Don Stefano Segalini assolto dalle accuse. “Ora ricucire la ferita con la comunità”
08 Settembre 2022 13:56
“Mi sono affidato alla Madonna che è la mamma di tutti ed ero convinto che mi avrebbe aiutato come aiuterà tutti, come fanno le mamme, a capirci, spiegarci se ci sono state delle incomprensioni e riconciliarci”. Sono le parole di Don Stefano Segalini in seguito all’assoluzione proclamata dal tribunale di Piacenza nel processo che lo vedeva imputato per il reato di violenza sessuale e riduzione di altre persone in stato di incapacità.
L’assoluzione è arrivata oggi dopo circa tre ore di camera di consiglio. Il pm Emilio Pisante in una precedente accusa aveva chiesto per l’imputato sette anni di pena. La sentenza è avvenuta a porte chiuse. All’uscita dall’aula il parroco ha ringraziato la Madonna per questa assoluzione. Il suo avvocato difensore, Daniele Loglio del Foro di Milano ha spiegato che “per un capo d’imputazione il suo assistito è stato assolto perchè il fatto non costituisce reato, e riguarda diverse testimonianze vaghe e approssimative di alcuni ragazzi della parrocchia. Per gli altri tre punti l’assoluzione è avvenuta perchè non si è raggiunta la piena prova oltre il ragionevole dubbio”. Non è stata raggiunta quindi una piena prova durante il procedimento.
“La sfera di cristallo non ce l’ha nessuno quindi non potevamo aspettarci un’assoluzione totale su tutti i fatti – ha commentato l’avvocato -. La risposta del tribunale è stata articolata, ma si è conclusa con l’esclusione di qualsiasi responsabilità penale. A questo punto ci auguriamo che dopo questa sentenza si possa chiudere quella frattura che si era venuta a creare con la comunità di Piacenza”.
Don Segalini era stato arrestato nel 2019 e successivamente rimesso i libertà. Era stato accusato di aver utilizzato la cosiddetta droga dello stupro per abusare di alcuni ragazzi della parrocchia, ma su questo punto anche il pm aveva chiesto l’assoluzione. A carico di don Segalini erano ipotizzati reati di violenza sessuale (art. 609 bis del codice penale) e di riduzione di altre persone in stato di incapacità (art.613). I casi segnalati riguardavano persone adulte che hanno in seguito denunciato l’ex parroco di San Giuseppe operario.
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