CRV propone al Parlamento di regolarizzare situazioni di parziale e trascurabile difformità edilizia
13 Giugno 2023 18:29
Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato a maggioranza, con 29 voti favorevoli e 7 contrari, la Proposta di Legge Statale n. 32/2023, da trasmettere al Parlamento nazionale, ai sensi dell’articolo 121 della Costituzione, “Modifiche del D.P.R. n. 380/2001, ‘Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di edilizia’ e nuove norme in materia di regolarizzazione edilizia”, di cui è primo firmatario Alberto Bozza, consigliere regionale di Forza Italia. Il Pdls era già stato licenziato, con i voti della maggioranza, dalla Seconda commissione.
La Proposta normativa – come spiegato dal Relatore Bozza – propone l’introduzione di una norma che preveda modalità per poter ritenere regolarizzabili situazioni di parziale e trascurabile difformità edilizia “rispetto alle quali peraltro i cittadini sono incolpevoli/inconsapevoli”, rispetto al titolo abilitativo e ai dati progettuali. In sintesi, un immobile potrebbe essere considerato ‘in stato legittimo’ a patto che la parziale e trascurabile difformità edilizia sia anteriore al 30 gennaio 1977, ovvero all’entrata in vigore della Legge n. 10 del 28 gennaio 1977 ‘Norme in materia di edificabilità dei suoli’, e che sia stato rilasciato il relativo certificato di abitabilità/agibilità. Questo, in continuità con il fine perseguito dalla L.R. n. 19/2021, ‘Veneto cantiere veloce’, di semplificare alcune procedure in materia urbanistica ed edilizia per rilanciare un settore nevralgico e garantire certezza di diritto ai cittadini, soprattutto per quanto riguarda la libera circolazione delle loro proprietà. “Si cerca così di dare risposta a un problema molto sentito in edilizia, che pone peraltro una serie di ostacoli pratici per l’applicazione degli strumenti fiscali e dei bonus che il Governo ha individuato per dare linfa al settore e per incentivare il risparmio energetico”, ha aggiunto Bozza.
Il Correlatore, la consigliera regionale del Partito democratico, Anna Maria Bigon, nel suo intervento ha ricordato come il “Partito democratico è stato sempre contrario a sanatorie in materia edilizia, peraltro più volte impugnate dalla Corte costituzionale, a iniziare dalla bocciatura della Legge ‘Veneto cantiere veloce’. E non capisco quali siano le parziali difformità edilizie da sanare. Sono convinta che questo Pdls o verrà di nuovo impugnato dalla Suprema Corte o non verrà preso in considerazione, come spesso è accaduto in passato”.
La consigliera Elena Ostanel (VcV) ha preannunciato il suo voto contrario “per una proposta normativa che disciplina aspetti in ordine ai quali il Legislativo e la Corte costituzionale si sono già espressi in modo netto e chiaro”.
Per Vanessa Camani (Pd) “questa Proposta di legge statale è l’ennesimo tentativo di introdurre condoni edilizi che premiano i cosiddetti ‘furbetti’ a scapito di chi ha fatto le cose regolarmente. Questo Paese ha bisogno di tutto tranne che di condoni. E la proposta normativa si basa su strumenti, come l’agibilità/abitabilità, che la Corte ha già detto non essere idonei a risolvere il problema e che investono aspetti prettamente igienico- sanitari, non urbanistici. Piuttosto, dovremmo tutti essere impegnati in politiche rigenerative del patrimonio immobiliare”.
Arturo Lorenzoni (Portavoce opposizione) ha ricordato che “già in Seconda commissione avevamo esposto le nostre perplessità e suggerito alcune correzioni. Ora abbiamo la certezza che questa legge non vuole tanto sanare piccole difformità edilizie bensì aprire la strada a situazioni che consentono di condonare qualsiasi cosa: questo modo di procedere è inaccettabile, soprattutto per chi ha fatto le cose per bene. Credo che ci siano altre strade per semplificare la vita ai cittadini”.
Andrea Zanoni (Pd) ha sottolineato che “con questa Proposta di legge statale si introduce un condono invece di pensare a ridurre il consumo di suolo che rappresenta un grave problema per questa Regione”.
Il consigliere regionale Roberto Bet (Lega/LV) ha difeso l’intervento del Relatore Bozza, spiegando che “questa proposta normativa non introduce sanatorie o condoni, ma cerca di dare certezza di diritto, risolvere vulnus giuridici che ostacolano la libera circolazione degli immobili e permettere ai proprietari di poter godere dei propri beni”.
Marco Zecchinato (Lega/LV) ha posto l’accento sul fatto che “questa legge riguarda edifici che insistono sul consolidato e non c’entra quindi nulla con il consumo di suolo”.
Per Jonatan Montanariello (Pd) “questa legge è una forzatura, peraltro anacronistica: è finita l’era in cui si poteva fare qualsiasi cosa in edilizia per poi individuare sanatorie. Non si possono premiare sempre i ‘furbetti’. Il problema non è tecnico bensì culturale. E c’erano già strumenti idonei a sanare piccole difformità edilizie”.
Stefano Valdegamberi (Misto) ha espresso parere favorevole su “una proposta normativa che vuole recuperare un patrimonio edilizio caratterizzato solo da piccole difformità: ci vuole un po’ di buonsenso”.
Enoch Soranzo (Fdi) ha ricordato che “la legge cerca di risolvere piccole difformità edilizie che bloccano famiglie le quali hanno comprato casa con i propri risparmi, convinte che tutto fosse in regola. Qui non si tratta di condoni, ma di dare certezza di diritto ai proprietari di immobili che hanno al loro tempo fatto le cose per bene”.
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