Sviluppare il dialogo tra ebrei e cattolici: “L’uomo è fragile, la fede dona stabilità”
16 Gennaio 2023 04:00
Consolare. Guardare con fiducia il tempo che ci sta davanti. Costruire insieme. Sono le parole risuonate nel corso della trentaquattresima Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo fra cattolici ed ebrei, celebrata dalla diocesi di Piacenza e Bobbio all’auditorium Sant’Ilario con un incontro di parole e musica.
A confrontarsi sono stati il docente di ebraismo Edoardo Fuchs e il biblista don Paolo Mascilongo, moderati dal pastore Nicola Tedoldi; ad accompagnarli, con un repertorio di canzoni in ebraico e yiddish e di musiche klezmer, è stato invece il bravo coro Col Hakolot della comunità ebraica di Milano diretto dal maestro Massimiliano Tarli.
“Isaia, vissuto 2.700 anni fa, ci è molto caro. Ma la tradizione ebraica sostiene che non sia stato lui a scrivere il libro che porta il suo nome, bensì il re successivo, circa 2650 anni fa – spiega Fuchs – è un testo antico, ma perché ci interessa? Ci interessa perché alcune di queste profezie ancora non si sono avverate e anche perché ci sono elementi di attualità”.
“Quello che condividiamo con il popolo ebraico è che l’uomo è fragile, ma c’è qualcosa di stabile nella sua vita: è la parola del Signore – spiega don Mascilongo – queste parole sono belle e importanti per la tradizione ebraica, ma lo sono anche per noi, anche se le interpretiamo diversamente”.
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