Stray, l’avventura felina di cui avevamo bisogno. Recensione

Di Andrea Peroni 27 Luglio 2022 04:26

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Siamo abituati ad avere spesso a che fare con esotici animali antropomorfi. È accaduto con il bandicoot Crash, il procione Sly, il porcospino Sonic, ma per una volta arriva il momento di gloria di un animale qualunque. Non ha poteri, non ha particolari abilità se non quella di arrampicarsi ovunque e far cadere qualsiasi oggetto. È un semplice gatto, ed è il protagonista dell’avventura felina dal titolo Stray che ha conquistato l’estate, disponibile da pochi giorni su PC e console PlayStation (compreso inoltre sui tier Extra e Premium di PlayStation Plus).

Lasciato solo in questo oscuro e misterioso mondo nel quale l’umanità si è estinta da tempo, lasciando il posto a robot ormai senzienti e ai resti di un’antica civiltà capace di auto-annientarsi (una velata profezia di ciò che stiamo vivendo nella realtà?) nel tentativo poco riuscito di preservarsi, il piccolo gatto dalle tinte rossastre protagonista di Stray è un silenzioso eroe a quattro zampe, un moderno Ulisse che vuole tornare in quella che chiama casa.

 

Proprio come farebbe un qualsiasi gatto, mosso da genuina curiosità, anche noi giocatori, nei panni del felino, veniamo costantemente attratti dalle luci al neon, i colori, le insegne e le abitazioni di questi misteriosi robot. La loro civiltà ha fatto passi avanti, e l’impressione è quella di trovarsi nei sobborghi di una tipica città asiatica, con strade strette e ricche di dettagli e storie da raccontare. Tra una nonna-bot che sferruzza senza sosta chilometri di calde sciarpe, androidi che soffrono malattie immaginarie e scaltri commercianti che fiutano affari, il dolce, piccolo gatto protagonista di questa avventura fantasy cyberpunk insieme al simpatico B-12, un drone dotato di una spiccata IA che però… ha perso la memoria dei tempi andati!

Quello di Stray è un piacevole viaggio della durata di circa 5 ore, che aumentano leggermente se siete completisti a caccia del 100%, nel quale vivrete un’avventura fuori dagli schemi, complice la verticalità sulla quale si sviluppa il platforming grazie alle feline abilità del protagonista. L’ambientazione, così come coloro che vivono in questi oscuri e misteriosi sobborghi, cattura dal primo istante, così come quelle poche informazioni sulla storia che dobbiamo essere bravi a ricostruire attraverso dialoghi, esplorazione e attenzione ai dettagli della Città Morta, cuore pulsante dell’esperienza, e della gigantesca cupola che la sovrasta. Come suggerisce il nome, questo luogo appare come una sorta di prigione agli occhi (o monitor?) di molti di coloro che qui vivono, e proprio per questo sono sempre di più gli androidi che desiderano raggiungere l’esterno della cupola, l’Oltre, una sorta di sogno proibito funestato dagli Zurk.

 

 

Inutile parlare delle origini di questi Zurk, fastidiosi esseri che si annidano negli angoli più bui della Città Morta. Ne scoprirete di più vivendo in prima persona Stray. Quello che basta

sapere è che gli Zurk, che tengono sotto scacco gli androidi e gli Oltreggiosi, sono il pretesto per ampliare il concept platforming del titolo e inserire qualche intrigante componente di puzzle ambientali, mai proibitive, utili per mettere in azione la mente. In questo senso, il team poteva osare qualcosa di più in fatto di curva di apprendimento e maggior coinvolgimento avanzando, ma preferiamo vedere il bicchiere mezzo pieno.

BlueTwelve Studio, in associazione con Annapurna Interactive, è stato in grado di dar vita a una produzione capace di catturare l’attenzione del pubblico sin dal reveal trailer nel 2020, confermando al momento della sua uscita tutte le buone sensazioni. Un ottimo esordio, poiché parliamo del gioco di esordio dello studio francese. Al netto di qualche inciampo nelle animazioni, un po’ troppo elementari se guardiamo ai movimenti del protagonista che dovrebbero essere più rapidi e fluidi di come sono stati resi, Stray è un titolo di pregevole fattura, con una direzione artistica carismatica, una cura incredibile nei suoni e un game design (quasi) perfettamente riuscito. Un gioco adatto a tutti, ancor di più se siete amanti dei felini.

 

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