Fibromialgia: “La mia diagnosi dopo 10 anni di calvario”. Ottomila malati

15 Ottobre 2022 16:45

Una patologia apparentemente invisibile, ma che mina la qualità di vita delle persone che ne vengono colpite. Nella maggior parte dei casi, per la complessità dei sintomi, occorrono anni di calvario prima di arrivare a identificare la malattia. Una volta ricevuta la diagnosi i pazienti scoprono che, ad oggi, non esiste una cura definitiva. Stiamo parlando della fibromialgia, patologia che interessa i tessuti come tendini e legamenti e provoca dolore diffuso muscolare e sintomi legati a intestino, stomaco e altri organi. Nel mondo colpisce il 2,7% della popolazione. Nel Piacentino i potenziali malati sono 8mila. Oggi, 15 ottobre, a Palazzo Farnese, si sono accesi i riflettori sulla necessità di riconoscere la fibromialgia tre le malattie invalidanti. “Purtroppo dal punto di vista terapeutico le cure non stanno dando i risultati sperati – spiega Elena Bravi, reumatologa dell’ospedale di Piacenza. Esistono però altri approcci che possono essere d’aiuto come l’esercizio fisico (non sempre praticabile per i dolori) e il supporto psicologico”. Da 10 anni, presso l’Ausl di Piacenza, è attivo un gruppo di sostegno. “Questa malattia non lascia cicatrici esterne – aggiunge Barbara Suzzi, presidente nazionale CFU – e quindi sembra che non ci sia. In realtà può essere devastante. Per questo chiediamo che il riconoscimento della fibromialgia tra le patologie previste nei Lea: livelli essenziali di assistenza sanitaria”. Durante il convegno di oggi è stato proiettato un documentario con le testimonianze dei malati. “Sono arrivata alla diagnosi sulla carta da un anno, ma il mio calvario ne è durato dieci”- ha spiegato una giovane ragazza. 

 

 

 

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