caso riprenderemo il picchetto”. Il sindaco Paolo Dosi esprime preoccupazione. “La riunione di oggi serviva soprattutto per riportare l’ordine pubblico, le cooperative hanno garantito: nessun licenziamento, ma sui possibili trasferimenti resta un nodo da sciogliere. A rischio la permanenza di Ikea in città “.
“Mi pare evidente che la situazione stia progressivamente degenerando”, ha commentato Tommaso Foti. “Le scene viste oggi di fronte agli stabilimenti dell’Ikea – ha proseguito il deputato del Pdl – non sono ulteriormente tollerabili e sono di ancora maggiore gravità se si considera che sono alimentate da infiltrati politici, i cui nominativi sono ben noti alle autorità di pubblica sicurezza del nostro territorio. Mi auguro che i tavoli istituzionali di mediazione contribuiscano a risolvere una questione che, per altro, è e rimane interna all’azienda”. Sull’argomento è intervenuto anche Marco Colosimo, consigliere comunale di Piacenza Viva-FLI, che ha criticato il sindacato Si.Cobas e Rifondazione Comunista, che si fanno padroni “di questi disagi, promettendo ai facchini migliori condizioni di lavoro, campeggiandosi come l’unico sindacato realmente dalla parte dei lavoratori disagiati, l’unico sindacato che non scende a compressi, l’unico che non cede alle logiche imprenditoriali”. Colosimo ha poi aggiunto di non credere che questo sia “un sindacato a cui davvero stanno a cuore gli interessi e le problematiche dei lavoratori, bensì un movimento che mira a recare il più grave danno possibile a grandi colossi economici che hanno deciso di insediare i propri stabilimenti nel nostro territorio, creando circa 700 posti di lavoro”. Di tutt’altro avviso Nando Mainardi, segretario di Rifondazione Comunista dell’Emilia Romagna, che attacca l’azienda svedese: “Ikea, che ha provato in questi anni a costruirsi una fama di multinazionale illuminata e democratica, non tollera il minimo dissenso all’interno dei propri stabilimenti: chi alza la testa paga. Bella pubblicità! Chiediamo a Cgs se rientri nello spirito cooperativo quanto avvenuto oggi davanti ai cancelli dell’Ikea. Chiediamo, insieme ai lavoratori e ai Si-Cobas, che nessuno perda il posto di lavoro”.
AGGIORNAMENTO DELLE 15.00
Il direttore dell ufficio provinciale del lavoro Alessandro Millo chiede un tregua fino al 12 novembre: «Chiedo una tregua fino al 12 novembre, data della convocazione delle parti presso la Direzione Territoriale del Lavoro per l’esame congiunto della vicenda esplosa davanti ai cancelli dell’IKEA. Fino a quella data chiedo di rimuovere temporaneamente tutti i blocchi ed i presidi di fronte all’azienda ed assicurare dieci giorni di normale svolgimento dell’attività lavorativa, anche per dimostrare se sono i lavoratori a voler restare fuori a scioperare o se è l’azienda a non farli entrare a lavorare. Ai manifestanti chiedo quindi di presentarsi regolarmente al lavoro ed alle aziende di inserirli con gli altri nei regolari turni di lavoro. A tutti chiedo di collaborare con le istituzioni nei diversi incontri già convocati per cercare una soluzione alla vertenza».
AGGIORNAMENTO DELLE 14:00
Presidio dei facchini davanti all’ospedale, dove sono stati portati i feriti. Fissato per le 15 un tavolo istituzionale di confronto tra le parti. Motivo della protesta odierna la sospensione di alcuni lavoratori protagonisti del picchetto dei giorni scorsi. Intanto i Cobas hanno proclamato per martedì 6 novembre dalle 18 uno sciopero generale della logistica.
AGGIORNAMENTO DELLE 13.00
Sulla mattinata di scontri davanti all’Ikea è intervenuto il presidente del Corsorzio Cgs Gianpiero Gortanutti che, raggiunto telefonicamente, ha dichiarato: “Le agitazioni sono estranee a questioni sindacali. Questa è guerriglia urbana, non è uno sciopero sindacale – ha proseguito – abbiamo fatto arrivare i pullman pieni di gente che vuole lavorare negli impianti, sono tutti nostri lavoratori, non c’è nessun estraneo. E’ gente che ora ha paura, che non sappiamo più se ha voglia di alzarsi alle 4 per rimanere bloccata davanti ai cancelli dell’azienda e a questo punto non sappiamo neanche che cosa deciderà Ikea sul futuro dello stabilimento piacentino. Noi sappiamo che 300 lavoratori sono bloccati da pochi facinorosi e tanti estranei. Questa mattina sono potuti entrare dopo due ore di blocco grazie alla mediazione del sindaco ma stasera hanno paura di uscire dallo stabilimento, non si può andare avanti così” ha concluso.
AGGIORNAMENTO DELLE 11:23
I feriti son quattro, tutti sono stati portati al pronto soccorso dalle ambulanze.
AGGIORNAMENTO DELLE 11:15
Sono ripartiti i camion dal deposito Ikea, dopo un duro scontro tra manifestanti e le forze dell’ordine.
Le trattative – che erano in corso – sono state interrotte bruscamente. Sono stati lanciati diversi fumogeni per disperdere la folla e consentire ai camion di ripartire.
Alcune persone sono rimaste ferite durante gli scontri.
AGGIORNAMENTO DELLE 10:35
Dopo il tentativo di sgombero fallito in mattinata che ha provocato il ferimento di alcune persone, al momento è in corso la trattativa tra i manifestanti e le forze dell’ordine. Sul posto sono presenti anche il sindaco di Piacenza Paolo Dosi e l’assessore comunale al Lavoro Luigi Rabuffi. Tutti i cancelli sono presidiati.
AGGIORNAMENTO DELLE 10:20
I cancelli dello stabilimento sono stati di nuovo bloccati dai manifestanti.
AGGIORNAMENTO DELLE 9:10
Gli scontri tra i manifestanti e le forze dell’ordine sono terminati e i pullman sono potuti entrare nello stabilimento.
NOTIZIA DELLE 8:44
Dopo la giornata di festa è ripreso questa mattina davanti ai cancelli dello stabilimento il blocco dei facchini che aderiscono ai sindacati Cobas. Un’agitazione che prosegue ormai da due settimane. I Cobas chiedono il rispetto dell’equità delle ore lavorate da tutti, la situazione è precipitata dopo l’azione disciplinare che il consorzio Cgs ha avviato nei confronti di 12 lavoratori, tra i protagonisti dei picchetti.
I manifestanti hanno impedito ai lavoratori di entrare in azienda. Nei momenti concitati un facchino e’ rimasto ferito ed e’ stato portato al pronto soccorso.
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