Egiziano rimpatriato dopo l’aggressione. Schiavone: “Punizione sociale”

18 Agosto 2023 13:55

Interviene sul caso dell’egiziano irregolare che l’altro giorno ha aggredito una volontaria della Caritas e oggi si trova al Centro per rimpatri di Gradisca d’Isonzo, Gianfranco Schiavone, presidente del Consorzio Italiano di Solidarietà, già vice dell’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione.

“Aver mandato il ragazzo egiziano in un Centro per rimpatri? È una punizione sociale. Ci è finito per il clamore della vicenda, è stato scelto fra centinaia di migliaia. È molto squallido – spiega Schiavone – i centri per rimpatri come quello in cui è stato mandato il ragazzo mettono a disposizione 513 posti in tutta Italia a fronte di circa 300 mila irregolari: perché ci si finisce? Per casualità o perché è un modo per dare un segnale. Sono luoghi che nulla hanno a che fare con la gestione dell’irregolarità dato che non hanno l’obiettivo di ridurla bensì di allontanare le persone: sono degli strumenti di rassicurazione sociale. E infatti oggi a Piacenza si può dire che il ragazzo è stato allontanato e siamo tutti soddisfatti. Fra l’altro si tratta di centri caratterizzati da una mancanza di regole adeguate e di servizi che dovrebbero essere chiusi per le condizioni di vita ingestibili”.Al di là dei Cpr, lei si è mostrato molto critico verso il modello di accoglienza e di gestione dei richiedenti asilo in Italia.“Innanzitutto mi faccia partire da un presupposto imprescindibile: l’accoglienza è un dovere di stato, non unicamente morale, ma giuridico dato che dal 2003 gli stati sono obbligati a disporre misure di accoglienza per tutti i richiedenti asilo. Non creare un sistema che riesca a rispondere alle loro esigenze è una violazione di legge”.

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