The Bear: la cucina formato serie tv al ritmo della musica. Una metafora della vita
La cucina come armonia, il cibo come musica, la brigata di cucina come un’orchestra sinfonica; dove l’Executive Chef – al pari di un Maestro direttore – ha il compito di dirigere ciascun comparto affinché ogni piatto venga eseguito dando vita ad un concerto di sapori. Quando si prova a sintetizzare un prodotto televisivo come The Bear appare indispensabile avvalersi della metafora musicale, in quanto è l’unica in grado di coglierne la sua essenza più pura. Ma facciamo un passo indietro: cos’è The Bear? La serie televisiva targata FX Productions è una straordinaria dramedy (un ibrido tra dramma e commedia) ideata da Christopher Storer, e disponibile in due stagioni sulla piattaforma Disney+ – e di recente è stata annunciata una terza season, con grande attesa da parte dei fan. La trama che muove le fila di questo serial assomiglia per certi versi alla struttura di un’opera lirica contemporanea: Carmine “Carmy” Berzatto (Jeremy Allen White) è un giovane chef stellato di origini italiane che, a seguito di drammatiche vicissitudini personali, è costretto a tornare a Chicago per prendere le redini della paninoteca di famiglia, The Original Beef of Chicagoland.
La conduzione del locale appare sin da subito disastrosa: dopo il suicidio del fratello maggiore, che ha lasciato dietro di sé una marea di debiti, Carmy tenta in tutti i modi di risollevare le sorti dell’attività, talvolta scontrandosi con una brigata indisciplinata e con la complessa lotta interiore che sta combattendo. E il caos che regna tra i fornelli viene esplicitato anche attraverso un uso sapiente della musica extra-diegetica: dal grunge ruvido di Animal dei Pearl Jam al punk hardcore dei Refused passando per il rock sofisticato dei Wilco, la musica diventa una componente necessaria per descrivere il mood disordinato e senza regole del Beef, così come le diverse sfaccettature dei personaggi che gravitano attorno ad esso. Non solo: attraverso l’utilizzo di un montaggio frenetico e volutamente confuso, che punteggia alla perfezione il ritmo caotico della prima stagione (ma che tenta di ammorbidirsi nella seconda), The Bear inscrive nel suo tessuto più profondo la componente musicale, rendendola presto un’allegoria potente e davvero efficace. Perché la cucina, dicevamo, è armonia, ma anche dissonanza: affinché il disordine che regna sovrano nella cucina del Beef trovi una sua struttura pentagrammata, è indispensabile che tra i vari membri dei reparti regni fiducia, regni eufonia. E così che ogni piatto preparato da Carmy e dalla sua brigata diventa un lavoro sinfonico tra diversi ingredienti, possibile solo grazie alla sinergia dei diversi elementi – proprio come avviene in fase di accordatura dei tanti strumenti musicali all’inizio di un concerto.
La disarmonia che accoglie gli spettatori di un concerto sinfonico o che precede l’inizio di un’opera lirica è la stessa che accoglie gli spettatori di The Bear negli episodi della prima stagione; ad uno ad uno i personaggi entrano in scena suonando una nota, il “la”, eseguito in prima istanza dall’oboe (qui incarnata dalla rude e burbera Tina Marrero, interpretata da Liza Colón-Zayas), che prepara il terreno al primo violino (la giovane e testarda Sydney Adamu, interpretata da Ayo Edebiri), che insiste sulla sesta nota affinché tutti gli strumenti, a poco a poco, trovino ordine in quel caos musicale; un’onda sonora confusa, travolgente, finché cala il silenzio. Fino a quando non arriva lui Carmy, il Maestro, a dirigere i singoli comparti per dare vita alla magia, all’armonia perfetta di un piatto. The Bear è tante, troppe cose, ma tutte eccezionali: è una serie TV che si fa palcoscenico, ma al tempo stesso, specchio del quotidiano; non ha paura di affrontare temi come la malattia mentale, la depressione, il burnout. Ma è anche un modo straordinario per riflettere sulle cose semplici della vita, quelle che la rendono unica: una parola di conforto di un amico, un sogno da realizzare; o, semplicemente, la degustazione di un buon piatto che rifocilla il cuore e lo spirito. Come una canzone o un brano musicale riprodotti al momento giusto.
di Fabrizia Malgieri
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