Paolo Cognetti a Morfasso per Fol in Fest: “In montagna, la vita a propria immagine”
27 Agosto 2022 03:22
Al “Fol in Fest”: escursione come conoscenza, scambio, conversazione, baratto di racconti, sensazioni, esperienze. Sempre sullo sfondo, il tema centrale del festival: rilancio, ripopolamento e una ri-vivibilità delle aree interne che non sia solo “da cartolina”.
Dopo l’inaugurazione in Alta Valtidone, venerdì 26 la seconda giornata del neonato festival dei nostri borghi e montagne che riunisce i comuni delle quattro alte valli è stata all’insegna del trekking. Dal ritrovo mattutino in Piazza Inzani a Morfasso alla vetta del Monte Lama (partenza a piedi da Teruzzi) e ritorno, con approdo finale al ristorante Ca’ del Bosco a Cogni. Una mattinata di saliscendi nell’alta Valdarda per una trentina di persone di svariata età, provenienza e cotè, accompagnati dall’affabile expertise della guida Barbara Vascelli (gruppo EVA – Esploratori Val d’Arda).
Mimetizzato tra i viandanti, sguardo apparentemente ombroso ma pronto ad aprirsi in più di un sorriso, era ospite il pluripremiato scrittore milanese (valdostano e anche un po’ newyorkese adottivo) Paolo Cognetti, autore sorprendente che ha rimesso al centro della cultura nazionale il tema della montagna, non solo come luogo simbolico ma come spazio vitale contemporaneo.
Quale travaso possibile tra “aree interne” e città?
“La consapevolezza – dice Cognetti – dalla produzione del cibo all’uso dell’acqua. E la capacità di rinunciare a qualcosa in cambio di spazio, libertà, bellezza. La possibilità di riappropriarsi della vita, farne una cosa a propria immagine”.
Cosa porta a casa da questa giornata?
“Sono venuto più ad ascoltare che a parlare e insegnare, più ad imparare, a portarmi a casa una lingua diversa dalla mia”.
Cosa verrà dopo l’ultimo romanzo “La felicità del lupo” (Einaudi, 2021)?
“Ho esplorato i sentimenti più alti, ora vorrei affrontare le ombre della montagna”.
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