Comunità energetiche: norme e vantaggi in divenire per i “prosumer” di domani

20 Febbraio 2023 05:00

Puntare sulle energie rinnovabili sta diventando sempre di più una priorità: ad esempio, è di pochi giorni fa la decisione di Strasburgo di mettere uno stop alla produzione di auto a benzina e diesel entro il 2035.
Anche per ciò che riguarda il fabbisogno energetico delle nostre case, aziende, dei luoghi pubblici, un’alimentazione più pulita è auspicabile non solo per garantire un freno alla crisi climatica, ma forse ancor più evidentemente per un miglioramento nelle condizioni di vita di molti individui.
In Italia in particolare fa molto parlare la politica auspicata dal governo in materia di comunità energetiche, realtà in continuo aumento e che sembrano offrire una soluzione concreta e condivisa ai problemi che oggi dominano il dialogo in tema di ambiente e costo dell’energia.
«Sulle comunità energetiche le norme sono in dirittura d’arrivo. Siamo ai dettagli, stiamo rivendendo i meccanismi d’incentivo». Lo ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, in un intervento dell’11 febbraio. Secondo il ministro «nei prossimi due anni nasceranno oltre 15.000 comunità energetiche, spero 20.000. Oggi due terzi dell’energia derivano da fossili (carbone petrolio e gas) e un terzo da rinnovabili (eolico, fotovoltaico, geotemico e idroelettrico). L’obiettivo è ribaltare nel 2030 questo rapporto».
Nel frattempo, all’inizio dell’anno è stato approvato il testo unico che regola le modalità per valorizzare l’autoconsumo diffuso, con indicazioni chiare e semplificazioni procedurali rispetto alla disciplina transitoria vigente dal 2020, in attuazione dei decreti legislativi 199/21 e 210/21.
In attesa delle norme definitive provenienti dal Ministero, è importante continuare a sensibilizzare sulle opportunità create dalle comunità energetiche, ancor di più a pochi giorni dalla Giornata mondiale del risparmio energetico.
Quali sono i termini più importanti da conoscere per capire l’universo delle comunità energetiche?
Il primo è sicuramente “prosumer”: la parola è una crasi, mutuata dall’inglese, che unisce i termini “producer” e “consumer”. Questo perché gli utenti, nelle comunità energetiche, sono allo stesso tempo produttori e consumati dell’energia che loro stessi, e i membri della stessa comunità, utilizzeranno nella vita di tutti i giorni.
È utile poi parlare di “smart grid”, ovvero la “rete elettrica intelligente”. La rete progettata in questa maniera permettere di gestire informazioni e rilevazioni molto più puntuali di una semplice rete unidirezionale: questo è possibile grazie all’utilizzo di tecnologie digitali all’avanguardia, che permettono di rielaborare i dati e distribuire l’energia elettrica tra i diversi nodi collegati.
È infatti la digitalizzazione la vera chiave di questa “rivoluzione”, che sfrutta le nuove frontiere della tecnologia per aiutare privati, aziende, pubbliche amministrazioni ad avvicinarsi a nuovi modi di produrre, ma soprattutto utilizzare, l’energia: modi più puliti, più rispettosi dell’ambiente, e che “facciano bene” alla stessa comunità di persone che li impiega.

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