Scontro sulla commissione architettonica: “Pasticcio”. Il sindaco: “Iter trasparente”

31 Gennaio 2023 10:32

“Un grave scivolone” è l’affondo dell’opposizione di centrodestra a proposito della nuova composizione della commissione per la qualità architettonica del Comune di Piacenza. “No, non ci sto, l’iter è stato trasparente e corretto” è la replica del sindaco Katia Tarasconi. Ma dalle fila della stessa maggioranza, Caterina Pagani (Pc Oltre) ammette che “è fondamentale che la commissione sia priva di conflitti di interesse o della percezione degli stessi” e che “occorrerebbe ripensare la modalità di sorteggio dei nominativi da parte degli ordini professionali perché non garantisce una giusta scrematura”.

Il caso è tornato al centro del consiglio comunale di ieri, dopo le recenti dimissioni di uno dei nuovi componenti. Il fuoco di fila da parte delle minoranze all’indirizzo della giunta, però, è partito nelle sedute precedenti: occorre quindi riavvolgere il nastro.

Due settimane fa, l’aula di palazzo Mercanti ha scelto – a scrutinio segreto tra nominativi sorteggiati dagli ordini professionali – gli architetti Filippo Armani, Letizia Anelli e Rosemary Ramelli, l’agronomo Giuseppe Miceli, l’ingegnere Silvio Carini, i geologi Andrea Carpena e Lanfranco Zanolini come componenti dell’organo che si esprime sull’approvazione degli strumenti urbanistici. Un’attività – va ricordato – che viene svolta a titolo gratuito. Nelle ore successive Zanolini ha rinunciato all’incarico, dopo aver dichiarato di aver appreso della nomina dalla stampa senza essere stato interpellato. Per il centrodestra il caos sarebbe stato generato – a detta di Jonathan Papamarenghi e Patrizia Barbieri (civica Barbieri-Liberi) – dalla volontà da parte della giunta di “pilotare le nomine dall’alto”, giungendo peraltro alla “situazione paradossale di avere in una commissione di sette membri ben tre architetti e nessun geometra”, dunque non un rappresentante per ogni ordine professionale. Una criticità a cui il consiglio comunale ha posto rimedio ieri con la votazione bipartisan del geometra Gian Mario Scaravella, in sostituzione di Zanolini.

“INCOMPATIBILITÀ” – Massimo Trespidi (civica Barbieri-Liberi) ha chiesto al segretario generale di “valutare i profili di incompatibilità e i conflitti di interesse” in quanto “si affida proprio a uno dei membri appena nominati in commissione un incarico che prevede un compenso da 25mila euro per ogni progettista. Ci si trova di fronte a un profilo di incompatibilità, se non a un palese conflitto di interessi che dovrebbe indurre lo stesso a dare le dimissioni da componente dell’organo”.

“L’amministrazione Tarasconi è intervenuta a gamba tesa su questa partita, in modo inopportuno” ha detto Papamarenghi, citando un verbale dell’Ordine degli architetti da cui si evince che, alla prima rosa di quattro professionisti sorteggiati tra le candidature spontanee, il Comune ha poi chiesto un’ulteriore rosa di cinque nomi. “Perché c’è stata questa richiesta? I primi quattro nomi non erano forse graditi?” ha incalzato Papamarenghi, annunciando la volontà di rivolgersi alla prefettura per “assicurare il normale accesso agli atti da parte dei consiglieri”.

“ITER TRASPARENTE” – L’amministrazione comunale ha rispedito le accuse al mittente, sostenendo che anche la commissione nominata dalla precedente giunta era formata da tre architetti e nessun geometra. “Vero” ha detto la stessa Barbieri, per poi ripartire all’attacco: “La giunta ha creato un pasticcio imbarazzante e se non c’è stata una manipolazione sulle nomine senz’altro c’è stato un condizionamento, altrimenti non avremmo dovuto dedicare un secondo consiglio comunale all’esigenza di rattoppare il buco creato dalla rinuncia di Zanolini”. Il sindaco Tarasconi ha ribattuto che “la giunta non può essere accusata di aver manipolato la scelta dei componenti della commissione per la qualità architettonica del Comune di Piacenza. A riprova di ciò, una delle figure votate non si è dichiarata disponibile. Certo, il regolamento è scritto male e il meccanismo non funziona”. Secondo Boris Infantino (Pc Coraggiosa) “l’iter è stato trasparente, l’amministrazione non potrebbe pilotarlo perché gli ordini professionali sono enti autonomi e i componenti vengono sorteggiati”.

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