“Solo un giorno in più”, la sorprendente danza di una vita sul filo della follia
30 Novembre 2023 13:22
Quanto in fretta può cambiare la vita di una persona? A volte servono tanti, troppi anni, altre volte basta un battito di ciglia.
Può capitare che il cambiamento rimanga nascosto a tutti, sottopelle: un male oscuro si insidia nella psiche fino a prendere il sopravvento, per poi emergere soltanto quando è troppo tardi e non c’è più tempo per fermarlo. La storia di Cassandra è una di queste: una vita apparentemente perfetta, una donna capace di raggiungere l’apice del successo a soli ventisei anni, un’anima contrastata e fragile come cristallo che rischia di andare in frantumi, piegata dal troppo dolore.
Cassandra è la protagonista del thriller psicologico “Solo un giorno in più!”, esordio letterario di Angela Diana per il Gruppo Albatros il Filo: un libro in grado di indagare i punti più oscuri dell’animo umano, di guardare negli occhi le insidie della mente e di danzare con la follia fino all’ultima sorprendente pagina. La narrazione comincia dalla fine: la protagonista è ormai consapevole del baratro nel quale la sua stessa mente l’ha catapultata, la ragione è perduta, tutto ciò che le rimane è una follia vera, angosciante e incontrollabile. Poi un salto indietro: il buio cede il passo alla luce e ci offre la possibilità di scorgere i sogni e le speranze di una giovane ragazza come tante, pronta a costruire il suo futuro.
È la protagonista stessa a raccontare la sua storia in prima persona, come fosse una lunga confessione al lettore, a volte sussurrata, altre volte urlata a gran voce. Lei, nata nella provincia di Caserta, non vuole piegarsi agli schemi imposti dalla società, alle aspettative e ai limiti di ciò che la circonda. È ambiziosa e ha chiari in mente i suoi obiettivi, vuole studiare, costruire il suo futuro, scegliere la vita che desidera senza subirla. Per questo appena le si presenta la possibilità si trasferisce a Napoli per studiare, dove conoscerà nuove persone e si lascerà travolgere dall’amore.
L’abilità di Angela Diana è di saper dare voce alle emozioni con sapienza e sensibilità: le esperienze di Cassandra diventano le nostre, finiamo per immedesimarci completamente con lei e con i suoi sentimenti, come si trattasse di un ricordo scomparso del quale conosciamo soltanto il finale, che torna ad affiorare nella nostra mente, sempre più vivo. Sono sogni, speranze, istanti in cui tutto sembra perfetto, ma anche l’incontro con le difficoltà della vita vera. Dopo la laurea, Cassandra dovrà affrontare non solo le responsabilità, ma anche le sfide e la fatica di entrare in un mondo del lavoro che esclude e mortifica i sacrifici di chi ha scommesso tutto sulla propria istruzione. Nonostante ciò, riesce a trovare lavoro come hostess di volo, ma è qui che si verifica il primo evento che infrange la serenità della sua giovinezza: la morte di una collega, che sarà presto archiviata come suicidio.
La vita di Cassandra subisce un lento, ma costante declino: se da una parte cerca di sfuggire dalle frustrazioni del lavoro e si trasferisce all’estero con il fidanzato, dall’altra dovrà affrontare l’orrendo tradimento della violenza, che ancora una volta la costringerà a raccogliere i cocci della sua vita e a ricominciare. La sua esistenza, tuttavia, sembra scorrere sempre su due binari paralleli, da una parte i successi universitari e lavorativi, le soddisfazioni e i traguardi personali, dall’altra l’incontro con uomini che non fanno altro che pretendere da lei qualcosa in cambio, approfittandosi della sua bontà e buona fede.
Una crepa dopo l’altra, la fragilità di Cassandra aumenta a dismisura, la mente si offusca, la capacità di mantenere il controllo le sfugge di mano. È il prezzo che è costretta a pagare per la sua limpidezza, per l’emotività che le appartiene e che spesso fa sì che venga additata come ingenua, lontana dalla realtà. L’ultimo colpo le viene inferto dalla morte del padre al quale era profondamente legata, un avvenimento che la inghiottirà definitivamente nel baratro della follia.
Angela Diana si interroga sul senso e sul significato di quella che comunemente viene definita follia. Chi e che cosa definiscono l’integrità mentale di una persona, quante volte abbiamo ridotto qualsiasi stranezza o difformità dalla norma classificandolo come “pazzia”? Spesso si tratta dell’incapacità di andare in fondo alle situazioni, di conoscere la reale sofferenza di una persona, oppure allo stesso modo di non vedere – o fingere di non vedere – una richiesta d’aiuto prima che sia troppo tardi. Cassandra perde tutto, la sua realtà cambia forma e la sua verità viene distorta fino a farle dubitare di sé stessa, adesso che non può più riporre la sua fiducia in nessuno. Le persone che la circondano le voltano le spalle, la pugnalano quando meno se lo aspetta: nulla sembra più avere un senso, adesso che tutto il mondo attorno a lei sembra essere fatto unicamente di malvagità e cattive intenzioni.
Nel dolore dell’anima di Cassandra si annida la morte: non soltanto quella del corpo, ma soprattutto quella dell’anima. Il flusso di pensiero della giovane donna si fa sempre più confuso, concitato, trasmette l’angoscia di una mente ferita che non trova riposo, che scivola in un baratro dalle pareti lisce, senza appigli a cui aggrapparsi. Scappare lontano sembra l’unico modo per ritrovare la pace, almeno per un po’. Viaggiare è per lei l’unica cura, il modo per vivere una vita diversa e guarire le ferite della sua quotidianità asfissiante.
Persino il più calmo dei laghi può nascondere innumerevoli insidie: un mulinello può incresparne la superficie e spingere nelle sue viscere anche il più attento dei marinai, il più esperto dei nuotatori, senza che nulla sembri palesarsi agli occhi di chi, dalla riva, osserva il placido infrangersi delle onde sulla battigia. Allo stesso modo, se dall’esterno Cassandra sembra essersi riappropriata della sua vita, incontrando finalmente un uomo che sarà all’altezza delle sue aspettative, il mulinello vortica senza sosta nella sua mente, intorbidendone i pensieri e i sentimenti. Si susseguono il tentativo di resistere, di non lasciarsi andare all’oblio, di guadagnare l’uscita dalla morsa violenta che la trascina verso il basso, poi si arrende alla rassegnazione. È straziante il momento in cui Cassandra, nonostante i suoi sforzi, si trova a lasciarsi andare, ormai stremata da una mente incontrollabile, dalla quale nessun viaggio potrà offrirle una via di fuga.
La tragica storia di Cassandra vuole essere un appello all’ascolto, un invito all’attenzione: sono tante le persone che soffrono silenziosamente, perché non hanno l’opportunità di sentirsi comprese, per un istante lontane da ogni giudizio. È la storia di una donna che è stata allontanata invece di essere ascoltata, un’anima piagata dalla sofferenza e sulla quale le persone che più avrebbero dovuto starle vicino hanno infierito senza pietà. Il dolore causato dal perpetrarsi della violenza e degli abusi non lascia scampo, ma ci costringe a ragionare: in che modo la società avrebbe potuto prevenire la tragedia, evitare che si consumasse l’indicibile? La storia di Cassandra non termina con l’ultima pagina, perché la fa parte di ognuno di noi, in maniera più o meno diretta. Basta guardarsi intorno, saper scorgere i segnali che spesso ignoriamo, allenare la nostra empatia: così, forse, potremo fare la differenza.
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