Tutta l’Italia alimentata
solo con fonti rinnovabili?
“Si può fare, ecco come”

15 Maggio 2023 05:00

La completa elettrificazione dei consumi di energia degli italiani è «fattibile».
In tempi medio-brevi? “No. Ma prima si prende quella direzione e più velocemente riusciremo ad arrivarci, purché si decida di farlo”.
Sono stati gli studiosi di Aspo (Association for the Study of Peak Oil), nella ricerca “Verso un sistema energetico italiano basato sulle fonti rinnovabili” a delineare i vari scenari che potrebbero portare l’Italia a rendersi completamente indipendente da gas e petrolio, sfruttando sole, vendo e geotermia.
“Non si tratta di un Piano energetico, sia chiaro, ma di uno studio accademico – precisano due degli autori, Luca Pardi e Luciano Celi del Cnr – che però ipotizza scenari assolutamente reali”.
Sono tre le condizioni-base che potrebbero permettere al nostro Paese di affidarsi solo alle rinnovabili: “Ovviamente la prima è un deciso sviluppo delle fonti rinnovabili, poi servirebbe una stretta collaborazione con gli Stati confinanti e infine, aspetto determinante, un drastico calo dei consumi, a cominciare dagli sprechi”, chiariscono i ricercatori.
Nell’ipotesi più favorevole considerata dallo studio (riduzione al 50% della domanda) saranno necessari 250 GW di fotovoltaico (l’equivalente della superficie della città metropolitana di Milano coperta con pannelli fotovoltaici), che corrisponde ad una potenza installata di 4 kW o circa 27 metri quadrati pro capite di pannelli fotovoltaici.
In totale, un’area che rappresenta lo 0,5% della superficie nazionale, per un’infrastruttura realizzabile senza devastazioni ambientali, seguendo le buone pratiche attuali.
Serviranno, poi, 80 GW di eolico, che tradotto vuol dire alcune migliaia di chilometri di pale eoliche (più potenti saranno, meno ne saranno necessarie), poste sia sui crinali che in campi eolici off-shore, dove hanno maggiori potenzialità. Queste corrisponderebbero in media a una torre eolica da 5 MW ogni quattro mila abitanti.
“Fondamentali – chiarisce la ricerca – saranno sistemi di accumulo energetico giorno-notte molto estesi, costituiti prevalentemente da batterie, coadiuvati dagli impianti idroelettrici a pompaggio. Serviranno circa 4 kWh ad abitante. Sappiamo che in Italia c’è sovrabbondanza di energia solare in estate, mentre in inverno andiamo in difficoltà. Quindi il surplus, compreso quello tra giorno e notte, va conservato e non sprecato”.
In questo scenario, avranno un ruolo importante anche gli impianti di produzione di idrogeno, per una potenza installata di idrolizzatori pari a 100 GW. “Considerato che i più grossi idrolizzatori industriali hanno una taglia da 5 MW, dovremmo installarne circa 20 mila. Si tratta di migliaia di impianti industriali. A questi, nell’ipotesi considerata di usare metano come gas di accumulo, vanno aggiunti metanizzatori per 75 GW, dove effettuare la sintesi tra anidride carbonica e idrogeno”.
Capitolo infrastrutture: prioritario sarà l’adeguamento della rete elettrica al trasporto dell’energia generata in modo intermittente su lunghe distanze. “Questa deve integrarsi con la rete europea, per compensare la maggior produttività invernale dell’eolico nel Nord Europa con quella estiva del fotovoltaico nel Sud”.
Ma è anche necessario un deciso intervento sul lato dei consumi, con interventi anche drastici. Dalla riqualificazione energetica degli edifici all’introduzione di limiti alle temperature massime del riscaldamento invernale e del raffrescamento estivo, passando per l’incentivazione alla riduzione della mobilità automobilistica verso forme di mobilità “leggere” e alternative. “Per pensare di poter elettrificare tutto il sistema energetico nazionale, dovremmo pianificare un taglio della domanda del 50%: questo è probabilmente l’ostacolo più difficile, soprattutto in tempi brevi”.

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