CRV – Nuova organizzazione centri diurni salute mentale e discute relazione sociosanitaria 2019/21
27 Ottobre 2022 16:44
La commissione Sanità del Consiglio veneto, presieduta da Sonia Brescacin (Lega-Lv), ha approvato- con il voto contrario delle opposizioni – il nuovo modello organizzativo e gestionale per i centri diurni per persone affette da patologie psichiatriche. Secondo i nuovi standard, tutte le aziende sanitarie territoriali del Veneto dovranno attivare nel giro di tre anni un posto a tempo pieno nel centro diurno ogni 2.500 abitanti in età maggiorenne (pari a una struttura da 20 posti a tempo pieno ogni 50 mila abitanti), avendo cura di riservare un terzo dei posti ai casi ad alta intensità di cura e di prevedere, nella propria offerta, un centro diurno dedicato ai giovani pazienti che manifestano gli esordi di una patologia psichiatrica. I posti vanno intesi a moduli, quindi possono prevedere la rotazione di due pazienti su un posto a tempo pieno. I centri diurni per la salute mentale dovranno qualificare la propria offerta in tre direzioni: il trattamento precoce dei giovani, nei casi di esordio della patologia psichiatrica; la riabilitazione e il reinserimento sociale, lavorativo e familiare dei pazienti con possibilità di recupero; e, infine, il mantenimento/potenziamento delle capacità di vita autonoma e di inclusione territoriale per i pazienti cronici. I centri diurni dovranno quindi essere inseriti in contesti urbani, facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici e offrire attività risocializzanti. Dovranno garantire un’apertura settimanale di 40 ore, per complessivi 240 giorni l’anno. In corrispondenza con il potenziamento dell’offerta e dei percorsi di trattamento individualizzato ad alta intensità, le nuove disposizioni prevedono un rafforzamento degli organici dei centri diurni con l’inserimento aggiuntivo di psicologi psicoterapeuti o psicologi con documentata esperienza lavorativa nei centri diurni per la salute mentale, nonché di educatori professionali socio-sanitari o di terapisti della riabilitazione psichiatrica. La nuova organizzazione prevede una spesa aggiuntiva di 9,3 milioni, da ripartirsi tra le diverse Ulss.
L’assessore alla sanità Manuela Lanzarin, nel rispondere a domande e perplessità espresse dalla vicepresidente Annamaria Bigon (Pd) e dai rappresentanti delle opposizioni, ha sottoloneato come la riorganizzazione dei centri diurni rappresenti il primo step della nuova programmazione regionale per la salute mentale; programmazione che sarà al centro della seconda conferenza regionale sulla salute mentale indetta a Verona per il 18 novembre.
La commissione ha inoltre approvato a maggioranza il bilancio consolidato 2021 della Regione del Veneto (i rappresentanti del Pd e del M5S si sono astenuti, contraria Europa Verde) e preso in esame la relazione sociosanitaria per il triennio 2019-2021 presentata dall’assessorato alla Sanità e al sociale. Il report fotografa lo stato di salute e i bisogni sociosanitari della popolazione veneta, le attività erogate, i costi sostenuti, e gli obiettivi raggiunti. A condizionare programmazione e attività svolte dal sistema sociosanitario regionale a partire dal 2020 è stata l’emergenza da Covid-19 che ha imposto rapide riorganizzazioni e nuove risposte, come l’istituzione delle Usca (Unità d continuità assistenziale), l’aumento di posti letto di terapia intensiva e semintensiva, assunzioni di nuovo personale e un aumento complessivo della spesa sanitaria. “La sfida più grande – ha sottolineato l’assessore a fine presentazione – sarà far diventare normalità ciò che di positivo si è sviluppato durante l’emergenza”.
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