L’assessore Brianzi: “Concerti al Daturi e festival nei parchi, così sogno una città giovane”

25 Luglio 2022 03:01

Da giovane la “sua” Piacenza la sogna così: “Mi piacerebbe portare nuovi festival musicali nei parchi pubblici e favorire l’organizzazione di concerti al campo Daturi”. Ma non solo. Francesco Brianzi, 26 anni, immagina una città viva. Aperta alla “spinta delle nuove generazioni”. E il suo sguardo non è solo anagrafico, cioè legato all’età di chi rivendica un cambio di passo, ma anche amministrativo: da qualche giorno, infatti, Brianzi è il neoassessore a politiche giovanili, università e ricerca della giunta Tarasconi.

Qualcuno lo definisce l’enfant prodige della politica piacentina – “Di prodigioso non ho nulla, mi sono solo impegnato pancia a terra in questo percorso”, ribatte lui – di certo però è un ragazzo ben consapevole dei propri obiettivi. Un approccio appassionato lo ha già dimostrato come rappresentante degli studenti al liceo Gioia, poi come componente della consulta nazionale dei conservatori italiani. E la musica, non a caso, è l’altro filone che accompagna la sua vita: “Sono diplomato al Nicolini in strumenti a percussione e ho conseguito il titolo magistrale in musicologia all’università di Pavia. Adesso mi sto specializzando in musica applicata”.

Brianzi, Piacenza dà abbastanza spazio al mondo musicale?
“Grazie al conservatorio Nicolini, la nostra città può formare molti musicisti direttamente sul campo. Purtroppo però, a livello di scuole medie e superiori, c’è una carenza quasi totale di indirizzi musicali. In tutta la provincia, solo due istituti propongono percorsi di questo tipo. Insieme all’assessorato all’istruzione, vorrei approfondire questo tema. Mi immagino anche nuovi progetti per coinvolgere le figure con formazione musicale all’interno degli spazi di aggregazione”.

Parliamo delle strutture comunali, appunto: Spazio 2, Spazio 4 e i Giardini sonori necessitano di una nuova impronta?
“Credo che occorra puntare su una programmazione migliore negli spazi giovanili. Il Comune deve interessarsi alle proposte in maniera costante, creando una rete tra le varie sedi di aggregazione ed evitando la dispersione degli eventi. A volte, ci sono sovrapposizioni di iniziative che non permettono una piena fruibilità delle strutture”.

La nostra città ha perso alcuni appuntamenti storici, ad esempio il festival Bleech o Tendenze…
“È vero, vorrei rilanciare la stagione piacentina dei festival, oltre a dare continuità all’evento Change ideato per la campagna elettorale di Tarasconi”.

Un sogno?
“Beh, riuscire a portare i concerti nei parchi pubblici e al campo Daturi sarebbe fantastico”.

Secondo una recente classifica del Sole 24 Ore, Piacenza è la prima città in Italia per i giovani. È d’accordo?
“Mi chiedo se i criteri adottati rispecchino la realtà… E mi piacerebbe chiederlo proprio ai giovani, dando loro la possibilità di esprimere un’opinione sul presente e una visione sul futuro”.

Cosa manca?
“Le nuove generazioni devono sentirsi ascoltate dalle istituzioni”.

È giusto dire che Piacenza è una città morta?
“No. Qua ci sono tante opportunità, ma comunicate male. Non bisogna aumentare la proposta, ma trasmettere meglio ciò che esiste”.

Tra i giovani universitari e il tessuto urbano c’è troppa distanza?
“Gli studenti restano negli alloggi, come spettatori passivi della città. Occorre coinvolgerli. E, perché no, promuovere nuovi eventi proprio all’interno delle università. Il Politecnico ha una sede magnifica”.

L’INTERVISTA A CURA DI THOMAS TRENCHI:

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