Cei sugli abusi, tre persone si sono rivolte al servizio Tutela dei minori della Diocesi
17 Novembre 2022 13:09
E’ stato presentato a Roma il Report nazionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili voluto dalla Cei, Conferenza episcopale italiana e condotto dai ricercatori dell’Università Cattolica di Piacenza.
Per quanto riguarda il nostro territorio ci sono state due segnalazioni all’autorità ecclesiastica di presunti abusi in ambienti ecclesiali e un contatto per una consulenza. Sono i dati raccolti in due anni dal centro di ascolto per la tutela dei minori della diocesi di Piacenza Bobbio. Sono emersi durante la presentazione del Report attraverso il lavoro svolto dalla ricercatrice Barbara Barabaschi e dal professor Paolo Rizzi. I dati piacentini sono stati confermati da Chiara Griffini, responsabile del servizio della Diocesi piacentina.
“Nel biennio in esame il totale dei contatti registrati da 30 Centri di ascolto è stato pari a 86, di cui 38 contatti nel 2020 e 48 nel 2021”. I casi segnalati, “anche per fatti riferiti al passato, riguardano 89 persone, di cui 61 nella fascia di età 10-18 anni, 16 over 18 anni (adulto vulnerabile) e 12 under 10 anni”.
L’obiettivo della rilevazione era quello di verificare, nel biennio 2020-2021, lo stato dell’arte in merito all’attivazione del Servizio Diocesano o Inter-diocesano per la tutela dei minori, del Centro di ascolto e del Servizio Regionale per la tutela dei minori nelle Diocesi italiane. Il report intende offrire uno strumento conoscitivo alla Conferenza Episcopale Italiana per implementare le azioni di tutela dei minori e delle persone vulnerabili nelle Diocesi italiane.
“Il profilo dei 68 presunti autori di reato evidenzia soggetti di età compresa tra i 40 e i 60 anni all’epoca dei fatti, in oltre la metà dei casi. Il ruolo ecclesiale ricoperto al momento dei fatti è quello di chierici (30), a seguire di laici (23), infine di religiosi (15). Tra i laici emergono i ruoli di insegnante di religione; sagrestano; animatore di oratorio o grest; catechista; responsabile di associazione”.
“Il genere delle persone che hanno contattato il Centro rivela una maggiore rappresentazione delle donne (54,7%)”, viene specificato. I contatti “sono avvenuti principalmente via telefono (55,2%) o, in misura inferiore, tramite corrispondenza online (28,1%)”.
“Il motivo del contatto è rappresentato dalla volontà di segnalare il fatto all’Autorità ecclesiastica (53,1%), dalla richiesta di informazioni (20,8%), da una consulenza specialistica (15,6%)”, sottolinea il Report. La rilevazione puntualizza anche che “il responsabile del Centro, in oltre due terzi dei casi, è un laico o una laica (77,8%). Meno frequente è la scelta di un sacerdote (15,5%), oppure un religioso o una religiosa (6,7%). Tra i laici prevalgono nettamente le donne, che quindi rappresentano i due terzi dei responsabili”. Inoltre, “nella maggior parte dei casi (83,3%), i Centri di ascolto sono supportati da una équipe di esperti”. La sede del Centro di ascolto, infine, “differisce dalla sede della Curia diocesana nel 74,4% dei casi”.
© Copyright 2024 Editoriale Libertà
NOTIZIE CORRELATE