“Il conte de Guiche: Oltre l’ombra di Cirano”, alla scoperta della prospettiva del villain
05 Gennaio 2024 13:17
“Da quel giorno, una parte di me, malgrado gli sforzi che profusi per sopprimerne la voce, davanti ad ogni bivio prese a sussurrarmi, insistentemente, cosa farebbe lui?”
Vittorio Colomba nel suo primo romanzo Il conte De Guiche: oltre l’ombra di Cirano, edito da il Gruppo Albatros Il Filo, ci fa scoprire l’inedito punto di vista di Antoine III De Gramont, conte di Guiche, uno dei personaggi secondari più interessanti del celebre “Cyrano De Bergerac” di Edmond Rostand. Da storico rivale ad amico
più che leale, apparentemente vanesio e superficiale, Antoine De Guiche si rivela un personaggio complesso e profondo, degno addirittura del rispetto del suo acerrimo nemico, l’abile spadaccino dal naso prominente e dai saldi principi.
La scrittura di Vittorio Colomba è rigorosa e coinvolgente, ricca di dettagli storici che ci immergono completamente nella Francia del XVII secolo. L’attenzione alla ricostruzione storica, frutto di una ricerca accurata, contribuisce a creare un’ambientazione autentica e realistica. Il ritmo è incalzante, tiene il lettore incollato alle pagine, desideroso di scoprire come si svilupperà la storia di Antoine De Guiche, personaggio realmente esistito. Ne risulta un’opera affascinante, che fonde con efficacia realtà storica
e finzione letteraria.
La trama del romanzo si sovrappone a quella del grande classico della tradizione francese, ma il punto di vista è ribaltato: osserviamo tutto dalla prospettiva dell’antagonista, l’antieroe, il conte De Guiche. Antoine, marito della nipote di Richelieu, è un grande sostenitore del cardinale, grazie al quale ottiene un ruolo importante nelle dinamiche politiche della corte francese di Luigi XIII. Dimostra il suo valore in numerose battaglie e conduce una vita invidiabile sotto ogni punto di vista. Perlomeno fino a quando il suo occhio non nota l’incredibile bellezza di Rossana, dama di compagnia di madame d’Athis.
Rossana, aggraziata e nobile d’animo, non passa inosservata nell’ambiente aristocratico e in molti cercano di attirare la sua attenzione, tra questi Cirano De Bergerac e Cristiano, entrambi membri dei cadetti di Guascogna.
Il ritratto che emerge attraverso le pagine di questo romanzo è affascinante. Antoine De Guiche, apparentemente ossessionato dalla sua immagine e dal suo prestigio, si trasforma in un individuo complesso , con sfumature emotive e morali che sorprendono. Il suo incontro con Rossana, il suo amore non corrisposto e la scoperta del proprio cuore, aggiungono strati di profondità al personaggio, rendendolo umano e vulnerabile agli occhi del lettore.
Il suo rapporto con Cirano De Bergerac, da nemico ad amico, si sviluppa in modo autentico e coinvolgente, portandoci a una profonda comprensione dei loro legami e delle loro dinamiche personali. Questo cambio di prospettiva è il fulcro del romanzo e offre una reinterpretazione, tanto inattesa quanto necessaria, di una figura che spesso è stata trascurata nei resoconti tradizionali.
“Qualcosa infine ci accomunava, e proprio nel dolore di un così profondo sentimento negato avevo finito per comprendere qualcosa in più di quello strano uomo. Un cuore spezzato rende liberi. Potevo adesso capire la sua indifferenza alle lusinghe, al successo, alla promessa di una realizzazione di sé che mai avrebbe raggiunto, poiché troppo profondo è il vuoto da colmare in un animo deluso”. Questo è il pensiero del nostro caro conte De Guiche quando si rende conto che il punto debole del suo imbattibile antagonista coincide con il suo: l’amore non corrisposto per Rossana.
L’indecifrabile e inarrivabile Cirano De Bergerac all’improvviso diventa comprensibile e più umano agli occhi del conte De Guiche. La rettitudine dello spadaccino si infrange di fronte alla dama, Cirano per la prima volta nella sua vita è insicuro di sé, non si fida di lei, non crede che possa superare l’“ostacolo” della sua fisicità, dunque la inganna facendola innamorare di Cristiano. Antoine comprende le fragilità e la complessità
del suo rivale amoroso e se prima lo rispettava per la sua solidità morale, ma non vedeva l’ora di battersi a duello contro di lui, ora lo apprezza in quanto uomo e possono combattere fianco a fianco.
Un passaggio molto toccante e potente all’interno del romanzo è quando un povero mendicante, che ha recentemente perso tutti i membri della propria famiglia, va in udienza da Antoine, grazie alla mediazione dell’animo elevato di Rossana, per confidargli: “Non ho mai visto un nobile così da vicino. Né mai ovviamente l’ho toccato. Mi sono sempre domandato di che sostanza foste fatti, voi che meritate una vita così diversa da quella miserabile che a noi ha riservato il destino. Voi che avete sulle spalle il gravoso compito di salvaguardare la grande nazione di Francia, e per assolvere più comodamente al vostro incarico è sulle nostre spalle che vi ponete. Più volte mi sono interrogato sul reale peso della noia e dell’ozio che affligge le vostre giornate. Dev’essere insopportabile, ho pensato, se il vostro sguardo vi tradisce spesso insoddisfatti e infelici. Ad un tratto mi sono convinto di aver compreso, mio signore, quale fosse l’invisibile differenza tra noi. Io ho un cuore, ho detto a me stesso, soffro, sanguino, patisco dal giorno che sono nato. La mia disgrazia è questa. I miserabili possiedono un organo terribile ed inutile di cui la nobiltà è per sua fortuna priva. Se così non fosse, un sovrano e i suoi sodali come potrebbero tollerare la cupa disperazione che li circonda, assistendovi con tanta indifferenza.”
Il conte De Guiche, colpito dalla storia e dal discorso del povero uomo, non può fare a meno di mettersi in discussione e rivalutare ogni aspetto di sé. Comincia a riflettere sulla sua stessa esistenza e a interrogarsi sulla differenza abissale tra l’aristocrazia
e il resto della popolazione, che vive in uno stato di terribile povertà.
Questo episodio rivela una sottile critica sociale e offre un’occasione di introspezione profonda per il protagonista dell’opera di Vittorio Colomba. Antoine si chiede infatti se le parole che gli sono state rivolte siano veritiere, si domanda se effettivamente avesse un cuore. Realizza così di aver condotto tutta la sua vita guidato dall’ambizione
, indifferente al sentimento, anche quello che lo legava ai suoi figli. Eppure l’incontro con Rossana è stato fatale, lei è riuscita a entrare nelle sue viscere fino a fargli battere il cuore, che pensava di non avere.
Scopriamo così, assieme al protagonista, la centralità dell’amore nelle nostre vite. Un sentimento portentoso in grado di stravolgere destini, modificare le visioni del mondo e attutire i dolori dell’esistenza. Una forza quasi ultraterrena che ci accomuna tutti e che riesce a farci immedesimare persino nel nostro peggior nemico, proprio come è successo ad Antoine De Guiche e a Cirano De Bergerac.
Il conte De Guiche: oltre l’ombra di Cirano è una lettura che appassiona e sorprende.
Amore, guerra, amicizia, onore, travagli interiori, nulla è lasciato al caso in questo romanzo. Colomba ripropone i grandi temi universali della tradizione letteraria attraverso una scrittura originale, ma nello stesso tempo rispettosa dell’immenso capolavoro con cui si confronta.
L’autore ci offre una rivisitazione affascinante di un personaggio poco esplorato, dimostrando che dietro le apparenze spesso si nascondono complessità e profondità inaspettate. Un romanzo che conquisterà non solo gli appassionati del classico di Rostand, ma anche chi è alla ricerca di una nuova prospettiva su figure storiche.
Un’opera coraggiosa e profondamente umana , dedicata a tutti gli amanti della narrativa storico-psicologica e delle trame che svelano lati nascosti dei personaggi noti.
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