Decolla l’ecotassa per chi usa l’aereo: dopo Paesi Bassi e Francia, pronta la Danimarca
29 Gennaio 2024 05:00
Nel 2023 il volume complessivo dei voli è tornato quasi ai livelli pre-pandemia.
In futuro, però, potrebbe aggiungersi una nuova voce di spesa sul biglietto. un’ecotassa pensata per scoraggiare l’utilizzo dell’aereo e potenziare la mobilità sostenibile.
In Europa se ne discute da almeno quattro anni senza mai giungere a una proposta che riceva il via libera da tutti i Paesi membri.
E così, tre di loro si sono già mossi in autonomia: Paesi Bassi, Francia e Danimarca, quest’ultima a partire dal 2025. Oltreoceano, intanto, l’amministrazione Biden ha adottato un sistema di crediti d’imposta per agevolare produzione e ricerca di biocarburanti che abbattano le emissioni di gas serra di almeno il 50%. Ma senza aspettare che arrivi una legge, i modi per ridurre il nostro impatto ambientale quando organizziamo una vacanza esistono già.
Non è accanimento contro il diritto di viaggiare: secondo due studi dell’Agenzia europea dell’Ambiente (Aea), il trasporto aereo è il secondo più inquinante dopo quello su strada. Solo nel 2018, l’intero settore dei trasporti si è reso responsabile del 25% del totale delle emissioni di gas a effetto serra nell’Unione europea. L’aviazione ha coperto il 13,40%.
Sempre l’Aea, nel 2014, calcolava una produzione di 285 grammi di CO2 per ogni chilometro percorso volando. Le auto invece erano ferme a 42 grammi: rimangono il veicolo più inquinante solo perché ogni giorno vengono usate da circa l’80% di chi deve raggiungere il posto di lavoro e ospitano, come è facilmente intuibile, un numero inferiore di passeggeri. Anche se analisi più recenti suggeriscono miglioramenti in ambito di sostenibilità, per l’Air Transport Action Group il traffico aereo è ancora l’origine del 2% di tutte le emissioni di CO2 prodotte dalle attività umane a livello globale.
Il mezzo più green rimane invece il treno, responsabile di solo lo 0,4% delle emissioni, e in grado di trasportare tra i 300 e i 600 passeggeri per viaggio, in base al modello.
E proprio nel potenziamento della linea ferroviaria, oltre che in agevolazioni per favorire la mobilità sostenibile, verranno reinvestiti i fondi ricavati dalle ecotasse sui voli. L’importo di queste varia da Paese a Paese, oltre che in base alla tratta e alla classe selezionata. In Francia, ad esempio, già dal 2020 si versa 1,50 euro per le destinazioni nazionali e 3 euro per quelle internazionali, che diventano 18 per chi viaggia in business class. Nei Paesi Bassi la tassa è stata alzata a 28 euro proprio a partire da gennaio 2023, mentre in Danimarca si comincia con 10 euro nel 2025 per arrivare fino a 13 (100 corone danesi) nel 2030.
Insomma, un meccanismo virtuoso e che fa bene al Pianeta.
Ma già oggi ciascuno di noi può ridurre il proprio impatto ambientale quando organizza un viaggio. L’aereo infatti non dovrebbe essere il mezzo di prima scelta, soprattutto quando ci si sposta all’interno dei confini nazionali. Dovremmo inoltre uscire dal meccanismo dei viaggi lampo di un weekend in giro per l’Europa o verso altri Paesi mediterranei.
Può invece essere utile sapere che in Italia vi sono diverse promozioni per chi decide di spostarsi in treno, come il biglietto unico per muoversi all’interno di un’intera regione o gli sconti per raggiungere alcune località balneari in ferrovia. Lo scorso anno, ad esempio, era previsto per la riviera romagnola.
Ma la vacanza sostenibile non si riduce all’Italia. In Germania i turisti possono beneficiare del biglietto unico che permette di muoversi all’interno di tutto il Paese mentre in Spagna è previsto un rimborso per chi percorre tratte inferiori a 300 chilometri.
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