Reggi e Bianchi Piacentini dell’anno. “Ci impegniamo per la nostra terra”
28 Agosto 2022 00:47
Uno è stato sindaco di Piacenza per due mandati, sottosegretario all’Istruzione, direttore del Demanio, promotore dell’hospice Casa di Iris e ora è presidente della Fondazione. L’altro ha girato e gira il mondo come botanico, e prova coraggiosamente a riforestare le zone del mondo a rischio distruzione.
Roberto Reggi, 61 anni, e Andrea Bianchi, 28, per il loro impegno a Piacenza e nel mondo sono stati premiati “Piacentini dell’anno” nel cinquecentesco loggiato di piazza Santa Fara a Bobbio, a conclusione della Settimana della Letteratura organizzata dalle Edizioni Pontegobbo e dal Comune.
A presentare la serata, è stato Gaetano Rizzuto, già direttore di Libertà e anche lui “Piacentino dell’anno” nel 2017; a consegnare il premio Daniela Gentili, organizzatrice della rassegna oltre che titolare delle edizioni Pontegobbo, e Roberto Pasquali, sindaco di Bobbio.
“Sulla montagna ognuno la sua parte, insieme”
“Penso di non aver fatto niente di particolare, ho sempre cercato di fare il mio dovere e niente di più”, commenta Reggi. Che sulla montagna ha spiegato: “Continua indubbiamente il progetto “Montagna solidale” per il supporto delle attività sociosanitarie di anziani e fragili. Abbiamo impegnato parecchie risorse. In corso ora c’è anche il Fol Fest per riflettere, dibattere, confrontarsi. E credo sia stata apprezzata anche l’iniziativa primaverile di portare il teatro di Quarta Parete nei piccoli borghi e nelle osterie. Sono stati investiti 600mila euro nelle infrastrutture sociali, ne ha beneficiato in particolare il territorio di Alta Val Tidone. Facciamo quello che possiamo nella nostra funzione sussidiaria, è chiaro poi che Regione, Provincia, Comuni devono continuare a fare la loro parte sul tema dei servizi e della qualità di vita. Noi di certo ci siamo”.
“Lavorare sul clima impegno di tutti”
Bianchi è tornato per un mese a Bobbio, ma tra pochi giorni ripartirà per la Tanzania, dove si occupa di riforestazione e dove è al lavoro per mettere a dimora un milione e mezzo di piantine in collaborazione con le popolazioni locali: “Parte della mia famiglia si era infatti trasferita proprio in Tanzania a fine Ottocento. Una mia prozia vive ancora a Moshi. Anche mio nonno Lucio e mio papà Marcello hanno vissuto in Africa, in Libia e in Marocco. Proseguo la tradizione e come loro mi immagino un giorno tornare a Bobbio. Non so dire però se sarà tra un anno o dieci. Penso che lavorare sul cambiamento climatico sia oggi urgente, un impegno di tutti non rimandabile”.
L’albo d’oro dei premiati
Ricordiamo infine i dodici premiati nelle precedenti edizioni. Il primo ad essere “Piacentino dell’anno” fu, nel 2011, il deputato Pierluigi Bersani. I successivi: Mattia Cigalini, sassofonista poi diventato anche sindaco di Agazzano, Renato Zurla, medico e scrittore, Lucio Rossi, direttore del Cern di Ginevra, Giangiacomo Schiavi, vicedirettore del Corriere della sera, Paola De Micheli, ministra, Gaetano Rizzuto, direttore di Libertà, Antonio Cerciello, presidente di Nordmeccanica, Luigi Cavanna, direttore del Dipartimento di oncoematologia, Giovanna Covati, notaia di Bobbio, e Marco Stabile, medico che ha sperimentato l’eparina per la cura del Covid. Lo scorso anno fu scelta come “Piacentina dell’anno” Daniela Aschieri, primaria di Cardiologia e colonna portante di “Progetto Vita”.
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