CRV – Consiglio veneto legge di adeguamento ordinamentale in materia di cultura e turismo
12 Settembre 2023 12:05
I criteri di scelta per la ‘città veneta della cultura’, l’ingresso di esperti di nomina statale nella cabina di regìa del Memoriale Veneto di Montebelluna dedicato alla ‘Grande Guerra infinita’, la cancellazione d’ufficio dal sistema statistico regionale delle strutture ricettive che non comunicano più il numero delle loro presenze turistiche e una corsìa accelerata per attuare interventi edilizi urgenti nelle scuole, quando sono in gioco la pubblica incolumità o la necessità di abbattere le barriere architettoniche. Sono queste le novità della legge di adeguamento ordinamentale in materia di cultura e turismo approvata a maggioranza dal Consiglio regionale del Veneto. Hanno votato a favore i consiglieri dell’intergruppo della Lega e Veneta Autonomia, di Fratelli d’Italia, di Forza Italia e del gruppo misto, astenuti i consiglieri del Pd, del Veneto che Vogliamo, del Movimento 5 stelle, di Europa Verde e il portavoce dell’opposizione.
Il provvedimento – come ha spiegato in aula la presidente della commissione Cultura e Turismo, Francesca Scatto (Lega-Lv) – contiene semplificazioni e aggiornamenti tecnici alle norme vigenti, a saldo zero per il bilancio regionale. La novità di maggior rilievo è rappresentata dalle nuove disposizioni in materia di turismo per il sistema statistico regionale: si prevede, infatti, che la Giunta chiuda d’ufficio la posizione anagrafica delle strutture ricettive classificate, nei casi di assenza per 12 mesi consecutivi di comunicazioni relative ai dati delle presenze turistiche. Una norma di semplificazione che esiste già per le locazioni turistiche e che, nelle intenzioni del legislatore veneto, dovrà aiutare la Regione ad avere una fotografia sempre aggiornata delle strutture turistiche effettivamente in funzione. “Si è constatato, infatti – ha spiegato la relatrice Scatto – che a volte i soggetti tenuti alle citate comunicazioni cessano la loro attività senza però comunicare alla Regione la chiusura definitiva della loro attività. In questi casi, la struttura pur risultando chiusa, risulta tuttavia formalmente ancora aperta nella banca dati regionale del Sirt, perché il titolare non ne ha comunicato la chiusura, impedendo così, sia alla Regione, sia all’Istat, di avere la conoscenza aggiornata del numero di strutture ricettive veramente aperte, che compongono l’offerta turistica veneta”. La semplificazione introdotta sgrava i Comuni dal compito di controllo e affida in toto alla Giunta la gestione anagrafica delle strutture.
Cambiano anche i criteri per valutare la candidatura annuale delle città che ambiscono al titolo veneto di ‘città della cultura’: anziché ponderare la solidità finanziaria del soggetto promotore (che è sempre uno o più enti pubblici), si darà ora più peso ai programmi o, più precisamente, all’“adeguatezza del piano economico finanziario, in relazione ai progetti ed alle iniziative oggetto del programma”.
Di rilievo anche la via accelerata disegnata per portare a termine gli interventi di adeguamento delle strutture scolastiche già autorizzati e finanziati: la nuova legge consente, infatti, di intervenire e avviare i cantieri per interventi edilizi urgenti a tutela salute pubblica e/o incolumità e per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli ambienti scolastici, a valere sulla disponibilità di spesa già definita e approvata nel bilancio in corso. Obiettivo della nuova norma è garantire la continuità del servizio scolastico, anche nei casi di lavori urgenti e indifferibili.
Per la capogruppo del Pd Vanessa Camani, relatrice di minoranza, si tratta di “un provvedimento tecnico che non apporta semplificazioni amministrativa e privo anche di alcun orizzonte di riordino delle materie in questione”. “Per norme di questo tipo sarebbe bastata una riunione della commissione competente in seduta legislativa – ha aggiunto – risparmiando così tempo e lavoro all’assemblea consiliare”. Elena Ostanel (Il Veneto che vogliamo) si è rammaricata per l’assenza di contenuti politici nel provvedimento in discussione e ha segnalato, in particolare, “la carenza di risorse per consentire l’accesso ai bandi per la cultura a tutti i soggetti che ne hanno diritto (come il Comune di Padova per la stagione lirica o la stagione teatrale di Schio e quella di Treviso, ha esemplificato)” e la “mancata regolamentazione del fenomeno degli affitti brevi, a scopo turistico, che – ha affermato – nei centri turistici sta alterando il mercato delle locazioni a discapito dei residenti”.
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