CRV – Quinta commissione: Casa di cura Abano ritorna presidio ospedaliero provinciale
12 Gennaio 2023 15:58
La commissione Sanità e Sociale del Consiglio veneto, presieduta da Sonia Brescacin (Lega-Lv), ha espresso un ok unanime al riconoscimento alla casa di cura di Abano Terme della funzione di presidio ospedaliero a valenza provinciale. A distanza di tre anni dall’approvazione delle schede ospedaliere del sistema sanitario veneto, che avevano sospeso alla casa di cura aponense la qualifica di presidio ospedaliero riclassificandola ‘presidio integrativo della rete’, la Regione Veneto rivede il giudizio e promuove la struttura sanitaria privata accreditata dell’Ulss 6 Euganea. Il riconoscimento arriva a seguito – ha spiegato alla commissione Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità– di un’attenta analisi sull’attività svolta dalla Casa di cura ‘Abano Terme polispecialistica termale spa’ nel periodo 2019-2021. In particolare, nel triennio in esame segnato dall’emergenza pandemica da Covid 19, la Casa di cura di Abano ha contribuito a ridurre le liste di attesa in Veneto aumentando il numero di interventi di chirurgia generale nei confronti dei residenti in Veneto, ha rispettato le classi di priorità di intervento sia nei confronti dei cittadini residenti in Veneto che nei confronti dei pazienti provenienti da altre Regioni, e ha garantito il rispetto dei tempi di attesa per le prestazioni ambulatoriali per oltre il 95% dei casi.
La commissione consiliare ha poi dato il proprio via libera unanime all’istituzione nelle aziende sanitarie del Veneto dell’unità operativa complessa Sistemi Informativi distrettuali e territoriali. La novità organizzativa, che dovrà ora essere recepita dagli atti aziendali delle singole aziende, risponde all’esigenza di potenziare i sistemi infornativi del servizio sanitario regionale e di garantire gli obiettivi di digitalizzazione e coordinamento delle aziende sanitarie territoriali con Azienda Zero. “Lo sviluppo della telemedicina, l’implementazione del fascicolo sanitario elettronico, la digitalizzazione dell’assistenza sanitaria – spiega la delibera di Giunta che modifica le linee guida per gli atti aziendali delle aziende e degli enti del servizio sanitario regionale – richiedono un forte presidio aziendale attraverso l’istituzione presso ogni azienda del Ssr di una struttura complessa denominata Sistemi Informativi”.
Infine la commissione ha preso atto dei risultati per il 2019 e il 2020 dell’attività di recupero e riutilizzo dei farmaci svolta dalle aziende sanitarie e ospedaliere del Veneto. Un’attività prevista da una legge regionale 23 del 2011 e che ha portato, nel corso del 2020, a recuperare 18.232 confezione di farmaci ancora in corso di validità, per un valore complessivo di 929.302 euro, di cui quasi il 69 per cento (pari a 640.942 euro) riutilizzato nelle aziende sanitarie, nelle strutture assistenziali o donato ad organizzazioni sanitarie o di assistenza umanitaria, senza fini di lucro. Rispetto al trend in rilevante crescita dal 2015 al 2019, anno record durante il quale sono state recuperate oltre 43 mila confezioni per un importo complessivo di 1.191.855 euro, il 2020 registra una flessione, a causa della pandemia da Covid-19. L’attività di recupero e riutilizzo riguarda in prevalenza le confezioni di medicinali usati per patologie cronico-invalidanti, che vengono prescritti per tre mesi, nel corso dei quali possono intervenire modifiche dei piani terapeutici o il decesso del paziente. Da qui la raccomandazione alle aziende del servizio sanitario di adottare criteri più restrittivi nella distribuzione diretta, al fine di evitare stoccaggi eccessivi nelle case dei pazienti.
In apertura dei lavori la vicepresidente della commissione Annamaria Bigon (Pd) ha sollecitato l’assessore sui tempi di presentazione al Consiglio della legge di riforma delle Ipab e della legge sugli Ats, gli Ambiti territoriali sociali.
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