Goodbye to Sandra Dee

È morta un’altra che per qualche generazione non morirà mai. Olivia Newton-John può anche morire nella vita reale, ma resta impressa a lettere di fuoco nella memoria di tutti che avevano vent’anni quando è uscito “Grease” nel 1978, e pure di quelli che nel 1978 ne avevano dieci, o non erano ancora nati, e così via per qualche decennio ancora. Nel mondo anglofono poi Newton-John era già una stella molto prima di quel film, vincitrice di Grammy, dischi d’oro e di mille altri premi.

Certo è stata Sandy Olsson a farla diventare una figura leggendaria, ma non dimenticherei quel videoclip di “Physical” del 1981, un singolo che rimane in classifica per mesi e che le fa guadagnare una stella sulla Walk of fame. La stessa canzone dal ritornello ossessivo che compare, trent’anni dopo, nel più grande rimasticatore di vecchi successi del primo decennio del 2000, che è “Glee” che intelligentemente le tributa un omaggio ingaggiandola per una puntata e facendole reinterpretare il pezzo insieme a Jane Lynch.

Quando mi chiedono quali sono i miei film preferiti, offro sempre la stessa risposta: “Sono quelli che ogni volta che li vedi passare, ti fermi a guardare”. Se applicate questa regola, scoprirete che “Grease” rientra di diritto nei miei tuoi nostri vostri loro, nei preferiti di chiunque, almeno in una certa fascia d’età .

 

E quindi, Olivia che ci hai fatto sognare un mondo rosa, che ci hai fatto credere di avere 16 anni quando ne avevi 28 (e John Travolta 23, e Stockard Channing 34!) you’re the one that we wants in these summer nights, e il minimo che possiamo fare è continuare a garantirti ancora un po’ di immortalità. Giovani fan di Tarantino, sapete da dove viene il balletto di Travolta in Pulp Fiction ? Perché c’è qualcosa che dovete assolutamente vedere, e non voglio sentire scemenze come “il musical non è il mio genere”, lo dovreste sapere ormai che la maggior parte delle cose nuove che ci sono in giro sono nei musical e negli horror

© Copyright 2024 Editoriale Libertà