Attività sportiva. Piacenza fanalino di coda per impianti sportivi e numero di atleti
06 Ottobre 2022 15:32
Oltre due anni di emergenza sanitaria hanno stravolto tutto e anche le modalità di fare pratica sportiva ne hanno risentito. La Regione Emilia-Romagna ha commissionato un’indagine a SG Plus Ghiretti & Partners per fotografare lo stato di salute di associazioni e impianti sportivi provincia per provincia. Uno studio che rimanda l’immagine di un settore in buono stato di salute, che ha saputo superare anche la fase più difficile di una pandemia, che pure ha fatto sentire i suoi effetti, come dimostrano le difficoltà vissute in particolare dall’associazionismo di base.
La provincia di Piacenza risulta indietro rispetto alle altre 8 sorelle emiliano-romagnole sia per numero di atleti che di società presenti sul territorio. Sono 2.586 i chilometri quadrati dedicati alla pratica sportiva nella nostra provincia. Spazio inferiore a tutte le altre città, al netto di Rimini e Ferrara.
In provincia di Piacenza – dati inerenti all’anno 2021 – sono 34.628 gli atleti in attività, 15.747 ogni 100.000 abitanti, un report che significa ultimo posto della classifica regionale. Lo stesso discorso vale pe ril numero di società sportive attive sul territorio: sono 588, che corrispondo a 25 ogni 100 chilometri quadrati.
A seguito dell’indagine, la Regione ha deciso di ampliare il proprio impegno a sostegno della pratica sportiva. A partire dalla passata legislatura, sono 22 gli impianti sportivi del nostro territorio attenzionati da un finanziamento regionale pari a 4.733.208,33 euro. A livello generale, “un impegno – quello della Regione – per sostenere la pratica sportiva che passa anche da importanti investimenti, avviati già nella passata legislatura. A partire dal piano per la riqualificazione dell’impiantistica sportiva: 185 i progetti finanziati con quasi 60 milioni di euro che hanno sviluppato investimenti che superano i 100 milioni di euro. Senza dimenticare il sostegno ai progetti di promozione della pratica sportiva realizzati da associazioni, enti locali e istituzioni sul territorio: quasi 800 le domande finanziate con quasi 10 milioni di euro. E le misure straordinarie per far fronte ai danni causati dall’emergenza Covid-19 nel triennio 2020-2022 con oltre 13 milioni di euro tra ristori, bonus una tantum e voucher alle famiglie”.
In Regione il 28% pratica sport in modo continuativo. Oltre il 73% gli abitanti attivi.
In Emilia-Romagna (dati 2021) il 39% della popolazione si dedica nel tempo libero a un’attività sportiva in modo continuativo o saltuario (da 1 a 2/3 volte la settimana). Una percentuale superiore al dato medio nazionale (34,5%) e che sale al 73,2% considerando quanti svolgono una qualche attività fisica come fare passeggiate o andare in bicicletta, senza però una cadenza definita. Si tratta dei cosiddetti abitanti attivi (66,2% in Italia): 3 milioni 174 mila persone: la quota più alta di sempre in regione, con una crescita di oltre 220.000 cittadini rispetto al 2017. Superano, invece, l’80% i bambini delle scuole primarie che praticano sport in orario extrascolastico: quasi il doppio del dato nazionale.
Considerando poi solo chi pratica sport in modo continuativo – dunque 2/3 volte la settimana – l’Emilia-Romagna con il suo 28% si posizione ai vertici della classifica nazionale, quarta a pari merito con la Lombardia dopo le tre regioni a statuto speciale (23,6% dato italiano). Con un trend in crescita del 2,2% dal 2017 al 2019, cui è seguito uno stop con la pandemia.
Parallelamente, diminuisce il numero di sedentari: -4,2% nell’arco di cinque anni, in flessione anche nel periodo pandemico. Un dato incoraggiante che tuttavia non deve far dimenticare che interessa il 26,8% della popolazione, oltre 1 milione di emiliano-romagnoli: una quota comunque significativa, considerando anche la funzione di prevenzione in termini di salute, svolta dalla pratica sportiva. A questo riguardo conforta il dato che emerge dall’indagine demoscopica con il 14% di coloro che non praticano sport, che si dichiara in futuro propenso ad iniziare.
Sempre più praticato è poi lo sport destrutturato. Una tendenza in atto già da prima della pandemia, con il 66% degli intervistati che dichiara di svolgere un’attività sportiva in modo autonomo nei parchi e nelle aree urbane delle città, avvicinando allo sport anche nuove fasce d’età.
I DATI DELL’INDAGINE REGIONALE:
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