E’ primavera, che nostalgia per Villa Verdi! Luogo del cuore (anche senza i voti al Fai)
Sarà che, in primavera, un salto a Villa Sant’Agata di Villanova è sempre stato obbligatorio. Sarà che, nel frattempo, un pochino di speranza sulla riapertura della villa verdiana si è allargata, anche grazie ai concerti del progetto Viva Verdi! che contribuiscono a raccogliere fondi per l’acquisto della dimora di Giuseppe Verdi da parte dello Stato. Sarà che – e a mio avviso è un brutto brutto brutto segno di scarsa sensibilità – Villa Verdi non è stata abbastanza votata al concorso I luoghi del cuore del Fai (è giunta al 71° posto con 4180 voti, un’occasione persa, e siamo noi piacentini-italiani-emilianoromagnoli-tutti, che dovevamo farci sentire con forza maggiore).
Sta di fatto che un bel giretto nel parco del Maestro e nelle sue stanze, in questo periodo, mi manca tantissimo.
A dire il vero, ci sono capitata anche d’autunno, calpestando le foglie come fossero strumenti e ascoltando il loro gracchiare, in qualche modo, intonato (cosa può fare, la suggestione dei luoghi!). In un’occasione, ho pure schivato la pioggia nascondendomi sotto una delle enormi foglie delle piante rare che il compositore faceva giungere da Paesi lontani: sono ancora lì, a ribadire come un animo contadino e “di provincia” sia stato un cittadino del mondo. Anzi, un CITTADINO ITALIANO del mondo.
Ci sono stata con i miei nonni da piccola, a Villa Verdi. Spesso, spessissimo con mamma e papà. Sembra una vita fa. Poi ci ho portato mio figlio, i miei amici rocker inglesi, e gli studenti in gita quando insegnavo Educazione musicale alle scuole medie.
Per questo, per tutto questo e per molto altro, io Villa Verdi l’ho votata al concorso del Fai. E non m’importa se non è arrivata prima tra “I luoghi del cuore”.
Nel mio, era già sul podio.
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