Lascia in eredità la stanza dove viveva alla sua “famiglia”: i servizi sociali
02 Agosto 2022 04:54
La sua eredità sarebbe dovuta valere qualcosa per qualcuno. Poco importa se lei non possedesse quasi nulla: aveva una stanza dove vivere, non lontana dal castello di Bobbio che forse la faceva ancora sognare. Così Silvana Colla, classe 1938, si era rivolta al notaio, mettendo nero su bianco che se le fosse capitato qualcosa quel monolocale che lei curava come la più bella delle ville doveva andare alla sua famiglia: i servizi sociali.
Erano loro ad andare a casa a portarle gli aiuti, la spesa, erano loro a chiederle come stesse. E lei gli ha detto a sorpresa grazie come poteva, dopo che la sua vita, fatta anche di tristezza ma anche tanta gentilezza, ha terminato la sua corsa.
Spiega la referente dei servizi sociali dell’Unione montana Lucia Mazzocchi: “Ora stiamo cercando di capire se destinare il monolocale al servizio, a persone in difficoltà, o se venderlo per ricavare fondi da destinare ad altri aiuti”.
I servizi hanno in carico almeno cinquanta anziani cui garantire la miglior assistenza domiciliare possibile, che non si può limitare solo alla consegna di un pasto, ma è anche una parola in più, uno sguardo: “Il problema è che abbiamo solo cinque operatori sociosanitari per un territorio esteso, da Travo a Ottone. Per questo servirebbero altre forze, ma si fa fatica a trovarle. Cerchiamo operatori”.
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