Attenzione, anche l’albero di Natale inquina. “E sceglietene sempre uno naturale”

17 Dicembre 2023 05:00

Che bello il Natale. Il profumo dei dolci, le decorazioni per le strade, un’atmosfera gioiosa e solidale e i primi regali già sotto l’albero addobbato.
Già, l’albero. Immancabile nelle case di tutti noi. Ma quanto consuma tenere accese le lucine che lo illuminano?
Il sito specializzato in tecnologia tuttotek.com ha fatto il calcolo.
Si stima che, se tenute accese tutto il giorno dall’Immacolata all’Epifania, le luci sull’albero arrivino a consumare 0,25kWh. Qualora dovessimo tenerlo acceso per 6 ore, invece, il consumo scenderebbe a 0,06kWh.
C’è di più, però, perché questa riflessione va rapportata al numero di alberi e di lucine che verranno installate in tutte le case e alle decorazioni luminose anche al di fuori del singolo Albero: se tutte le famiglie italiane, in media, mantenessero le decorazioni luminose “accese” per 6 ore al giorno (sempre nel mese che va dall’8 dicembre al 6 gennaio), il consumo totale sarebbe pari a 46.000MWh, a cui si va ad aggiungere un’emissione di CO2 pari a 651 tonnellate.
Ecco perché, magari, l’ideale sarebbe mantenere le lucine accese solamente quando siamo in casa, in modo da poter godere dell’atmosfera che si crea, ma limitando l’impatto ambientale.

“MEGLIO L’AMBERO NATURALE”
Come in Europa, anche in Italia per Natale aumentano gli acquisti di alberi veri, ovviamente da decorare con i tradizionale addobbi. Tra le varietà più amate l’abete Rosso, quello Bianco e il Nordmanniana. In Europa si vendono più di 50 milioni di alberi.
Lo segnala Confagricoltura, che in occasione delle festività invita a comprare un abete vero: «L’unico capace di creare nelle case un’atmosfera sana e che permette di fare una scelta sostenibile per l’ambiente, la salute e per il comparto florovivaistico nazionale».
L’associazione ricorda che quasi il 90% degli alberi è prodotto dai vivai e il resto deriva dalla normale attività forestale programmata.
Sulla gestione dell’albero, i vivaisti dell’organizzazione consigliano di mantenere l’abete lontano dai termosifoni e, invece di innaffiarlo, di mettere cubetti di ghiaccio nei vasi.
Il prezzo varia secondo qualità, radici e dimensioni, ma difficilmente per quelli di due metri supera i 200 euro.
«Gli abeti – afferma Luca De Michelis, presidente della Federazione florovivaistica di Confagricoltura – provengono da coltivazioni specializzate o da cime derivanti da potature o sfoltimenti, indispensabili per la salute dei boschi. Ma non solo, riducono l’impatto ambientale e non sprecano risorse. Molti alberi “finti” sono fabbricati con materie plastiche di dubbia provenienza, possono rilasciare particelle nocive negli ambienti chiusi, compromettendo la salubrità dell’aria nelle nostre case».
Senza scordare i possibili problemi derivanti da uno scorretto smaltimenti, ad esempio con l’abbandono in natura.

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