“Un arcobaleno sull’asfalto bagnato”, un intreccio di vite, un viaggio verso la rinascita

17 Maggio 2023 17:14

Un appartamento, due donne, due vite tanto dissimili quanto complementari che si intrecciano su piani temporali distanti, ma al momento giusto: le fitte pagine di un diario bastano a creare un legame, aprono una breccia tra i ricordi e le emozioni, portando con sé il desiderio fresco e luminoso della rinascita. Tra le toccanti pagine scritte da Teresa, con una grafia chiara e ordinata, la giovane Giulia scopre una storia che la cattura sin dal primo istante, tanto da rimanere ammaliata, desiderosa di trovare finalmente il proprio posto nel mondo.

Il romanzo “Un arcobaleno sull’asfalto bagnato”, di Teresa Genova (Gruppo Albatros il Filo, settembre 2022) è un’opera di fantasia che si ispira a vicende realmente accadute: in una cornice letteraria che sfrutta l’intramontabile pretesto del ritrovamento del diario, si districano le vicende personali della stessa autrice, la quale si mette a nudo e prende idealmente per mano il lettore, proprio come Teresa farà, inconsapevolmente, con Giulia.

Giulia è una ragazza giovane, della provincia di Roma: si è appena trasferita nella Capitale per studiare e lavorare, ma soprattutto per scappare da una situazione familiare difficile, fredda e anaffettiva. A indicarle la sistemazione perfetta è un suo ex professore: una coppia di amici si è appena trasferita negli Stati Uniti e ha bisogno di una persona di fiducia che badi alla casa e alle rose della donna, senza richiedere alcun canone di affitto per l’alloggio. Nel cassetto di una scrivania – tra i pochi mobili ormai rimasti – la giovane trova un diario: appartiene a Teresa, la padrona di casa, e racchiude tra le sue pagine le memorie e le confessioni di una vita come tante, impregnate di amoresofferenza e desiderio di rinascita.

Frugare tra le radici di un’esistenza così rigogliosa non è semplice per Giulia, che quasi non conserva alcun ricordo della propria infanzia: unico bagliore di luce della sua infanzia è la nonna materna, premurosa e colma di affetto per la sua amata nipote. Rimasta sola dopo la sua dipartita, Giulia non aveva più alcun punto di riferimento: l’unica soluzione era dunque la fuga. Con le parole raccolte nel suo diario, è Teresa stessa a diventare una fonte di ispirazione per la ragazza. Lei, una donna nata nel 1946, racconta a sé stessa i primi ricordi della sua infanzia, gli amori sbocciati per gioco – e per questo quanto più seri e significativi – la festa dei diciott’anni e sullo sfondo tutte le contraddizioni degli anni Sessanta, tra gli strascichi di un passato chiuso e geloso e la tensione verso un futuro di opportunità e ribellione.

Pur negli intervalli tra le pagine in cui è costretta ad abbandonare la lettura – magari a notte fonda con gli occhi troppo stanchi per continuare, o quando gli impegni si fanno troppo pressanti, tra studio e lavoro – Giulia non si stacca mai realmente dai racconti: continua a riviverli nella sua mente, a ragionare sulle parole di Teresa, sul modo in cui aveva agito o sugli aneddoti narrati. A volte è sognante, altre volte prova una punta di malinconica invidia per tutto quell’amore che a lei era stato precluso, altre ancora si arrabbia con la donna del diario per certe scelte che non riesce a comprendere. Il diario di Teresa diventa per la giovane un modo per cercare sé stessa tra le pagine di un’altra persona. Le domande si affollano nella sua mente e rispondere è faticoso: chi è davvero Giulia? Che cosa desidera dalla sua vita? Ci sarà posto per una persona che possa starle a fianco o la mancanza di affetto della sua famiglia ha contagiato involontariamente anche lei, condannandola a una vita grigia e solitaria?

Nel frattempo, le pagine di Teresa si fanno più dolorose: l’incontro con la malattia sconvolge la vita della donna e dei suoi cari, i dubbi e la paura di non farcela si sommano a ulteriori dispiaceri che rischiano di frammentare per sempre l’armonia della famiglia che con tanta fatica aveva costruito insieme al marito. Il futuro tanto sognato rischia di sfumare, e con esso i progetti, i desideri, la scuola da lei fondata. In parallelo, scorrono i timori di Giulia e il senso di inadeguatezza per un presente che percepisce più grande di lei, per il quale non si sente pronta. Certe storie raccontate da Teresa, poi, aprono ferite profonde e mai rimarginate della giovane inquilina, tanto da vederla lanciare con forza il diario contro il muro, per poi pentirsene subito dopo.

Nella profonda distanza di epoche, esperienze e piani narrativi, si gusta tutta la bellezza di un romanzo intenso, capace di emozionare e mozzare il fiato ai lettori: basta poco, infatti, per affezionarsi alle sue protagoniste. Molto interessante è il lavoro di mimesi di Teresa Genova, capace di lasciare che il lettore “senta” la differenza delle voci delle due donne, evidenziandone l’arco evolutivo. Se Giulia porta infatti con sé tutti i sogni e le speranze della sua giovane età, dall’altra parte l’autrice sceglie di non levigarne gli spigoli e le ingenuità, restituendo così un quadro realistico ed esplosivo, in atto di formazione. Teresa, d’altro canto, non viene offerta al lettore come la fotografia di una donna avanti con gli anni che si volta a osservare la propria vita attraverso il filtro dell’esperienza, al contrario cresce tra le pagine, perde l’illusione, si riappropria di sé e sceglie, in un grande atto d’amore – sulle prime incomprensibile per Giulia – di lasciare andare al momento opportuno, perché nulla della bellezza da lei seminata marcisca o vada sprecato.

Sono questi gli insegnamenti più importanti che Giulia apprende da Teresa: affrontare con coraggio le difficoltà e gli ostacoli, come un timoniere esperto che in mezzo alla tempesta cavalca le onde per mettere in salvo il proprio amato equipaggio, e dall’altra parte sapersi mettere in discussione, accogliendo il momento in cui è necessario lasciare il timone a un nuovo capitano, capace di portare a termine la missione nel migliore dei modi.

Mettendosi in discussione, entrambe le protagoniste compiono un viaggio alla ricerca della propria identità: smussano i propri spigoli e lasciano che l’imprevedibilità della vita sia per loro maestra e mai tiranna. Fondamentali nel romanzo sono il ruolo dell’incontro e al tempo stesso l’importanza del distacco, entrambi capaci di far prendere alla vita direzioni inaspettate. L’altro da sé, i legami e gli affetti sono l’unica, vera, grande risorsa che l’essere umano abbia a disposizione: è difficile affermarlo nella nostra società dei consumi, ma forse per questo è ancora più prezioso vederne l’esempio pratico nell’esperienza di Teresa. Attraverso il  racconto a cuore aperto che affida al suo diario, infatti, la donna insegna senza voler insegnare, attraverso l’esperienza e il proprio esempio concreto. Con un riscoperto coraggio, Giulia si troverà di fronte a più di un bivio, dove sarà costretta a prendere delle decisioni difficili e dolorose: se sceglierà la strada più semplice o se riuscirà a correre dei rischi, stringendo finalmente tra le mani il timone della propria vita, lo lasceremo scoprire ai lettori.

Sfidando la difficoltà di mettere in comunicazione due generazioni che oggi sembra facciano sempre più fatica a parlarsi, “Un arcobaleno sull’asfalto bagnato” si dimostra un’opera tanto complessa nei temi, quanto semplice e gradevole nella lettura. Con uno stile colloquiale e armonico, Teresa Genova permette ai lettori di immergersi appieno nell’universo emotivo delle protagoniste, lasciando che si riconoscano un po’ nell’una, un po’ nell’altra.

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