Blocchi Ikea, 107 senza lavoro. Gli indagati salgono a due
07 Novembre 2012 08:26
AGGIORNAMENTO DELLE 15.00
C’è anche un secondo indagato dalla Procura della Repubblica di Piacenza per i blocchi e i picchetti che in queste settimane hanno interessato gli stabilimenti Ikea del polo logistico. Si tratterebbe di uno dei promotori della protesta, per cui il pubblico ministero Ornella Chicca ipotizza il reato di manifestazione non autorizzata. Il materiale da analizzare resta ancora parecchio, quindi non è escluso che arrivino presto nuovi indagati. Alla Procura sono anche arrivate le prime querele annunciate da operai e Cobas contro le forze dell’ordine per gli sgomberi effettuati ai cancelli.
IKEA: LAVORO NORMALE SE CESSANO I BLOCCHI. PAPARO: PREOCCUPAZIONE E AMAREZZA. FOTI CONTRO DOSI
Ikea ha fornito una importante precisazione in merito alla parziale riduzione di volumi di merce movimentati negli stabilimenti di Piacenza: “Si tratta di una misura temporanea a causa dell’impossibilità di accesso e di uscita dei mezzi di trasporto al polo logistico, così come dei lavoratori delle cooperative. La riduzione terminerà al cessare del blocco ai cancelli”.
Sulla decisione di Ikea di spostare le merci altrove, con la conseguente diminuzione dei lavoratori impiegati a Piacenza, è intervenuto l’assessore provinciale Andrea Paparo: “La riduzione dei volumi di lavoro negli stabilimenti Ikea di Piacenza e la conseguente perdita di oltre 100 posti di lavoro sul territorio rappresentano una pessima, prevedibile, temuta notizia. Esasperare la situazione in maniera irresponsabile, approfittando del disagio, anche se si avessero elementi di ragione – ha aggiunto – produce più danni che benefici. Rimane forte l’amarezza per il fatto che la logica della forza prevarichi quella dei diritti e dei doveri”.
Anche il parlamentare piacentino del Pdl Tommaso Foti è tornato sulla vicenda: “Le reiterate proteste di questi giorni, sconfinate più volte nell’illegalità dei blocchi, artatamente cavalcate dai cattivi maestri dalla penna rossa ansiosi di farsi pubblicità alle spalle dei più deboli, non solo hanno esposto, ancora una volta, la nostra città alla ribalta delle cronache nazionali e internazionali con toni pesantemente negativi, ma hanno soprattutto inferto un pesantissimo colpo all’occupazione del nostro territorio. Cento posti di lavoro persi in 24 ore: questo è il mortificante raccolto dei sessantottini di ritorno. Oggi il sindaco di Piacenza non ha più alibi di sorta per isolare dalla propria coalizione certi compagni di viaggio che se non fanno male a lui, lo fanno alla nostra comunità. Nella sua campagna elettorale si trovava l’impegno a creare le condizioni per attrarre aziende e nuovi posti di lavoro: dopo pochi mesi assistiamo a questa inopinata situazione di cui anche l’amministrazione deve fare ammenda”.
Sul caso intervengono anche Pisani e Cavalli della Lega Nord. Si legge in una nota: “è il triste e prevedibile epilogo di lotte ideologiche”. Il consigliere regionale aggiunge “strumentalizzate le ansie dei lavoratori. Dosi prenda le distanze da Rifondazione”.
Sulla decisione di Ikea di spostare dal polo logistico di Piacenza parte delle attività, interviene anche il segretario provinciale della Uil Massimiliano Borotti: “Qualcuno ha voluto soffiare sul fuoco, invece di affrontare responsabilmente il tema dei diritti che spettano a ciascun lavoratore”. “Per Piacenza – osserva Borotti – è arrivato il momento di decidere se salvaguardare o meno il lavoro, garantendone il primario aspetto della dignità, o continuare a permettere che ci sia chi invoca il rispetto delle regole rivelandosi poi il primo disposto a infrangerle o a non riconoscerle”.
Sulla vicenda inteviene anche l’Esecutivo provinciale del Partito Democratico di Piacenza, presieduto dal Segretario Vittorio Silva, che chiede che cessino immediatamente i blocchi che impediscono ai lavoratori ed alle merci l’ingresso negli stabilimenti di Le Mose in quanto atti ingiustificabili e lesivi degli stessi diritti dei lavoratori e dell’impresa; manifesta inoltre pieno sostegno alle proposte formulate dall’Amministrazione Comunale di Piacenza e invita l’azienda, rimosse le cause temporanee di impedimento, a riprendere a pieno regime l’attività salvaguardando i posti di lavoro e la positiva collaborazione con le cooperative qualificate del territorio.
AGGIORNAMENTO DELLE 11.35
Ikea ha chiesto un incontro con i sindacati Cgil, Cisl e Uil, subito programmato per venerdì prossimo. La richiesta è stata avanzata dall’azienda svedese che sta valutando ipotesi di scenari alternativi nel sistema di approvvigionamento delle merci in seguito alla progressiva riduzione dell’attività legata ai blocchi dei manifestanti. Ikea, in un comunicato (in allegato) ha specificato di aver verificato la correttezza dell’operato del consorzio Cgs non avendo riscontrato irregolarità o discriminazioni.
COMUNICATO AZIENDA IKEA (.pdf)
AGGIORNAMENTO DELLE 10.20
Il picchetto dei lavoratori è terminato. I pullman con gli oltre 100 facchini sono entrati nello stabilimento. E’ in corso invece un’assemblea dei manifestanti all’esterno. Il primo commento di Milani dei Cobas alla perdita del posto per 107 lavoratori: “Ci saranno più persone al picchetto, a fianco di quelli che protestano da alcune settimane”. Confermata per oggi alle 17.30 la manifestazione.
AGGIORNAMENTO DELLE 8.40
La direzione Ikea nella serata di ieri ha comunicato alle cooperative che in seguito ai blocchi prolungati all’ingresso dei propri impianti ha deciso il riposizionamento dei volumi a partire da giovedì 8 novembre. Ciò significa che le merci destinate a Piacenza verranno collocate in altri stabilimenti . La conseguenza diretta e immediata è che 107 lavoratori soci e dipendenti perderanno il posto. A comunicarlo è Francesco Milza a nome del consorzio CGS e delle cooperative SanMartino, Cristall ed Euroservizi. In allegato il comunicato delle cooperative.
COMUNICATO COOPERATIVE IKEA (.pdf)
NOTIZIA DELLE 8.20
Nuovo blocco questa mattina all’alba davanti ai cancelli dello stabilimento Ikea di Le Mose. I facchini dei Cobas sono tornati a presidiare i cancelli d’ingresso. I pullman con a bordo i lavoratori delle cooperative sono rimasti bloccati a Montale. È stato sconsigliato loro l’accesso all’azienda nella mattinata di oggi. Alcuni facchini, tuttavia, si erano già recati al lavoro autonomamente entrando nello stabilimento alle sei, prima dell’inizio del picchetto. In reparto risultavano solo in cinque lavoratori anziché in quaranta, i restanti sono ancora sui pullman a Montale.
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