CRV – Sesta commissione: politiche occupazionali sotto la lente
19 Ottobre 2022 15:59
I numeri e la qualità del lavoro dei 39 centri per l’impiego del Veneto, gli effetti di Garanzia giovani e degli interventi per l’occupazione, a partire dai 119.600 assegni per il lavoro erogati nel 2021 dalla Regione Veneto, gli interventi di orientamento nella scuola e di formazione rivolti ai giovani, le azioni di riqualificazione e ricollocamento dei dipendenti delle aziende in crisi e quelle rivolte ai disoccupati e ai profili più fragili nel mondo del lavoro nel corso del triennio 2019-21 sono stati al centro dell’attenzione della commissione Cultura e formazione del Consiglio regionale del Veneto, presieduta da Francesca Scatto (Lega-Lv). La commissione è chiamata a valutare ogni tre anni l’applicazione della legge 3/2009 in materia di occupazione e mercato del lavoro e a fare il punto su programmazione, azioni condotte, risorse impiegate e risultati raggiunti. A presentare obiettivi e attività delle politiche attive per il lavoro e del sistema dei servizi per l’orientamento, la formazione e l’occupabilità dei giovani e dei lavoratori in veneto è stata l’assessore al lavoro e alla formazione Elena Donazzan, affiancata dai dirigenti dell’area Politiche economiche e capitale umano della regione veneto e di Veneto Lavoro. Tra gli aspetti che caratterizzano le politiche occupazionali regionali dell’ultimo triennio spiccano, in particolare, le misure emergenziali attivate per contrastare la crisi generata dalla pandemia: sostegni alle aziende per ridurre il costo del lavoro (34,7 milioni di euro impegnati per 8218 destinatari), bonus occupazionali per stabilizzare 2 mila giovani dipendenti (10 milioni di euro investiti), contributi ai nidi, alle scuole materne e ai centri per anziani per dare continuità lavorativa ai dipendenti del privato-sociale (2.588 destinatari e 16,9 milioni investiti), bonus per 3.150 lavoratori dello spettacolo per un totale di 4,5 milioni di euro. Sotto la lente della commissione – che si è riservata di approfondire nelle prossime sedute anche con il valutatore esterno dell’impiego dei fondi Fse i risultati conseguiti – è finita l’intera e articolata gamma degli interventi attuati per far incontrare domanda e offerta di lavoro, accompagnare le imprese in crisi, favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, contrastare dispersione scolastica e disoccupazione, avviare percorsi di inserimento lavorativo e sociale per disoccupati, detenuti, persone con disabilità. In particolare la vicepresidente del Pd Vanessa Camani ha sollecitato analisi di impatto più dettagliate per misurare nel tempo l’efficacia delle politiche pe ril lavoro sull’occupazione giovanile e su quella femminile.
La commissione ha avviato inoltre l’iter di esame di due proposte di legge, una valenza regionale e una statale, da trasmettere al Parlamento nazionale. La proposta di legge regionale, presentata dalla consigliera pentastellata Erika Baldin, istituisce il “servizio di pedagogia e di psicologia scolastica per la promozione del diritto all’educazione e allo studio, per l’innovazione didattica e il benessere della persona”. La proposta legislativa intende promuovere un servizio di pedagogia e di psicologia scolastica che sia di supporto ai docenti, agli studenti, al personale scolastico e alle famiglie nella didattica, nelle situazioni di insuccesso formativo e nelle problematiche relazionali ed educative. ll servizio – che dovrà nascere in convenzione con l’Ufficio scolastico regionale, nel rispetto dell’autonomia scolastica, e coordinato da un Comitato tecnico regionale di nuova istituzione – sarà composto da équipe multidisciplinari professionali di psicologi, pedagogisti ed educatori sociopedagogici, che saranno a disposizione delle scuole di ogni ordine e grado del territorio regionale. Per la sua attivazione si prevede un impegno annuo di bilancio di 500 mila euro. La proposta di legge – ha anticipato la presidente Scatto – sarà abbinata al progetto di legge n. 121 già presentato dalla consigliera Laura Cestari (Lega-Lv) di analogo contenuto.
La proposta di legge statale – primo firmatario il vicepresidente del Consiglio Nicola Finco (Lega-Lv) – interviene sula legge 53/2000 sui congedi parentali proponendo di consentire ai genitori di astenersi dal lavoro in caso di malattia dei figli fino al 14° anno di età. La legge vigente sui congedi parentali consente infatti ai lavoratori dipendenti al massimo cinque giornate lavorative di astensione l’anno in caso di malattia dei figli, in età compresa tra i 3 e gli 8 anni. Obiettivo della modifica legislativa, da trasmettere al Parlamento nazionale – ha spiegato il proponente – è offrire un sostegno in più alla paternità e alla maternità con una misura di aiuto concreto nelle situazioni in cui i genitori si trovano in difficoltà nel curare e assistere i propri figli in un’età in cui non sono ancora autosufficienti.
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