Consiglio Veneto approva assestamento del bilancio regionale 2023
01 Agosto 2023 14:10
E’ iniziato nell’aula del Consiglio regionale del Veneto l’esame della manovra estiva di assestamento del bilancio di previsione 2023 della Regione. Un assestamento del valore di 31,12 milioni, che apporta variazioni compensative tra i vari stanziamenti votati a fine 2022, alla luce dei risultati di amministrazione, dei residui attivi e passivi maturati, dei fondi di cassa, di alcune maggiori entrate e dei risparmi per minori oneri per l’indebitamento autorizzato e non contratto. “La legge di assestamento – ha chiarito la relatrice Sivia Cestaro (Lega-Lv) – destina alle politiche di spesa regionali oltre una trentina di milioni di ulteriori risorse, ma si tratta, sia chiaro, di una rimodulazione degli stanziamenti già allocati, non di una ulteriore manovra di bilancio di metà anno”.
Sul fronte delle maggiori entrate disponibili per la Regione del Veneto nel primo semestre dell’anno spicca l’avanzo di amministrazione rendicontato dell’assemblea di palazzo Ferro Fini (11,18 milioni) che, insieme ai contributi restituiti dai gruppi consiliari (630 mila euro), porta a quasi 12 milioni di euro l’ammontare complessivo delle risorse restituite alla Giunta e, quindi disponibili per le politiche di spesa della Regione. Completano il ‘paniere’ delle maggiori entrate i 17,22 milioni di maggior gettito Irap, il rimborso da Rfi del contributo di 650 mila euro per il sottopasso ferroviario di Montebelluna, e i 700 mila euro arrivati dal Fondo unico nazionale per il Turismo per iniziative già concluse nell’esercizio precedente.
La manovra oggi all’attenzione dell’aula del Ferro Fini convoglia risparmi e maggiori entrate nei servizi istituzionali e di gestione per 4,64 milioni (di cui 3,65 per il sistema informativo regionale), a favore dell’ordine pubblico, della promozione della legalità e della sicurezza per 200 mila euro, dei buoni scuola per 3 milioni, delle attività culturali per 1,43 milioni aggiuntivi, di cui 500 mila euro per l’organizzazione di mostre, convegni e manifestazioni di interesse regionale, 200 mila euro per Arteven e 200 mila euro per la promozione di grandi eventi. E ancora, 500 mila andranno all’impiantistica sportiva, 100 mila per la promozione dello sport, un milione e 50 mila euro per il turismo veneto, 2,5 milioni per la rete viaria di Veneto Strade, 1,62 milioni al leasing per l’acquisto di nuovi treni, un milione per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico, 900 mila euro ad Arpav per rinnovo contratti, 900 mila euro per la difesa delle coste venete, 900 mila euro per la gestione dei rifiuti, 400 mila euro per la sistemazione idraulico forestale, 350 mila euro per i parchi, 200 mila euro per le unioni montane, 300 mila euro per prevenzione e soccorso nelle calamità naturali, 80 mila euro per le attività di cava, 150 mila euro per l’escavazione porti, 300 mila euro per il marketing territoriale, 100 mila euro per Infrastrutture Venete. Inoltre, con la legge di assestamento arriveranno 325 mila euro in più alla Protezione Civile, 4 milioni di euro in più per nidi e scuole paritarie per l’infanzia; altri 260 mila euro per lo sviluppo economico e la competitività (di cui 80 mila euro dedicati alla promozione del gelato artigianale e 100 mila euro per fiere e iniziative promozionali). Per l’agricoltura, le politiche alimentari e la pesca vengono destinati 18,7 milioni nel triennio, di cui 3,5 già nell’esercizio corrente. Infine vengono accantonati quasi 4 milioni di euro nei fondi speciali di riserva destinati a finanziare future leggi del Consiglio regionale.
Fortemente critico il parere delle opposizioni sulla manovra, anticipato dalla correlatrice Vanessa Camani (Pd): per la capogruppo del Pd la legge di assestamento segue “uno schema ordinario, che distribuisce risorse secondo il manuale Cencelli tra gli assessorati, ma non destina fondi aggiuntivi per fronteggiare le vere emergenze di questa regione: denatalità, fuga dei giovani all’estero, cambiamento climatico, nuove povertà ed effetti sociali della sospensione del reddito di cittadinanza”. “Manca in questa manovra di assestamento attenzione verso la scuola pubblica – ha incalzato – I 4 milioni di euro per nidi e materne paritarie vanno solo a ripristinare la tradizionale posta di bilancio di ogni anno e non tengono conto conto dei maggiori costi energetici a carico degli istituti e degli effetti della denatalità sulle iscrizioni”. In particolare sulla scuola la politica della Regione Veneto, secondo Camani, appare contradditoria: “Non c’è un euro per le rette dei nidi pubblici, mentre si stanziano 7 milioni di euro l’anno per gli iscritti alle scuole medie e superiori private. Per le borse di studio per gli studenti universitari che ne hanno diritto mancano 13 milioni di euro, rispetto agli 8 stanziati a bilancio”.
La vicepresidente della commissione Cultura Elena Ostanel (Il Veneto che vogliamo) ha definito la manovra “un film horror”: non ci sono soldi – ha argomentato – per le borse di studio per gli universitari idonei non beneficiari (pari al 20 per cento dei 17 mila aventi diritto) a fronte di ulteriori finanziamenti dei buoni scuola per le famiglie che scelgono medie e superiori paritarie. Analoga distorsione – ha denunciato – si registra sui fondi per la cultura: per la legge quadro ci sono solo briciole, mentre aumenta la disponibilità della legge che finanzia le spese discrezionali del presidente della Regione.
Jonatan Montanariello, vicepresidente Pd della commissione Infrastrutture e trasporti, ha messo nel mirino l’assenza di risorse per fronteggiare i danni non assicurabili causati dalle calamità naturali, il sottofinanziamento delle Ater e del trasporto pubblico locale, le carenze del sistema sanitario pubblico. “Non è pensabile affrontare con una manovra ordinaria una situazione di emergenza straordinaria, di guerra”.
Lo speaker delle opposizioni Arturo Lorenzoni ha sollecitato Giunta e maggioranza a sostenere la capacità legislativa del Consiglio rivendicando la possibilità di impiegare a beneficio della società veneta i quasi 12 milioni di risparmi restituiti dall’assemblea del Ferro Fini alla Giunta.
Il dibattito prosegue nel pomeriggio con l’esame degli oltre 30 emendamenti depositati e il voto finale sul provvedimento, atteso prima della serata.
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