Autori emergenti: tutti i segreti per promuovere al meglio il proprio libro
31 Luglio 2023 18:43
Il primo consiglio che mi sento di fornire a coloro che sono entrati da poco a far parte del complesso mondo editoriale è quello di impostare una strategia promozionale a lungo termine, di costruire i propri risultati con pazienza, perché il consenso dei lettori non si costruisce da un giorno all’altro.
Ci vogliono tempo e dedizione, gli spazi di visibilità in Italia sono pochi, ma se si lavora bene non mancheranno le soddisfazioni». Con queste parole, figlie di oltre venti anni di esperienza nel settore e di saggia prudenza, Filippo Lastaria condivide su Conoscere TV aneddoti e retroscena del suo lavoro di addetto stampa per la collana di emergenti più famosa d’Italia, Nuove Voci. Spiega come proporre ai media nuovi talenti, ancora sconosciuti al grande pubblico, necessiti di accortezze differenti rispetto alla promozione di autori già noti. «Se per un grande nome il momento cruciale in termini di impatto promozionale è la fase immediatamente successiva all’uscita del libro, per un autore emergente si verifica il contrario, un’eccessiva esposizione iniziale rischierebbe di bruciare le potenzialità dell’opera».
Del resto, si sa, i tempi dell’editoria sono strettissimi, la vita di una nuova uscita sugli scaffali di una libreria dura al massimo un paio di mesi, lasso temporale troppo esiguo per permettere ai lettori di familiarizzare con un nuovo autore. «La diffusione del libro di uno scrittore emergente deve crescere di pari passo con le sue occasioni di contatto con il pubblico, non deve anticiparle» prosegue Lastaria «altrimenti l’opera finirebbe per deludere le aspettative dei librai. Non è, come in molti pensano, la presenza in libreria che garantisce notorietà agli autori, è vero semmai il contrario: più l’autore avrà modo di essere conosciuto tra i lettori, più crescerà la presenza del suo titolo nei punti vendita».
Tutto questo, senza perdere il contatto con i numeri, che delineano una condizione molto chiara, ma spesso poco nota. In Italia, un terzo dei libri prodotti non vende nemmeno una copia e soltanto una percentuale decisamente inferiore al 10% raggiunge le mille.
«Quello degli scrittori» diceva con ironia una grande firma come Luciano De Crescenzo «è un mestiere da “morti di fame”. Se si escludono pochi fortunati, che si contano sulle dita di una mano, nessuno può vivere di sola scrittura. Per “campare” occorre far altro».
Le soddisfazioni che un autore può ricercare, pertanto, difficilmente potranno essere di natura economica, ma ciò potrebbe addirittura rivelarsi un vantaggio per i nuovi scrittori, come ci spiega Lastaria: «un mercato così livellato verso il basso permette alle opere di nicchia, come inevitabilmente sono i titoli legati ad autori emergenti, di conquistarsi un proprio spazio. Va da sé che se una firma nota vende poche centinaia di copie del proprio libro, un autore emergente particolarmente attivo può addirittura superarlo. In Nuove Voci sono diversi gli autori che si sono attestati su vendite a tre o quattro cifre, ma naturalmente questo non può avvenire per tutti. La cosa importante da capire è che non sempre c’è relazione tra l’esiguità delle vendite e la qualità letteraria di un’opera, anzi, nella maggior parte dei casi vale il contrario. Sono spesso le opere più raffinate a riscontrare maggiori difficoltà in libreria». Per questo è importante saper valorizzare ogni singola copia venduta, senza essere mossi da aspettative che rischierebbero di rivelarsi frustranti, e tenere sempre nella giusta considerazione il ruolo che può rivestire la critica, interlocutrice privilegiata se si vuole intraprendere un percorso duraturo nel settore. Un ruolo di rilievo lo rivestono senza dubbio i premi letterari, viatico indispensabile per far circolare il proprio nome nei salotti che contano. «In questo ambito i nostri autori ci hanno abituato bene» incalza con un certo orgoglio il direttore dell’ufficio stampa di Nuove Voci «sono infatti centinaia i riconoscimenti da loro ottenuti nei premi letterari italiani. Per noi si tratta di una soddisfazione davvero speciale, perché le preferenze che le giurie di tutta Italia ci accordano, premiano in piccola parte anche le nostre scelte in termini di selezione delle opere e il nostro lavoro di editing. Siamo fieri dei nostri autori, i successi che da oltre venti anni registra la collana Nuove Voci sono prima di tutto merito loro. Un editore, e di conseguenza un ufficio stampa, possono impegnarsi al massimo, ma se manca la materia prima, che nel nostro campo è la qualità letteraria delle opere, non si può arrivare così lontano».
Sul rapporto tra autore ed editore, sull’importanza della costruzione di un dialogo sempre teso alla crescita reciproca, Filippo Lastaria torna più volte nel corso dell’incontro, ponendo sempre al centro del processo diffusivo gli autori e le loro opere.
Quando si parla di strumenti promozionali, invece, l’attenzione viene riposta prima di tutto sulle fiere del libro, ritenute non soltanto una vetrina, ma anche un’occasione di scambio e di crescita: «se, come sappiamo, l’obiettivo di un autore emergente è soprattutto quello di farsi conoscere, di permettere al suo nome di circolare tra i lettori, le fiere del libro e le altre kermesse letterarie, sia italiane che internazionali, rappresentano senza dubbio un’esperienza importante. Non sempre è necessario che l’autore sia presente, ovviamente, ciò che conta è che l’editore partecipi».
Un altro strumento che spesso si cita quando si parla di promozione editoriale sono le presentazioni, ma su queste Filippo Lastaria è più cauto: «L’organizzazione di troppe presentazioni potrebbe risultare un’arma a doppio taglio, perché non è sempre facile convogliare spettatori, soprattutto se si parla di autori ancora poco noti. Sicuramente possono aiutare eventi organizzati direttamente nel territorio dell’autore, dove lo stesso può coinvolgere anche la sua rete di contatti, ma puntare solo sulla disponibilità dei lettori a uscire di casa per la presentazione di un libro è sfida sempre più ardua, anche per gli scrittori più affermati. Meglio i firmacopie, perché si appoggiano sulle frequentazioni abituali della libreria, un pubblico già profilato che è lì per incontrare nuove storie. Ovviamente occorre sapersi “lanciare”, accorciare le distanze con i lettori proponendosi direttamente a loro».
Oltre agli spazi in cui è possibile essere presenti fisicamente, oggi si può contare sul canale on-line. Un evento sui social può raggiungere un pubblico profilato e numericamente superiore a quello delle presentazioni tradizionali. Certo, l’impatto emozionale per i lettori non è lo stesso, ma resta comunque una valida alternativa. Poi ci sono le soluzioni più strutturate, come le interviste in programmi televisivi e radiofonici che si occupano prevalentemente di libri, o anche i booktrailer o gli audiolibri. «Da diversi anni il nostro Gruppo ha fondato un marchio che si occupa proprio di questo e che ci sta riservando grandi soddisfazioni, Caos Film. A oggi, produciamo tre programmi televisivi e uno radiofonico, che rappresentano un punto di riferimento per gli amanti della lettura. Basti pensare che Se Scrivendo, la nostra trasmissione di punta, ha superato le duemila puntate, un numero davvero significativo per un format che si occupa esclusivamente di libri. La formula è la stessa che da sempre caratterizza la nostra linea editoriale, che mette al centro grandi nomi e nuove voci del panorama letterario italiano».
Insomma, premi letterari, fiere, eventi, TV, radio, social, booktrailer, audiolibri, quando si tratta di promuovere l’opera di un autore emergente ogni strumento è utile, se utilizzato con consapevolezza e senza strafare, perché in un tempo in cui i libri si vendono sempre meno, ogni singola copia venduta è una montagna scalata con successo.
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