CRV – Giornata della memoria 2023: Scatto (Lega-lv), “Italiani brava gente?”
25 Gennaio 2023 12:10
“La vulgata delle nuove generazioni che non sanno è la foglia di fico di un’inconsapevolezza diffusa anche fra adulti, di una smemoratezza pericolosa, di falsi convincimenti e luoghi comuni come quello che vorrebbe attenuate le responsabilità dell’Italia fascista”. La presidente della commissione Cultura Francesca Scatto, introducendo in aula la riflessione pubblica che il Consiglio regionale del Veneto dedica ormai da tre anni alla Giornata della Memoria, ha messo al centro il tema del rischio dell’oblìo e dell’assuefazione e la necessità di aver cure della memoria di ciò che è stata la Shoa. Il problema è non solo quello di “dire e far conoscere l’indicibile” ai più giovani – ha argomentato Scatto, spiegando il tema scelto per l’edizione 2023 della Giornata – ma di fare i conti con la coscienza singola e collettiva, con le “responsabilità storiche” dell’Italia e degli italiani.
“La verità della nostra storia nazionale è altra e non sufficientemente conosciuta – ha ricordato la presidente della commissione Cultura – Dal 1938 al 1945 l’Italia fascista è stata antisemita, responsabile di politiche sempre più ferocemente avverse agli ebrei. La progressiva soppressione dei diritti civili e sociali degli ebrei fu inaugurata con le leggi antiebraiche promulgate dal Regno d’Italia a partire dal settembre 1938: gli ebrei vennero espulsi dalla scuola e da tutti gli impieghi pubblici, compreso l’esercito. Vennero emarginati e poi esclusi dalle libere professioni e dalle attività culturali, dalle scuole, dalle università, dagli impieghi privati, dalle attività commerciali, dal diritto di proprietà”. “Il 30 novembre 1943 – prosegue Scatto – il ministro dell’Interno fascista diramò l’ordine di polizia che disponeva l’arresto, l’internamento di tutti gli ebrei in campi di concentramento ed il sequestro dei loro beni. Gli ebrei arrestati dalle milizie fasciste e dai nazisti, assai spesso su denuncia di italiani, vennero tradotti in carceri o campi di raccolta e poi deportati ad Auschwitz. Pochi di loro fecero ritorno. L’impensabile dunque è stato anche e più che mai italiano”.
“Contrastare il rischio che la storia si ripeta nella forma di odi, passati e nuovi, e di nuove guerre – ha avvertito – chiede lo sforzo quotidiano di divulgare, testimoniare, apprendere e farsi testimoni a propria volta, ponendo al bando ogni retorica celebrativa di ricorrenze. Per questo la Regione del Veneto si è dotata di una specifica norma per la consapevolezza della Shoà, la legge n. 5 del 2020, e per questo oggi siamo in aula insieme: per capire, conoscere, testimoniare e contrastare, con ogni mezzo, antisemitismi, discorsi e azioni di odio, rigurgiti nostalgici di nazifascismo”.
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