A Piacenza il gesuita padre Jean Paul Hernandez, esperto di arte e teologia

12 Aprile 2023 17:21

In occasione dell’incontro del Cantiere della strada e del villaggio legato al Camino sinodale e indirizzato al mondo degli artisti, venerdì 14 aprile alle ore 20.30 è in programma un appuntamento aperto a tutti che vedrà la presenza di padre Jean Paul Hernadez, gesuita, direttore della Scuola di Alta formazione di Arte e Teologia della Pontificia Facoltà teologica dell’Italia Meridionale di Napoli.

Nel cortile del Palazzo vescovile (in caso di maltempo nella Sala degli Affreschi della Curia) il sacerdote interverrà sul tema “Le meraviglie della Cattedrale di Piacenza. La chiesa come porta e come grembo”.

Alle 17 fino alle 19, per gli iscritti, si svolge l’appuntamento “La Chiesa piacentina ascolta gli artisti”; alle 19.30 buffet di benvenuto accompagnato dalle note del duo “Te quiero Euridice”. Alle 20.30 prenderà la parola padre Hernandez.

L’iniziativa è promossa dall’Ufficio beni culturali della diocesi insieme al settimanale Il Nuovo Giornale.

Chi è padre Jean Paul Hernandez?

La bellezza salverà il mondo. Può avvicinare a Dio gli uomini del nostro tempo anestetizzati da una società e da una cultura materialiste. Ne è convinto padre Jean Paul Hernandez, gesuita docente di teologia sistematica prima a Bologna poi a Roma, da alcuni anni a Napoli, dove vive e dirige, all’interno della Facoltà teologica dell’Italia meridionale, un master di alta formazione in arte e teologia. A Piacenza verrà a parlare di Cattedrale come “grembo” – luogo che genera alla vita – e come “porta” – Maria, la porta che conduce a Cristo -.

Gli incontri-chiave della sua vita

Padre Hernandez, classe 1968, è nato in Svizzera da immigrati spagnoli. L’incontro con due amici di famiglia gesuiti e al liceo con un gruppo pentecostale sono le tappe fondamentali della sua conversione. La figura di Giovanni Paolo II e l’esperienza del cammino di Santiago hanno fatto il resto, portandolo alla decisione di entrare nel noviziato dei gesuiti a Genova.

“Pietre vive”: dalla Germania all’Italia

Nel 2004, a Francoforte in Germania, mentre stava per terminare il dottorato ha conosciuto il primo gruppo di “Pietre vive” formato da gesuiti e laici: “C’erano tra gli altri – racconta – studenti di arte medievale. In Cattedrale a Francoforte, sentendo le spiegazioni che i tour operator davano ai turisti, veniva loro una sorta di ribellione perché si trattava di spiegazioni parziali. Niente veniva detto sulla simbologia medievale, sul senso dello spazio sacro. Così nacque l’idea di mettersi a disposizione del parroco della Cattedrale e formare un gruppo che studiasse bene la simbologia nelle opere d’arte e i monumenti della tradizione cristiana, seguendo i turisti, credenti e non credenti, che giungevano nella chiesa”.

Padre Hernandez è in Italia dal 2008; nel nostro Paese ha portato l’esperienza di “Pietre vive”, che oggi è presente in cinquanta città d’Europa e in America.

Ad Amsterdam sono rimaste solo tre chiese

Il fenomeno del turismo di massa – sintetizziamo il pensiero del gesuita – è un segno dei tempi per la Chiesa, un’occasione unica per aiutare le persone a scoprire ciò che si nasconde nei simboli dell’arte.

“Ad Amsterdam – esemplifica – sono rimaste tre chiese cattoliche. I giovani di «Pietre vive» stanno facendo un’esperienza interessantissima di come ripartire da zero. La gente, infatti, non riconosce più l’edificio chiesa come un luogo religioso perché tutte le chiese di Amsterdam sono ristoranti, bar, appartamenti o centri commerciali. E in chi visita una chiesa, accompagnato da quei giovani, scatta la domanda: «ma che fate qui in chiesa? che cos’è la messa?»”.

E in Italia, accadrà la stessa cosa tra qualche anno? Ne parlerà a Piacenza padre Hernandez.

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