In Italia dipendenza-record dalle auto: 663 veicoli
ogni mille abitanti

10 Ottobre 2022 05:00

Gli italiani possono essere definiti “auto-dipendenti”: il nostro Paese è, infatti, secondo nell’Unione europea per tasso di motorizzazione, con circa 663 veicoli ogni 1.000 abitanti.
Siamo secondi solo al Lussemburgo (681 veicoli per 1.000 abitanti) e con un valore molto più elevato rispetto agli altri principali Stati (Germania 574, Spagna 513, Francia 482, Regno Unito 473).
A fotografare la situazione è il nuovo Report “Lo sviluppo della via italiana alla mobilità connessa”, realizzato da The European House-Ambrosetti in partnership con Octo Telematics.
Un lavoro che evidenzia come il nostro Paese sia dipendente dall’automobile, che da sola vale l’80% del traffico totale dei passeggeri.
Le auto dei piacentini
Piacenza, stando agli ultimi dati Istat disponibili datati 2021, ha un tasso di motorizzazione pari a 680 auto circolanti ogni mille abitanti, a cui vanno aggiunte anche 111 moto.
Le auto dei piacentini sono alimentate per oltre l’85% dai carburanti tradizionali (benzina: 41,7% e diesel 43,8%), mentre quelle a basse emissioni rappresentano il 14,5%.
Le auto circolanti hanno meno di un anno nel 4,2% dei casi, da uno a tre anni nel 18%, dai quatto ai 7 anni per il 18,2% e più di otto anni nel 59,5% del totale.
Per quanto riguarda le classi di emissioni, sulle strade piacentina girano auto Euro 3 o inferiore nel 25,1% dei casi, il 23,5% Euro 4, il 19,7% Euro 5, il 31,6% Euro 6: 31,6% e il 26% è rappresentato da Euro 5/6 a gasolio.
Per quanto riguarda le auto a basse emissioni, a Piacenza e provincia ne troviamo 15,9 ibride ogni mille abitanti, 1,2 elettriche, 128 a gas e bi-fuel, per un totale di 145,1.


Incidenti e inquinamento
Un così alto di motorizzazione ha ovviamente anche altri risvolti.
In Italia, infatti, nel 2021 l’incidenza dei morti per gli incidenti per milione di abitanti è superiore rispetto alla media europea: 48 morti per milione di abitati.
Non solo. Nel nostro Paese, ma questo è un problema che riguarda tutta Europa, il settore dei trasporti è l’unico che ha aumentato le proprie emissioni dal 1990 (+24%), mentre quelle medie sono diminuite del 26%.
La mobilità connessa
“In prospettiva, un aumento della densità abitativa nei centri urbani pone sfide sempre maggiori per l’ecosistema e gli attori della mobilità”, sottolinea il Rapporto di OctoTelematics, che individua nella “mobilità connessa” uno strumento importante per abbattere il traffico, l’inquinamento ed accrescere la sicurezza.
Gli esperti l’hanno chiamata Vision Zero.
A cominciare da “Zero crash”: la rilevazione degli incidenti e la ricostruzione dinamica degli stessi grazie all’evoluzione dei sistemi di telematica sono in grado di garantire interventi tempestivi e ridurre i danni derivati dagli incidenti stradali. Inoltre, consentono di “imparare” dalle circostanze e quindi fornire progressivamente informazioni utili alla prevenzione degli incidenti. Gli ulteriori progressi dei sistemi per la sicurezza attiva e l’evoluzione
verso veicoli a guida autonoma consentiranno di arricchire il ciclo virtuoso di “apprendimento” del sistema veicolo-driver verso un progressivo azzeramento degli incidenti stradali.
C’è poi la “Zero pollution”: i sistemi di mobilità connessa consentono di stimare gli effetti dell’inquinamento da traffico e forniscono indicatori (eco scoring) per indirizzare lo stile di guida degli utenti verso una riduzione delle emissioni e dei consumi.
La stessa cosa vale in riferimento alla diffusione di veicoli a guida autonoma e connessi, per la quale si prevede la messa in circolazione di veicoli a emissioni zero o quasi.
L’obiettivo di riduzione dell’inquinamento, strettamente collegato alla riduzione del traffico stradale, può inoltre contare su soluzioni di mobilità ottimizzate in base ai bisogni deducibili dai dati degli spostamenti.
Infine, “Zero congestion”: la connessione tra le auto e delle auto con il sistema infrastrutturale circostante permetterà di efficientare gli spostamenti, fornire alert in tempo reale per ridurre le congestioni e i tempi di attesa in coda o il tempo sprecato nella ricerca di un parcheggio, con una conseguente, drastica riduzione del traffico.
In aggiunta nuovi modelli di business consentiranno di rendere la mobilità meno legata al veicolo privato liberando spazi all’interno delle città.

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