Teatro Municipale, il “Don Carlo” chiude venerdì e domenica la Stagione d’Opera
07 Novembre 2023 12:40
Sarà “Don Carlo” di Giuseppe Verdi, in scena venerdì 10 novembre alle 20.00 e domenica 12 novembre alle 15.30, a concludere la Stagione d’Opera 2022/2023 del Teatro Municipale di Piacenza.
Lo spettacolo, realizzato in coproduzione con Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia e Teatro Galli di Rimini, riprende un allestimento curato in occasione del bicentenario verdiano, riproposto questa volta nella “versione Milano” in quattro atti. Il cast, con artisti di assoluto prestigio internazionale, è composto da Michele Pertusi (Filippo II), Piero Pretti (Don Carlo), Anna Pirozzi (Elisabetta di Valois), Teresa Romano (La principessa Eboli), Ernesto Petti (Rodrigo), Ramaz Chikviladze (Il Grande Inquisitore), Andrea Pellegrini (Un frate), Michela Antenucci (Tebaldo e Una voce dal cielo) e Andrea Galli (Il Conte di Lerma, Un araldo reale).
La direzione musicale dello spettacolo è affidata a Jordi Bernàcer, alla guida dell’Orchestra dell’Emilia-Romagna Arturo Toscanini e del Coro Lirico di Modena preparato da Giovanni Farina. La regia è di Joseph Franconi-Lee, con scene e costumi di Alessandro Ciammarughi e luci di Claudio Schmid.
“Don Carlo” debuttò, in versione francese, all’Opéra nel Parigi 1867. L’opera, la più lunga e ambiziosa di Verdi, è un’epopea cupa e appassionata della Spagna al culmine dell’Inquisizione e getta uno sguardo profondo sull’intreccio fra la sfera personale e politica dei protagonisti. All’amore conteso fra Filippo II re di Spagna e il figlio Don Carlo per la stessa donna, Elisabetta di Valois, si sovrappone il rapporto fra le ragioni di stato e la chiesa, rappresentata dal Grande Inquisitore.
“Uno degli aspetti che trovo più affascinante in “Don Carlo” – racconta Bernàcer – è il sovrapporsi di tanti conflitti che si sviluppano parallelamente attraverso tutta l’opera. La lotta per la libertà contro l’oppressione politica e religiosa, dell’assolutismo contro il liberalismo, l’equilibrio del potere della chiesa con lo stato, dell’amore contro le ragioni di stato, la luminosa Francia e il suo ricordo attraverso il resto dell’opera contro la cupa e opprimente Spagna imperiale e inquisitoriale”.
“L’opera, in modo piuttosto straordinario – aggiunge il regista Joseph Franconi-Lee -, è una sorta di corollario delle passioni e dei sentimenti umani più profondi, tutti palpabili attraverso la musica di Verdi. La libertà, l’oppressione, l’amore, l’amicizia, l’incapacità di comunicare, sono tutti elementi al centro dell’opera che, come in tutte le opere di Verdi, passano in modo efficace attraverso la musica e costituiscono la bellezza del Don Carlo”.
A precedere la seconda recita dell’opera,domenica 12 novembre alle ore 11 al Ridotto del Teatro, è in programma la presentazione del libro Casa Ricordi. Una storia italiana di Francesco Lodola, nell’ambito della rassegna LibrinScena. Sarà presente l’autore in dialogo con Patrizia Bernelich; l’incontro è a ingresso libero. Ricordi è diventata un’istituzione nel mondo della musica e custodisce nei suoi archivi e raccolte la storia musicale del nostro Paese. In questo saggio, Francesco Lodola, cultore dell’opera lirica e animatore di diverse iniziative nei teatri italiani, ricostruisce una storia affascinante, dalle battaglie per il riconoscimento del diritto d’autore alla modernizzazione dei processi produttivi, dal carteggio coi grandi autori ‒ Rossini, Bellini, Verdi ‒ alle rappresentazioni alla Scala e negli altri templi della musica italiana.
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