La plastica raccolta
a Piacenza elimina carbone
e Co2 dalle acciaierie

24 Ottobre 2022 05:00

La raccolta della plastica nel comune di Piacenza è effettuata tramite campane stradali (sul territorio sono posizionati circa 320 contenitori), ad eccezione del Centro storico, dove è eseguita con modalità porta a porta.
Il quantitativo raccolto nell’anno 2021 è stato di 2.937.850 chilogrammi e ha inciso sulla differenziata per il 5,12% sul valore complessivo.
La plastica “piacentina” viene inviata al ReCaP, il nuovo impianto per la selezione di carta, cartone e plastica realizzato da Iren all’interno del Polo Ambientale Integrato di Parma, al confine sud dell’area industriale Spip.
Si tratta dell’impianto hi-tech più grande d’Italia per volumi di carta e plastica trattati, con un avanzato grado di automazione per la separazione spinta dei materiali, in grado di trattare in un unico sito le diverse frazioni secche derivanti dalla raccolta differenziata.
ReCaP ha richiesto un investimento di 24,5 milioni di euro, la potenzialità dell’impianto autorizzata è pari a 135mila tonnellate all’anno di materiali in ingresso, tra cui 35mila di plastica e 100mila di carta e cartone.
“L’obiettivo finale di ReCaP – spiega Iren – è chiudere l’intero sistema di raccolta e valorizzazione dei flussi di carta, cartone e plastica sulle province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia, dalle quali confluiscono i materiali raccolti tramite la differenziata. Dalle operazioni di trattamento e selezione della plastica, oltre alla separazione di alluminio e barattolame, si ottiene un materiale idoneo ad essere trattato nei centri secondari di Corepla con un basso indice di impurità residue. Sono oltre 12 le tipologie differenti di plastiche che vengono selezionate dopo la prepulizia: l’impianto tratta oltre 100.000 tonnellate”.
E qui entra in scena un altro impianto di Iren, a Cadelbosco (Reggio Emilia), dove sorge lo stabilimento di I-Blu. Qui la plastica proveniente dalla pre-pulizia viene avviata alle successive fasi di lavorazione per la raffinazione e il recupero meccanico di tutte le frazioni plastiche riciclabili.
Da Cadelbosco, poi, anche le plastiche normalmente non riciclabili prendono un percorso che darà loro nuova vita.
Attraverso I-Blu, da questa plastica di scarto viene creato un additivo da utilizzare nella produzione dell’acciaio al posto del carbone: con questo polimero le emissioni di anidride carbonica delle acciaierie sono tagliate di un terzo, con grande beneficio per l’ambiente. Ma scendono anche gli altri inquinanti sviluppati dal processo, si usa meno elettricità, si asciugano i costi di produzione dell’acciaio e, nel frattempo, si risolve il problema dei rifiuti di plastica non riciclabili.
Si è anche scoperto che il prodotto commercializzato da I.Blu ha prestazioni industriali perfino migliori del carbone originale. Sono già una dozzina le acciaierie italiane, assieme con l’altoforno della Voest Alpine di Linz in Austria, ad utilizzarlo.
Si può dire che la plastica raccolta dai piacentini aiuta a ridurre l’inquinamento.

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